Numero 2/2023

VACANZE IN FAMIGLIA

FAMILY HOLIDAYS

Genovino Ferri *

Mary Jane Paiva**

 

Abstract

  In primis si chiariscono le domande esplicite che sono solite essere poste alla vacanza, in secundis si puntualizzano i rischi impliciti connessi alla vacanza stessa.

Si pone successivamente un attento focus sul tempo della vacanza oggi in cor- relazione al tempo della nostra società liquida attuale e si propongono alcune misure appropriate per rendere la vacanza un'opportunità neghentropica per la famiglia e i suoi membri.

 

Parole chiave

   Vacanza - Tempo interno - Tempo esterno  - Società liquida - Opportunità.

 

 Abstract

First, the explicit questions which are usually asked of holidays are clarified. Secondly, the implicit risks connected to holidays themselves are outlined.

Attention is then focused on the Time spent on holiday today as correlated to the Time of our current liquid society. Certain appropriate measures are proposed to make holidays a negentropic opportunity for family members and for the family as a whole.

 

Key words

   Holiday - Internal time - External time - Liquid Society - Opportunity.

 

 

      La parola vacanza deriva etimologicamente dal latino vacantia, neutro plurale sostantivato di vacans, a sua volta participio presente di vacare = essere libero, ma anche essere vuoto.

     Un vuoto che è libertà?...Una libertà che è vuoto?

     Quali domande esplicite di solito poniamo alla vacanza?

Le prime tre.

  • La prima è quella di ri-posarsi (parola che, come le prossime, va letta e sentita CorporalMente): il trattino inserito vuol far intendere il posarsi di nuovo, un ri-posarsi sulle parti della propria personalità che più sono egosintoniche e riconosciamo performanti.
  • La seconda domanda esplicita, che permette la prima, è quella di ri-caricarsi, ri-prendersi, ri-trovarsi, caricarsi di nuova energia, dopo un periodo di stanchezza, fare di nuovo un embodiment, nel senso di prendersi di nuovo la propria corporeità e trovare di nuovo la propria soggettività, un po' smarrita nella frenesia del quotidiano.
  • La terza è quella di di-vertirsi, di volgersi altrove e ri-crearsi, di fare cose piacevoli e desiderate tutto l'anno, abitando e respirando territori reali e mentali diversi da quelli quotidiani, deragliando così dai soliti confini per decomprimere e fare il wash-out della tensione accumulata durante l'anno.

     Quali rischi impliciti di solito si affacciano sulla vacanza?

I primi tre.

  • Il primo è quello dell'interruzione dei ritmi. La pausa è sostenibile? Come risuona sulla nostra storia, in relazione ai temi di distanza-contatto o in relazione alla nostra posizione di scena identitaria e/o lavorativa nel teatro quotidiano della vita?
  • Il secondo rischio è quello del vuoto? Connesso al primo rischio, il vuoto è sostenibile? Potrebbe costituire esso stesso fattore di stress adattivo e angosciante? Il non far nulla tanto desiderato diventerà vuoto da riempire   con accelerazioni in stile bulimico?
  • Il terzo è quello del troppo pieno? Il far molto del tanto desiderato costituirà fattore di stress adattivo, a sua volta distonico, per il rientro nei confini della   propria scena quotidiana?

       Quanta complicità nevrotica viene chiesta alla vacanza per poi tornare liberti nel nostro quotidiano? I liberti nell'antica Roma erano degli schiavi diventati liberi, che comunque   mantenevano una relazione asimmetrica con il loro padrone.

       Quante persone vanno in vacanza pensando ancora al lavoro, a come   progettare il tempo dopo la vacanza, come concludere quell'affare, come   gestire quelle pratiche?

 

Il furto del tempo alle relazioni 

     Il tempo della vacanza, con le sue domande esplicite e i suoi rischi impliciti, ci chiama ad una ri-flessione sul tempo nel quale è collocata la vacanza oggi, non possiamo esimerci cioè dal proporre alcuni focus sul tempo attuale nella società e nelle famiglie e la sua interdipendenza con il tempo della vacanza.

