Numero 1/2019

PSICOTERAPIA CORPOREA

     E TEORIA POLIVAGALE DI STEPHEN PORGES

Genovino Ferri[*]

 

 

In questo primo articolo vorrò sottolineare alcuni punti di incontro della Psicoterapia Corporea con la Teoria Polivagale di Stephen Porges. In un altro successivo vorrò precisare alcuni punti di differenza. Quattro punti di incontro.

 

Primo punto di incontro

     Il primo punto di incontro è la lettura bottom up del Sistema Nervoso Autonomo (SNA) sulla freccia del tempo evolutivo. La lettura bottom up legge l'oggetto intero in 3D, dalla profondità della sua storia, a partire dall’emergere, dal basso verso l’alto: una direzione evolutiva fondamentale dei sistemi viventi complessi e aperti quali noi siamo. Essa completa ed integra, in circolarità, la lettura top down, dall'alto verso il basso, del qui ed ora, che è sempre a possibile rischio bidimensionale. Mi permetto di affermare che Porges la possiede. Applicandola, con le sue ricerche, al SNA, ci fa scoprire anche su questo apparato, le stazioni del tempo della nostra storia, filogenetica e ontogenetica, e le conferma. Ci sono infatti altri indicatori delle stazioni del tempo, dalle stratificazioni dei tre cervelli (Rettiliano, Limbico, Neopalliale) a quella delle aree cerebrali: Locus Coeruleus, Amigdala, Ippocampo, Giro Cingolato Anteriore, Corteccia Orbito-Frontale, Corteccia Pre-Frontale; dalla plasticità adattiva filogenetica dei neuromediatori noradrenalina (NA), serotonina (5HT), dopamina (DA) e degli ormoni ipofisari ossitocina (OXT), prolattina (PRL), alle stratificazioni delle fasi evolutive di sviluppo e delle afferenze periferiche provenienti dai livelli corporei relazionali.

    Sul tema specifico del SNA le ricerche di Porges ci permettono di svelare il Circuito Ventro Vagale (CVV), ultimo (presente nei mammiferi umani) modulatore della comunicazione relazionale, cioè intercorporea, che definisce i contenuti informativi della comunicazione verbale. Il Circuito Ventro Vagale rappresenta una differenza illuminante nella storia del Vago del SNA, con le sue parti visceromotoria e somatomotoria. Il Circuito VV è un circuito mielinizzato, a maturazione nell'ultimo periodo di gravidanza e nel primo anno di vita, tempi che appartengono alla Relazione Oggettuale Primaria. Il dato costituisce un assist straordinario per la Psicoterapia, per la Psicoterapia Corporea e per il grande tema dell'ontogenesi nel setting. La componente visceromotoria regola il cuore e gli organi sopra il diaframma, la somatomotoria regola i muscoli del collo, della faccia, i cosiddetti mimici, gli unici rimasti nel viso di noi umani che affacciano emozioni, i muscoli della suzione e quelli del sorriso, quelli della coordinazione dello sguardo e della vocalizzazione.

    Quanta Intercorporeità pre-soggettiva della persona, nell'imitare e nel sintonizzarsi affettivamente, essi ci raccontano, ancora oggi, nei nostri setting?

    Modulatore dicevo, perché quando è attivo il Circuito VV, il Sistema Simpatico (che simpatico proprio non è) necessario per l'attacco/avvicinamento e difesa/allontanamento è mantenuto inattivo, così come il Circuito Dorso Ventrale, ancora più arcaico e demielinizzato, responsabile dell'immobilizzazione (ben presente nei pesci e negli anfibi). A proposito di presenza nei pesci e negli anfibi, non posso non ricordare l'Organulo Vomero-Nasale di Jacobson. Mi chiesi, un po' di anni fa, come potesse essere possibile che il feto conoscesse il sapore della relazione con la madre, considerate le sue condizioni di immersione in ambiente liquido e l'aumento delle deglutizioni all'introduzione di sostanze dolci, e la diminuzione delle stesse all'introduzione di sostanze amare nel liquido amniotico. Scoprii la soluzione nell’Organulo Vomero-Nasale di Jacobson, situato sopra gli incisivi, che nel periodo embrionario-fetale è capace di trasdurre in sapore le sostanze odorose in soluzione liquida. Esso si atrofizza dopo la nascita, ma ci permette di sapere, nel tempo intrauterino, il sapore della Relazione Oggettuale Primaria, che ho definito un sapore mirror, che già ci informa di un’intercorporeità primaria, verosimile terreno di soggettività e di intersoggettività successive, anche psicopatologiche. Le prime reti neuronali vengono a formarsi in età fetale e risentono della qualità dell'ambiente gestazionale sensibile ai cambiamenti fisici-chimici (determinati per esempio dallo stress materno). L'ambiente infatti influenza la differente possibilità di espressione dei geni, come ci sottolinea l'epigenetica, che possono produrre catene proteiche differenti a seconda del tipo di interazione gene-ambiente. Si allarga di fatto lo scenario etiopatogenetico sui disturbi dello spettro borderline-psicotico.

