LA RELAZIONE OGGETTUALE PRIMARIA:una nuova lettura

 Genovino Ferri[*], Mary Jane Paiva[†]

 

 Abstract

      Si propone una nuova lettura complessa, sistemica, ad elevata coerenza epistemologica, sincronica alla freccia del tempo evolutivo, che osserva l’intera esistenza di una persona, dal concepimento in poi. Essa prende in esame le sue relazioni, i tempi in cui si incidono i primi pattern relazionali, il corpo, il cervello e la mente.

     È una lettura che integrando il tempo evolutivo intrauterino e perinatale porta ad una nuova visione clinica e analitica della psicopatologia e dell’inconscio. Alla luce della complessità, la persona è letta come un sistema vivente complesso (il Sé) che ha origine nella fecondazione e riceve altri  segni incisi dall’Altro da Sé, fin dalla sua vita intrauterina.

 

Parole chiave

 Relazione Primaria intra ed extra uterina - Mente di Tratto - Modernità liquida.

 

 Abstract 

         This article proposes a new, complex, systemic interpretation with high epistemological coherence which is synchronic with the evolutive arrow of time, observing the entire existence of a person from conception onwards. It takes into consideration the relationships, the times in which the first relational patterns are incised, the body, the brain and the mind.

It is a reading which integrates intrauterine and perinatal evolutive time, leading to a new analytical and clinical understanding of psychopathology and the unconscious. In the light of complexity, the person is interpreted as being a complex living system (the Self) which has its origins in fertilisation and receives incised marks from the Other than Self, from intrauterine life onwards.

 

Key words

 Intra and extra-uterine Primary relationship - Trait Mind -  Liquid modernity.

 

 

     Parlando di Relazione Oggettuale Primaria abbiamo bisogno, in primo luogo, di chiarire che la nostra prospettiva è quella di un’osservazione dei fenomeni della vita, delle loro cause e delle loro sequenze in un tempo ben definibile. Una prospettiva accettabile, coerente e unica con la freccia del tempo evolutivo: quella dell’intera esistenza di una persona dal concepimento in poi.

     Si tratta di una prospettiva complessa, sistemica, ad elevata coerenza epistemologica e tridimensionale. Essa, considerando l’intera esistenza di un individuo, prende in esame le sue relazioni, i tempi in cui si incidono i pattern relazionali, il corpo, il cervello e la mente. È una lettura che porta ad una visione clinica e analitica della psicopatologia e dell’inconscio in quanto li mette in relazione con il tempo filo-ontogenetico (il tempo nel quale i segni incisi impressi dalle relazioni vengono registrati sui livelli corporei dominanti nelle rispettive fasi evolutive). Alla luce della complessità, questo modo di osservare coglie l’intelligenza della vita e definisce la persona come un sistema vivente complesso (il Sé) che ha origine nella fecondazione – la nascita di un nuovo nucleo energetico - ed è ininterrottamente in relazione con l’Altro da Sé fin dalla vita intrauterina.

     Questa nuova lettura pone l’accento sulla 2ª legge della termodinamica, la “legge dell'entropia, della dissipazione dell’energia”, che si riferisce all’osservazione del tempo esterno, il tempo della cognizione, del fuori. Ma lo sviluppo della vita ha anche una direzione evolutiva neghentropica ascendente, che muove dal disordine e va verso l’ordine (Schroedinger, 1995). La direzione ascendente si evidenzia quando la si osserva e la si sente dal tempo interno; esempi possono essere la nascita di un individuo o l’origine di una relazione in cui prevale il tempo delle emozioni, dei sentimenti.

     Nella storia di questa nuova prospettiva psico-corporea in continua evoluzione Freud (1938) introdusse gli stadi evolutivi e gli oggetti relazionali, Reich (1932) i livelli corporei e Ferri (2016, 2017) il collegamento tra le fasi evolutive, le relazioni intercorporee-intersoggettive e i livelli corporei relazionali che registrano i pattern. La psicopatologia diventa più chiara e la psicoterapia rientra nel setting analitico includendo e addizionando il corpo. In questo modello analitico e clinico della psicoterapia possiamo osservare tre generi di linguaggio: verbale, corporeo e relazionale.