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     Ogni persona vive un tempo interno ed un tempo esterno (Ferri 2005), un tempo soggettivo che si sente di più ed un tempo oggettivo che si pensa di più, che è possibile anche cronometrare.

lle famigliari, si sono indebolite e spesso frantumate. I due tempi non sono esattamente coincidenti, prova ne è uno stato di felicità, in cui il tempo interno va molto veloce, o al contrario uno stato di angoscia, in cui il tempo interno non passa mai: il tempo esterno nei due stati è rimasto sempre lo stesso. Coniugare i due tempi, l'interno e l'esterno, è un'operazione necessaria e intelligente per il nostro equilibrio psico-emozionale-corporeo.  Oggi il tempo interno, indispensabile  per le relazioni e per  trasformare le emozioni (che sono l'immediato sentire) in sentimenti (che sono emozioni persistenti nel tempo), è diventato quantitativamente e qualitativamente minore, quasi un tempo rarefatto. Viviamo in un'era tecnologica ad alta accelerazione temporale esterna. Il fattore tecnologico infatti rappresenta un forte attrattore, un vero magnete, che sposta tutti gli individui, della società e della famiglia, verso di sé, sottraendo il tempo alle relazioni, proprie dei circuiti affettivi del cervello limbico. Se immaginiamo i circuiti di energia come vettori, potremmo disegnarli con le  lancette circolari all'interno delle famiglie, dei gruppi e della società: con l'avvento dell'era tecnologica i flussi si sono tutti rivolti, con le lancette dritte verso la stessa direzione, verso il totem mediatico, per cui le circolarità dei circuiti in generale, ed in particolare quelle familiari, si sono indebolite e spesso frantumate.

     Siamo tutti spinti a vivere nel fuori, subendo l'assedio da parte dei totem mediatici, che indicano i valori, i costumi, gli atteggiamenti dominanti; essi rappresentano il nuovo Super-Ego! I totem mediatici usano l'immediato sentire, ovvero il linguaggio delle emozioni, per richiamare la nostra attenzione, inducendo nelle persone un'oralità sempre maggiore da soddisfare, con un rischio di escalation consumistica e di nuove dipendenze.   Il tempo interno del dentro si è rarefatto, la bilancia dell'equilibrio dei due tempi si è spostata verso il tempo esterno del fuori.

     Si è generato di fatto un furto delle relazioni nel tempo interno!

 

Tempo e scena sociale

     Zigmut Bauman (2003), con un suo felice e fortunato vocabolo, ha fotografato la modernità come liquida, lo scivolare lungo il tempo come liquidi senza avere una forma, poiché non c'è il tempo per avere una forma, liquefatta dalla velocità.

      In una lettura analitica e psicocorporea abbiamo assistito in questi decenni alla lisi del padre, della legge, del confine, al collassare della coppia genitoriale, alla modificazione-spostamento del Super Ego dalla famiglia ai totem mediatici, alla trasformazione allarmante del Corpo Vivente Società, alla perdita di molte differenze e all'aumento di molte indifferenze.

     Abbiamo assistito alla liquefazione della corazza e al precipitare, ad onor del vero, prima nella liquidità orale, poi, con la volatilità delle relazioni, ancor più giù, nella rarefazione borderline. Siamo in un tempo oggi con più istanti e meno radici, più emozioni e meno sentimenti, che sono fatti di tempo, più eccitazioni e meno consapevolezze, più comunicazioni e meno relazioni, più informazioni e meno sapere (Ferri-Paiva, 2019).

     Nella modernità liquido-rarefatta c'è un corpo vivente sociale che viaggia verso una riduzione della 5HT (serotonina) ed un aumento della DA (dopamina): una depressione mascherata dall'accelerazione? Un corpo vivente sociale che viaggia con una mente di tratto primaria, orale insoddisfatta e reattiva, con i rispettivi pattern?

 

Tempo e scena famigliare

     Il Super Ego oggi è mediatico, anaffettivo, senza reciprocità, un bel po' persecutorio, certamente richiedente, spesso escludente, superficiale, narcisistico, con forti limiti di cultura e intelligenza emozionale. La famiglia (genitori, nonni, zii...) non è più la sede del Super Ego.