    Tornando al Circuito VV, esso rappresenta un passaggio evolutivo straordinario e complesso nei mammiferi; spiega il motivo per cui essi hanno un fabbisogno metabolico di 4 o 5 volte più dei rettili. Immaginate noi mammiferi umani ottici, che abbiamo conquistato anche la stazione eretta e la comunicazione verbale-cognitiva, quanto fabbisogno metabolico in più ordiniamo intelligentemente per una compiuta comunicazione sociale!

 

Secondo punto di incontro

     Il secondo punto è nelle evidenti linee implicite di continuità evolutiva nella direzione CorporalMente, presenti nella Teoria Polivagale. Esse mi portano ad avvalorare sempre di più l’acquisizione della stazione-locomozione eretta quale snodo fondamentale, che risolve l'apparente discontinuità cognitiva fra gli esseri umani e le altre specie animali, il punto di svolta del nostro essere mammiferi ottici in continuità evolutiva dall'Intercorporeità all'Intersoggettività, dal Sé-Oggetto al Sé-SoggettoL'Intersoggettività cioè non è associata alla sola competenza linguistica, come sostengono molti autori (sarebbe accostabile ad una riedizione del dualismo cartesiano, che comporta una serie di inesattezze, per esempio il disembodiment in psicopatologia), ma essa è basata sull'Intercorporeità, che prima la precede e poi l'accompagna, determinandola, in continuità sulla freccia del tempo evolutivo! Ci sono molti altri autori infatti (con i quali concordo) che, approfondendo il tema Intersoggettività e Ontogenesi, propongono il concetto di Intercorporeità.

teoria polivagale 1Polyvagal Theory by Ravi Dykema

    "Prima e alla base della lettura della mente altrui vi è l'Intercorporeità come principale fonte di conoscenza", dice Gallese (2006). Egli sostiene infatti che la costruzione della matrice Inter-soggettiva primaria sia stimolata dalla capacità umana di orientarsi verso il volto, verso il contatto occhio-occhio e che i fenomeni mentali sono nella continuità dell'esistenza. Nella filogenesi, la soggettività con il suo campo di coscienza e le competenze linguistiche nascono infatti dallo sviluppo del Neopallium, a sua volta generatosi dalla visione stereoscopica e volumetrica, che ha permesso lo spazio-tempo, il prima e il dopo, la profondità e la tridimensionalità osservativa: il riflettere. Le contemporanee modificazioni della mandibola e del faringe-laringe hanno permesso la voce e la parola, ovvero il linguaggio verbale; quella del pollice giustapposto, la prensione. Il tutto descritto è la rappresentazione della conquista della stazione eretta. Questo complesso processo evolutivo filogenetico è lo stesso che, specchiato nell’ontogenesi, permette l'Io-Soggetto.

    La prevalenza funzionale del Neopallium, ed in particolare del complesso Corteccia Orbito-Frontale/Corteccia Pre-Frontale Ventrale (sede del processo di integrazione tra le rappresentazioni affettive e cognitive), si sviluppa infatti a partire dallo svezzamento e si accompagna alla dominanza del sistema piramidale, della muscolarità striata, capace di sviluppare energia 300 volte in più della muscolatura liscia, indispensabile per mettersi in piedi. La prevalenza funzionale del Neopallium si accompagna ad un’aumentata mielinizzazione e complessità dei circuiti motori, direbbe Allan Schore.