 

Mente di trato art. Ferri 1.2019Mente di tratto - Dott. G. Ferri

 

 

Una nuova lettura

     Con l’inclusione del Corpo, la Relazione Oggettuale Primaria – la fase biologica della nostra relazione con la madre – si rappresenta in due mondi analitici differenti: il tempo intrauterino e il tempo del post partum; in entrambi i mondi la comunicazione è intercorporea e pre-soggettiva.

     Il mondo intrauterino è rappresentato dai fluidi intrauterini, dalla placenta, dal cordone ombelicale e dal liquido amniotico. La nascita-parto ci introduce al mondo esterno e ad una posizione relazionale corporea diversa; in fase oro-labiale ci relazioneremo al seno con le labbra, ci nutriremo di latte, di aria e di contatto epidermico.

     In realtà, quindi, la fase orale può essere suddivisa in due distinti intervalli temporali. La prima fase che si correla al tempo intrauterino – nove mesi – e la seconda, correlata con la fase oro-labiale – dal parto fino a sei mesi dopo la nascita - con il periodo dell'allattamento. La crescita dei primi denti, poi, rappresenta un’indicazione chiara per un cibo solido e l'inizio dello svezzamento che costituisce la seconda grande separazione, con l’uscita graduale dalla Relazione Oggettuale Primaria e l’ingresso delle prime fasi della Soggettività. L’acquisizione della piramidalità muscolare striata, della stazione eretta, della locomozione, della visione stereoscopico-tridimensionale portano all’evoluzione dei circuiti motori e allo sviluppo dell’Io-Soggetto.

     Il Sé-Oggetto, parafrasando Damasio, viene così alle nostre menti come “Io-Soggetto” (Damasio, 2012). Conquistiamo in questo modo la dimensione spazio-temporale e con essa la possibilità di accedere ai ricordi espliciti nell’ippocampo – deposito centrale proprio della memoria esplicita. I ricordi espliciti si uniscono quindi a quelli impliciti, inaccessibili e immagazzinati nell’amigdala – deposito centrale della memoria implicita.

        Offriamo qualche esempio per chiarire il concetto di Relazione Oggettuale Primaria:

  1. A) Prima Fase orale primaria connessa con il tempo intrauterino.

     Il movimento fetale è il mezzo naturale di dialogo caldo e continuo tra la madre e il bambino prima della nascita (Janniruberto, Zulli & Catizone, 1982). La madre è il fertile humus con il quale avvengono i primi scambi biochimici del feto, la sua prima relazione in un tempo pre-soggettivo e inter-corporeo. Questo periodo può costituire la base per una crescita equilibrata. La fase intrauterina – quella della prima grande bocca - coincide con la prevalenza dell’area ombelicale-addominale del feto; in una visione bottom up è chiaramente il livello corporeo relazionale prevalente in questo periodo della vita.

     Il dialogo tra il feto e l’oggetto relazionale madre-utero può essere sufficiente, insufficiente o eccessivo. La sua modalità definisce il grado di resilienza primaria di una persona, fondamentale per il suo sviluppo evolutivo e psicopatologico. Un altro esempio di relazione oggettuale primaria nell’intervallo di tempo peri-natale è quello di una madre sufficientemente buona che crea un contatto salutare attraverso il suo calore accudente. Ciò è importante per la contemporanea mielinizzazione durante la fase finale della vita intrauterina e nei mesi che seguono la nascita. Senza dubbio è un’importante base per un futuro dialogo appropriato della persona con il mondo, come enunciato da Stephen Porges (2014) nella sua documentazione sul circuito ventro-vagale e sottolineato da Genovino Ferri (2016, 2017) attraverso la storia delle relazioni emozionali della persona stessa.

     Al contrario, una madre insufficiente o eccessiva potrebbe creare allarme o attaccamento e generare un tratto orale insoddisfatto o rimosso, una piattaforma, cioè, pre-soggettiva per lo sviluppo del Disturbo di Personalità borderline e/o di quadri depressivi. Sottolineiamo l’importanza di includere il corpo in psicoterapia con la storia biologica e biografica della persona. Individuare, infatti, il livello corporeo – il tempo della fase evolutiva nel quale è possibile il rischio patologico - facilita la comprensione della psicopatologia stessa e del suo substrato inconscio. Questo processo consente una valutazione diagnostica più precisa.