     Siamo in una società per i giovani, definibile della tribù, dove si passa dal 2 relazionale al 10 e oltre... saltando il 3,4,5,6,7,8,9 relazionali, appunto il campo delle prossimità affettive famigliari, che avrebbe il compito fondamentale di organizzare la pulsionalità. Il riferimento per i giovani è la tribù, un riferimento poliedrico, frammentato, instabile, con un numero di interlocutori che non si possono identificare (Ferri-Cimini, 2018)... sulla quale incombono i totem mediatici richiamanti!

     Viviamo un tempo vuoto delle Relazioni affettivo limbiche, in una insoddisfazione orale primaria che salda i pattern dell'amigdala del cervello rettiliano a quelli della cognitività, bypassando quelli del giro cingolato anteriore del cervello limbico, per dirla con le neuroscienze.

     Assistiamo ad un processo di trasformazione nella modernità liquido-rarefatta, multifattoriale, con genitori depiazzati, depressi, rassegnati e impotenti, con figli smarriti, soli, spaventati ed impulsivi: una modernità liquido-rarefatta sempre più ad economia aziendale, con valori dell'Avere che definiscono l'Essere.

Si realizza un vuoto delle relazioni da furto del tempo perpetrato dal Super Ego, che oggi abita lo spazio dell'attrattore mediatico-tecnologico, che detta la velocità del tempo nel fuori e rarefà il tempo nel dentro, che definisce qual è l'Oggetto Luminoso da inseguire.

 

Vacanza come opportunità?

     Se le domande implicite e i rischi impliciti della vacanza possono rivelarsi occasione di crisi o di opportunità, in una lettura sistemico-complessa non è  possibile prefigurarlo, perché  le variabili da considerare sono numerosissime e l'esito delle loro interazioni imprevedibile per il sistema vivente complesso in esame, sia esso individuo, coppia, famiglia o gruppo. Certamente però potremmo valutare un'opportunità neghentropica, partendo da alcune certezze.

     La vacanza per definizione  rappresenta un contatto possibile maggiore con il tempo interno, rispetto al quotidiano, e potrebbe favorire il rientro in una più vitale e bilanciata pulsazione fra il tempo interno ed il tempo esterno. Il tempo esterno infatti di una famiglia in vacanza  è un tempo che è posto comunque in un altro campo di energie, con ben diverse atmosfere e ben diverse pre-disposizioni dei singoli.

     E il tempo interno della famiglia in vacanza?                                             

     Anche la famiglia infatti è accostabile ad un Sistema Vivente Complesso, con la sua corporeità, i suoi tratti, i suoi individui, i suoi confini, le sue sostenibilità, la sua storia, i segni incisi che la caratterizzano, una sua mente di tratto dominante, un suo tempo interno, oggi spesso rarefatto e difettuale!     

     Tre step allora per un'opportunità neghentropica di una famiglia in vacanza.

  • Il primo è quello di sapere che il viaggio per una vacanza, benché temporaneo, ri-chiama i passaggi della nostra storia, che sono pattern di separazione comunque individuanti sulla nostra freccia del tempo.

     La famiglia si distanzierà e si individuerà con la vacanza, come sistema vivente complesso, in un altro campo, con meno tossine. Ciò potrebbe rappresentare una prima condizione facilitante una nuova definizione: poter segnare incisivamente, cioè, alcuni pattern per un reset neghentropico, non semplicemente caotico-casuale.

  • Il secondo step è quello di segnare un tempo di incontri speciali nella vacanza (e solo lì), dedicati al raccontarsi e raccontare, guardandosi negli occhi con prosodia lenta, intensa, per quanto sostenibile autentica e includente. Raccogliersi insieme cioè in uno spazio individuato e condiviso, creando delle ben precise oasi temporali della vacanza: in questo modo si possono ricostruire le circolarità dei vettori del corpo vivente famiglia.

     Restituirsi e restituire in questi incontri il tempo interno, il tempo limbico del torace, del respiro, il tempo dei sentimenti, del con, dell'ascoltarsi e dell'ascoltare l'Altro (figli, genitori, zii, nonni, nipoti, partner...), restituire il tempo del Noi alla famiglia. Leggere e raccontare in questi incontri, tutti insieme, il tempo bottom up della storia della famiglia e del suo senso, il tempo della storia dei componenti e della loro espressività nel tempo, anche corporea.