   Mi sembra di poter affermare quindi che lo sviluppo dal Sé-Oggetto al Sé-Soggetto emerge, in chiara continuità, dall'Intercorporeità del tempo precedente: quello della Memoria Implicita di Mancia, della Proto-Conversazione di Trevarthen, del Sé-Oggetto di Damasio, del Meccanismo Specchio di Gallese, ma anche quello della memoria procedurale di Kandel e infine (onore a Porges) quello della mielinizzazione del Circuito Ventro Vagale.

    Il Sé si rappresenta di fatto come un sistema vivente complesso e aperto, in relazione intercorporea-intersoggettiva con l'Altro da Sé fin dall'inizio della sua vita: registra assetti e forme, movimenti ed emozioni, percezioni sensoriali e acquisizioni cognitive, elabora, integra, trasforma e si organizza intelligentemente, raggiungendo nel tempo, sulla stazione-locomozione eretta, il suo essere Io-Soggetto. L'Io-Soggetto è capace di ri-flettere, ovvero piegarsi-specchiarsi su di sé, il che implica la dualità, ma non la dissociazione Soggetto-Oggetto. Concludo perciò il secondo punto ricordando e parafrasando il titolo del bel libro di Damasio "Il Sé viene alla Mente...come Io-Soggetto".

 

Terzo punto di incontro

    Il Terzo Punto: la Teoria Polivagale propone una visione del corpo connessa al suo contesto e agli altri esseri umani ed è in linea con la Teoria della Mente Incarnata, Enattiva e di Tratto.

   Un po' di storia. Trova ancora più embodiment, con la Teoria Polivagale, il filone di ricerca in psicoterapia e psicopatologia che parte dal concetto di Mente Incarnata di Bateson (1972) "i processi cognitivi non possono essere confinati nel cervello, essi si formano in connessione e sono influenzati dall'intero sistema corporeo, nel più vasto sistema uomo-ambiente" (pag. 306) e prosegue con il concetto di Mente Incarnata ed Enattiva di Varela, Thompson, Rosch (1990) “l'accoppiamento senso-motorio, organismo più ambiente, è elemento fondante per la cognizione, il percepire la realtà attraverso la nostra continua attività corporea".

   Questo filone costituisce la piattaforma concettuale della Mente Incarnata Enattiva e di Tratto (Ferri 2016), che permette una bussola per navigare nel tempo delle stazioni corporee relazionali periferiche, da noi abitate nell'ontogenesi. Correla infatti le fasi evolutive con i livelli corporei relazionali, che hanno ricevuto direttamente gli imprinting relazionali dagli oggetti parziali di quella fase (basti pensare alle labbra e alla suzione nel tempo dell'allattamento), e con il tratto di carattere, la specifica storia di pattern psico-emozionali, di ognuno di noi di quella fase. Il livello corporeo relazionale di quel tempo di fase, rappresenta infine il primo ricevente ed in concreto l'afferenza periferica (il portale) da poter attivare per raggiungere le aree centrali cerebrali in psicoterapia.

   La mente incarnata enattiva e di tratto in sintesi, correla i pattern relazionali, i livelli corporei, le fasi evolutive e i tratti di carattere, fin dal tempo intrauterino pre-soggettivo in direzione bottom up e corporalmente. Le derivate sul piano clinico-terapeutico sono evidenti oltre che per la psicoterapia anche per la psicopatologia. Non si comprenderà completamente, nella sua tridimensionalità, una psicosi senza considerare la bassa reciprocità relazionale primaria nel tempo intrauterino, segnata nell'area ombelico-addominale, la stessa area che afferisce ai nuclei della base dell'encefalo e che costituisce terreno su cui crolla il campo di coscienza dell'Io (direbbe Klaus Conrad). Anche l'azione dell'aloperidolo (neurolettico) è esercitata sullo stesso terreno, mentre contiene l'angoscia psicotica di annientamento (direbbero Nacht e Racamier).