  1. B) Seconda Fase orale primaria connessa con il tempo oro-labiale.

     In questa fase è prevalente un differente livello corporeo relazionale: la bocca, le labbra, la lingua del neonato e la sua relazione con l’oggetto primario madre-capezzolo. Questo livello corporeo permette, ad una madre sufficientemente buona, di creare un buon contatto con il neonato anche attraverso i neuroni specchio (Gallese, Migone, & Eagle, 2006). Il suo latte nutriente e il suo calore generano livelli di serotonina sufficienti per costruire nel bambino sicurezza, autostima e fiducia, nutrienti fondamentali di un caregiver per garantire e accompagnare una buona mielinizzazione fornendo, in tal modo, una comunicazione veloce.

     Una madre eccessivamente o insufficientemente accudente può invece creare dipendenza o attaccamento oltre che insicurezza, favorendo una tendenza che può rallentare la crescita del bambino. Ciò potrebbe anche rappresentare una piattaforma pre-soggettiva per lo sviluppo di disturbi dell’alimentazione. In questa fase, la sostenibilità della madre non è rappresentata soltanto dall’allattamento al seno, ma è caratterizzata prevalentemente dalla qualità del suo accudimento. Infatti, la sua condizione psicofisica ed emozionale influenza la sua relazione con il bambino.

     Esempi di rottura si verificano quando la madre non può allattare al seno a causa di uno stato di angoscia, di ansia, di depressione post-partum o di qualunque altro ostacolo al contatto e al legame con il suo bambino. Nella fattispecie, possono insorgere problematiche di perdita, di abbandono, di bassa autostima o di equivalenti depressivi.

Simulazione incarnata

     Gli esempi sopracitati ci permettono di rivedere il concetto di “Simulazione Incarnata” descritta nella funzionalità dei neuroni specchio (Gallese, Migone, & Eagle, 2006). Considerando la Simulazione Incarnata come un meccanismo specifico attraverso il quale il nostro sistema cervello/corpo modella la nostra interazione con il mondo, riteniamo che essa possa, nel setting, diventare  terapeutica grazie alla lettura del Controtransfert del terapeuta nei suoi tratti di carattere (Ferri & Cimini, 2018). Esso sorge dal dialogo inconscio tra i tratti della persona in analisi e i tratti dell’analista. La Simulazione Incarnata Terapeutica può condurre ad una posizione più appropriata dello psicoterapeuta nella relazione con la persona e più rispondente ai bisogni emergenti nel setting da parte della persona stessa. La psicoterapia corporea può anche utilizzare attivazioni terapeutiche incarnate o acting che sono movimenti ontogenetici appropriati per le domande terapeutiche che emergono dal setting (Ferri, 2016, 2017). Gli acting sono indirizzati in modo specifico al livello corporeo relazionale prevalente nella fase evolutiva considerata; ogni livello corporeo, infatti, rappresenta un'afferenza periferica da cui accedere per raggiungere le aree centrali armonizzandole.

Parto e nascita

     La nascita e il parto sono eventi straordinari che lasciano un segno inciso determinante nella formazione del nostro carattere, costituendo la prima vera separazione della nostra vita: il passaggio dal dentro al fuori. È importante rilevare che un’eventuale minaccia d’aborto nel tempo intrauterino può rappresentare una minaccia vitale di separazione per l’embrione-feto, a causa della sua totale dipendenza biologica dalla madre. A tal proposito ci interroghiamo su che cosa questa minaccia possa causare nei fluidi biologici placentari e fetali e che cosa cambi nei valori biochimici dei neurotrasmettitori etc… Con quale intensità un’angoscia pre-soggettiva di morte potrebbe essere immagazzinata nell’amigdala (deposito delle paure)? E ancora, quanto potrebbe questa esperienza essere un co-fattore predisponente nello sviluppo della personalità? 

     Il come del parto e della nascita incide differenti segni nella storia biologica e biografica di ognuno. Tali segni imprimono le modalità principali delle nostre future separazioni; i due passaggi (parto e svezzamento), che caratterizzano la fase orale nelle sue due sotto-fasi (intrauterina e oro-labiale) contribuiranno a caratterizzare la nostra Relazione Oggettuale Primaria.