     Restituire in questo modo il tempo serotoninergico (5HT) affettivo alle relazioni famigliari, "con occhi consapevoli, che guardano l'altro e ritornano al proprio Sé, al proprio naso" (per richiamare un'attivazione corporea ben precisa di pattern ontogenetici nel setting di Analisi Reichiana. (Ferri, 2019).

     Il tutto vissuto in una circolarità di disposizione reale tra i membri della famiglia, che segna le lancette dei vettori circolarmente, ma anche il confine del campo, permettendo una nuova (o rinnovata) possibile densità relazionale del tempo interno della famiglia.

  • E poi il terzo step, un'altra oasi di tempo di incontri speciali nella vacanza, che accompagna e completa il precedente:

- camminare insieme, in un bel silenzio dopaminergico, attraversando le proprie vie corticospinali-spinali (Ammanniti-Gallese, 2014), sentire il movimento del procedere psicocorporeo, da soli ed insieme come corpo vivente famiglia, e andare avanti guardando il percorso: liscio, accidentato, bellissimo, articolato, dritto o sinuoso che sia, affrontandolo con flessibilità intelligente e con la possibilità di modificarlo, per raggiungere la meta stabilita e condivisa da tutti in precedenza.

- Camminare insieme, aspettandosi l'un l'altro, se necessario, passeggiando in verità anche lentamente, guardandosi lateralmente e girando il collo a destra e sinistra (per richiamare un'altra attivazione corporea ben precisa di pattern ontogenetici nel setting di  Analisi Rechiana. (Ferri, 2019), senza molte parole, permettendo alla corporeità di esprimersi nella mimica, negli sguardi, nei movimenti, nel respiro, nell'alzare gli occhi oltre gli orizzonti verso il cielo.    

  Due modalità, quelle proposte, di attivazioni corporee semplici traslate nel setting della vacanza, in successione sulla freccia del tempo, codificati e appartenenti alle fasi post-orali nella stratificazione evolutiva del nostro Sé. Attivazioni corporee un po' filo-ontogenetiche, un po' pre-soggettive, ma che, associandosi alla presenza della soggettività cognitiva, possono ri-combinarla intelligentemente in una nuova connessione, così da proteggere meglio il confine del sistema vivente complesso famiglia e permettergli una maggiore individuazione-embodiment, per il rientro nel campo sociale del quotidiano.

 

Bibliografia

Ammanniti M., & Gallese V. (2014), La Nascita della Intersoggettività. Milano: R. Cortina Ed.

Bauman, Z. (2003), Modernità Liquida. Bari: Laterza Ed.

Ferri, G. (2005). Chi mi ha rubato le lancette? Intervista di Roberta Ronconi a Genovino Ferri in Quotidiano Liberazione della domenica.

Ferri, G. (2016). The Mind...the embodied mind...the enactive mind...the trait mind. Somatic Psychotherapy Today, 6(1).

Ferri, G. (2017), Body sense. eBook: Alpes Ed.

Ferri, G., & Cimini G. (2018), Psychopathology and Character. eBook: Alpes Ed.

Ferri, G., & Paiva M.J. (2019), Primary object relationship: A new reading.

Somatic Psychotherapy Today, 9(1).

Ferri G. & Paiva M.J. (2019), Salutogenesis and Well-Being. Somatic Psychotherapy Today, 9(2).

Ferri, G. (2019), Lezioni su "Didattica delle Attivazioni Incarnate Terapeutiche" in Scuola di Specializzazione in Psicoterapia S.I.A.R. Roma.

*Psichiatra, Psicoterapeuta, Analista didatta S.I.A.R., Presidente S.I.A.R. e Direttore della Scuola Italiana di Analisi Reichiana, Direttore del board scientifico della collana CorporalMente dell'Editrice Alpes, Membro dell’Accademia delle Scienze di New York, Membro del Comitato Scientifico Internazionale di Psicoterapia corporea. Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Indirizzo professionale: Via Nazionale 400. 64026 Roseto degli Abruzzi (TE).

**Psicologa clinica, Psicoterapeuta e Analista Reichiana con specializzazione in Orgonomia e Vegetoterapia Carattero-Analitica presso SOVESP. Direttore Psicopedagogica della scuola di Analisi Reichiana SOVESP. Endereço do consultorio em Sao Paulo: Rua Simao Alvares 948 CEP 05417-020 Sao Paulo - SP, Brasil.

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