 

Quarto punto di incontro

    Il Quarto Punto: con la Teoria Polivagale la Psicoterapia continua a prendere Corpo. Dopo la svolta relazionale oggi nel mondo della psicoterapia si assiste alla svolta corporea. Con un'espressione fenomenologica direi che oggi il Corpo è gettato dalle neuroscienze nel setting, in tutta la sua visibilità ed evidenza (il Circuito VV di Porges docet) così da essere svelato alla psicoterapia e alla psicopatologia, ma direi anche che il Corpo è progetto, perché ci racconta la sua narrazione storica, intelligente e comprensibile.

    Il Corpo infatti ha sue grammatiche solide, poggiate su fondamenti intelligenti, capaci di leggere e che chiedono di essere letti intelligentemente. L'intelligenza del corpo è stratificata, nelle sue mille ricombinazioni adattive, in tutto il tempo della filogenesi ed è riepilogata nel tempo dell'ontogenesi, fino a farsi consapevolezza di sé. L'intelligenza, nella sua profonda etimologia dell'inter-legere, leggere-tra, la vedo e la sento quindi anche nella valutazione del pericolo annientamento-esclusione che traduce la neurocezione del SNA della teoria Polivagale. L'Intelligenza è il logos che il corpo ci fa sapere e ci presenta nella sua bellezza complessa. Il corpo sa e sa essere indicatore significante per l'io-soggetto a cui racconta la saggezza della vita. Il corpo sa di futuro e di passato, di gioie, dolori e paure, sa di potenza e tenerezza, sa di apprendimento e di restituzione. La psicoterapia ha bisogno di apprendere e il grande manuale della vita, inscritto sul corpo dalla sua storia intelligente, offre indicazioni superlative.

    Il corpo rappresenta un altro 3 nel setting, perché addiziona materiale analitico ricco da leggere, ma anche l'intercorporeità alla intersoggettività nella relazione terapeutica (primo principio attivo nel setting); un corpo che permette infine di addizionare l'attivazione terapeutica (secondo principio attivo nel setting), muovendo percorsi concreti dalle afferenze periferiche a quelle centrali. L'attivazione terapeutica, in dialogo continuo intelligente e convergente con la relazione terapeutica, rappresenta il dispiegamento della corporeità in psicoterapia per far emergere e/o modificare i vissuti della persona, mentre segna incisivamente esperienze sentite e appropriate alle domande terapeutiche emerse nel setting!

    Non si può sentire senza sapere, dal sapere-sapore al sapere-senno, e non si può sapere senza il Corpo. La sua piattaforma neuroscientifica ha uno dei pilastri in un'altra affermazione di Vittorio Gallese (2016) “quando l’azione viene eseguita o imitata si attivano le vie cortico-spinali (…) quando l’azione viene immaginata si attiva la rete corticale motoria (…) l’azione non viene prodotta”.

 

Bibliografia

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Bateson, G. (1972). Steps to an ecology of mind. New York, N.Y.: Ballantine Ed.

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Gallese, V. (2006). La molteplicità condivisa. Dai neuroni mirror all'intersoggettività. In: Autismo. L'Umanita' nascosta (a cura di S. Mistura). Torino: Einaudi Ed.

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Kandel E.R. (1999). Biology and the future of psychoanalysis: A new intellectual framework for psychiatry revisited. Am J Psychiatry 156.

Mancia M. (2007). Psicoanalisi e neuroscienze NY: Springer Ed.

Porges, S. (2014). La Teoria Polivagale. Roma: Fioriti G. Ed.

Racamier, P.C., Nacht S. (1976). Psicoterapia Psicoanalitica delle Psicosi. Newton Compton Ed.

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Trevarthen, C. (1993). Il Sé generato nell'intersoggettività: la psicologia della comunicazione infantile. Tr. It. In Neisser, U. (a cura di), La percezione del Sé: le fonti ecologiche e interpersonali della conoscenza di sé. Torino: Bollati Boringhieri Ed. (1999).

Varela,F.J.,Thompson, E.,& Rosch, E. (1990). The embodied mine: Cognitive sciences and human experience. Cambridge, MA: MIT.

 

[*] Psichiatra, Analista S.I.A.R., Direttore della Scuola Italiana di Analisi Reichiana, Membro dell’Accademia delle Scienze di New York, Membro del Comitato Scientifico Internazionale di Psicoterapia corporea

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