     Per esempio: eventi di perdita e passaggi-separazione, che toccano una persona caratterizzata da una fase orale primaria a bassa resilienza, possono causare disorganizzazione e allarme. Ma anche negli individui con buona resilienza intrauterina, il fatto di essere nati con parto distocico potrebbe rappresentare una piattaforma pre-soggettiva per la riattualizzazione di problematiche di panico durante le fasi di transizione e determinare disturbi d’ansia da separazione.

In conclusione

     Includere il Corpo vivente in evoluzione ci pone nelle condizioni di leggere la complessità del sistema attraverso lenti differenti che permettono di ottenere, con una metodologia adeguata e replicabile, una diagnosi più precisa, un progetto più appropriato e di evitare dei rischi. Riflettendo infatti su quanto la nostra modernità liquida scivoli attraverso il tempo come un fluido senza forma o struttura, liquefatta dalla velocità (Bauman, 2003), riteniamo che essa possa oggi rappresentare un nuovo segno inciso con rischi per la relazione peri-natale.

     Evitiamo pertanto il rischio di perderci nella complessità senza corporeità ed evitiamo il rischio di una psicoterapia liquida senza forma, che potrebbe essere il riflesso del nostro attuale rischio di modernità liquida. Viviamo in un tempo con più istanti e meno radici, con più emozioni e meno sentimenti (che sono fatti di tempo), con più eccitazione e meno consapevolezza, con più comunicazione e meno relazione (anche questa fatta di tempo), con più informazione e meno sapere. Siamo più sul tempo che nel tempo, più sulla superficie che nelle profondità. Siamo un corpo vivente sociale che oggi registra una riduzione della serotonina, il neurotrasmettitore 5HT associato all’affettività, un corpo vivente sociale che va verso un incremento della dopamina (DA) associata all’azione, o verso una depressione mascherata da accelerazione?

    Nella nostra Relazione Oggettuale Primaria è fondamentale un buon nutrimento affettivo. La mancanza di tempo e la mancanza di nutrimento affettivo potrebbero determinare un’espressività corporea alterata, un disembodiment con uno smarrimento e perdita di senso della vita e dei significanti del corpo.

Bibliografia

Bauman, Z. (2003), Modernità Liquida. Bari, Laterza Ed.

Bertalanffy, L. Von. (1971), Teoria generale dei Sistemi. Torino, Isedi Ed.

Damasio, A. (2012), Il Se viene alla Mente. Milano, Adelphi Ed.

Ferri, G. (2016), The mind...the embodied mind...the enactive mind...the trait mind. Somatic Psychotherapy Today, 6(1).

Ferri, G. (2017), Body Sense. eBook. Roma, Alpes Ed.

Ferri, G.,& Cimini G. (2018), Psychopathology and Character. eBook. Roma, Alpes Ed.

Freud, S. (1938), Compendio di Psicoanalisi. O.S.F. Bollati Boringhieri Ed.

Gallese, V., Migone, P., & Eagle, M.N. (2006), La simulazione incarnata: i neuroni specchio, le basi neurofisiologiche dell'intersoggettività e alcune implicazioni per la psicoanalisi. Ed. unipr.it

Janniruberto, A., Zulli, P., & Catizone, F. A. (1982), Motricità e vita psichica del feto. Argomenti di Ostetricia e Ginecologia. CIC.

Porges, S. (2014), La teoria polivagale. Roma: Fioriti G. Ed.

Reich, W. (1932), Analisi del carattere. Milano: Sugar Co Ed.

Schrodinger, E. (1995), Che cos'è la Vita? Milano: Adelphi ed.

[*] Psichiatra, Analista S.I.A.R., Direttore della Scuola Italiana di Analisi Reichiana, Membro dell’Accademia delle Scienze di New York, Membro del Comitato Scientifico Internazionale di Psicoterapia corporea.

[†] Psicologa Clínica, Psicoterapeuta e Analista Reichiana con specializzazione in Orgonomia e Vegetoterapia Carattero-Analitica presso SOVESP. Direttore Psicopedagogica della scuola di Analisi Reichiana/SOVESP.

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