Numero 2/2023

 

GENITORI SOTTO SCACCO

 di Mazzoncini Bruna; Musatti Lucilla - Cortina Raffaello editore, 2019

Recensione di Flavia Zucchelli[*]

 

     La relazione affettiva tra un genitore ed un figlio costituisce il centro di tutte le esperienze, positive o negative, del bambino. Diventa quindi necessario chiedersi che cosa accada e come orientarsi nel momento in cui vi è la presenza di un rischio o di un disturbo evolutivo. Il saggio approfondisce attentamente le relazioni all'interno del nucleo familiare sia nello sviluppo tipico, sia nel rischio evolutivo, sia in presenza di un disturbo del neurosviluppo.

     L’autore si avvale o di una esposizione piana e lineare, che consente al lettore di essere preso per mano e di essere guidato attraverso l'analisi delle relazioni che si instaurano tra genitori e figli in tali situazioni problematiche.Attraverso un linguaggio semplice, ma non semplicistico, sono esposti molteplici quadri che possono manifestarsi in presenza di una problematica del genere. Sono, infatti, trattati tutti i quadri clinici corrispondenti ad un disturbo del neurosviluppo, ed è quindi possibile avere una panoramica e di conseguenza comprendere meglio, cosa esso sia ed in cosa consista.

IMG ZUCCHELLICopertina del libro "Genitori sotto scacco" di B. Mazzoncini e L. Musatti

     Durante la lettura, immedesimandomi in un genitore alle prese con un bambino con un disturbo del neurosviluppo, ho trovato molto utile poter leggere e fare riferimento a delle domande o delle affermazioni poste realmente da genitori in questa situazione. Ho avuto infatti la sensazione che non si parlasse di semplice teoria, ma si discutesse concretamente di reali problematiche che un genitore con un bambino con tali difficoltà si trova ad affrontare quotidianamente.

     La specifica formazione delle autrici e l'esperienza professionale maturata nel corso della loro carriera hanno permesso di scrivere un saggio ben equilibrato, facilmente comprensibile da una persona non esperta. Allo stesso tempo non risulta invece banale per chi è più facilmente a contatto con realtà di questo tipo e grazie al proprio lavoro conosce già il linguaggio specifico e la problematica affrontata. Il saggio non risulta, infatti, mai banale e noioso proprio perché permette di affrontare tale problematica, già ben conosciuta dagli addetti ai lavori attraverso un'ottica diversa, ovvero quella dei genitori e soprattutto attraverso un'ottica relazionale. Trovo, inoltre, molto utile ed importante la condivisione tramite uno strumento quale un libro, quindi sostanzialmente di facile accesso per tutti, di domande ed esperienze reali, in quanto permette ad ogni genitore di non sentirsi solo alle prese con qualcosa di totalmente alienante ed invadente come questo tipo di patologia.

     Ciò che infatti viene maggiormente evidenziato è che per quanto la patologia possa risultare complicata e totalizzante, ciò che è fondamentale, sia per comprenderla sia per gestirla è la relazione. Per relazione si intende ovviamente quella tra genitori e figli, ma anche e soprattutto all'interno della coppia genitoriale e tra il nucleo familiare, la scuola e lo specialista.

     Riguardo alla relazione con gli insegnanti e con la scuola, è evidente che introdurre il tema della patologia nella relazione genitori-insegnanti, richieda uno sforzo sia comunicativo sia di fiducia maggiore rispetto ad una situazione in cui vi è uno sviluppo tipico. Ho trovato, quindi, estremamente importante aver sottolineato il concetto di fiducia, ma soprattutto aver evidenziato che per poter gestire in armonia una situazione così difficile, sia necessario assumere il punto di vista dell'altro ed empatizzare con esso. “Un ulteriore livello di fiducia nell'altro, una maggiore capacità di assumere il suo punto di vista e di cogliere le sue emozioni”, sottolineano le autrici.

     Questo rimane, infatti, un punto cardine che troppo spesso viene sottovalutato se non addirittura dimenticato. Il rischio, come più volte sottolineato nel testo, è quello di rimanere chiusi nel proprio ruolo senza assumere un punto di vista diverso dal proprio. Dimenticando che, per quanto abbia un peso la propria autorità di insegnante o di genitore, questa permetta comunque di avere solo una visione parziale del bambino, del suo modo di essere e di manifestare le proprie difficoltà.

     Infine il saggio esplora e approfondisce la necessaria relazione con gli specialisti. Al cui proposito opportunamente si sottolinea: “La relazione sarà determinata dallo specifico contenuto dell'incontro, dalla tipologia degli operatori e, naturalmente, dalle capacità di ascolto e di empatia che ognuno di loro riesce a mettere in campo.”

     Senza tralasciare l'analisi di ogni momento in cui una famiglia entra in relazione con gli specialisti, a partire dalla diagnosi per giungere alla scelta terapeutica, è messo in evidenza come in ogni fase i genitori debbano confrontarsi non solo con persone differenti, ma anche e soprattutto con stati d'animo diversi.

     Partendo sempre dalle domande dei genitori, vengono quindi affrontate le maggiori preoccupazioni e difficoltà che, nel corso della loro esperienza, le scrittrici hanno visto affrontare dai genitori. L'approfondita analisi delle relazioni in una situazione di rischio evolutivo, di disturbo del neurosviluppo, ma anche in una situazione di sviluppo tipico, permette di dare alcune importanti delucidazioni sulla complessa domanda: che cosa accade in presenza di un rischio evolutivo o di un disturbo del neurosviluppo, dal momento in cui la relazione affettiva tra genitori e figli può costituire il fulcro delle esperienze positive, ma può anche gettare le basi per una fragilità psicologica del bambino?

 

[*] Psicologa, allieva della Scuola Italiana di Analisi Reichiana. Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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