NULLA DA TEMERE E TUTTO DA DESIDERARE

Prospettive reichiane sul mondo contemporaneo 

di Antonella Messina

Lekton edizioni, 2021

 

Recensione di Marilena Komi[*]

 

 

 

     Il libro  compie una limpida e profonda esplorazione dell’opera e della vita di Reich, in un’ottica che tiene conto dei recenti sviluppi della società e della psicoterapia. Dal libro riportiamo la prefazione rivista alla luce degli accadimenti covid.

     Le opere di Wilhelm Reich hanno ispirato e hanno avuto risonanza su molte delle idee dei movimenti giovanili degli anni ’60 e ’70, giungendo in seguito a una relativa perdita di tale popolarità. Oggi ci troviamo di fronte a un rinnovato interesse sia per la psicoterapia reichiana e corporea – che acquista una posizione sempre più autorevole nel mondo delle psicoterapie - sia per lo stesso Reich.

     Emergenti temi sociali quali la riduzione dei diritti dei cittadini nei paesi sviluppati, l’austerità e la crisi economica, i nuovi successi dell’estrema destra, il prevalere di un clima irrazionale dei mercati, le guerre volute da intenti economici, la distruzione del pianeta, la diffusione epidemica di strutture caratteriali e modi di vivere che producono violenza o sottomissione estrema, la crisi a vari livelli della società dell’ epidemia Covid[1], sono alcuni dei fenomeni che risuonano nei temi che Reich ha brillantemente messo in rilievo; per tale motivo le domande cui Reich ha tentato di rispondere, attraverso la propria opera e la propria vita, acquistano oggi un’attualità a volte allarmante.

     La psicoanalisi per il giovane Reich era uno straordinario strumento di analisi del comportamento umano: a parere dello psicoanalista, essa avrebbe potuto dare risposte alla questione centrale ed eterna del perché l’uomo si sottometta alle condizioni sociali che lo distruggono, lo sfruttano, lo impoveriscono, conducendolo fino all’assurdità del volerle assecondare, del desiderarle, perpetuando, al contempo, le medesime condizioni di sofferenza.

jpgcopertina nulla da temereCopertina del libro "Nulla da temere tutto da desiderare" di A. Messina     Il salto qualitativo complesso nel pensiero di Reich si compie in questa doppia attenzione ai compiti della psicoanalisi: egli per un verso osserva la formazione della struttura caratteriale corporea individuale, segnata da eventi di vita più o meno drammatici o gioiosi; per un altro verso, invece, apre lo sguardo al sociale e alla caratteristica comune che le singole strutture caratteriali assorbono dalla società; quello che Reich deduce è che mentre frustrazioni biografiche e costrizioni sociali agiscono, il corpo elabora una forma di inibizione dell’energia vitale, quasi come se per evitare il dolore e la delusione, l’individuo si vietasse di desiderare e di provare gioia, a partire dal corpo. In linea con questo modo di vivere e di abitare la connessione sentire-pensare, il disturbo personale, soggettivo, dà vita al disturbo di un sistema sociale vivente. Quest’ultimo, a sua volta, alimenta il disagio individuale e sociale, creando risonanze che si autoalimentano.

     Possiamo schematicamente delineare alcuni dei campi principali che, nella nostra ottica, sono stati osservati da Reich avvalendosi prima della psicoanalisi, poi della Vegetoterapia Caratteroanalitica poi delle ricerche biologiche incentrate su una filosofia umanistica:

  1. La relazione tra struttura caratteriale e società e, attraverso di essa, la spiegazione di fenomeni sociali come la passività del cittadino medio, l’inaridimento emozionale, la sottomissione all’oppressore, tramite una relazione ciclica articolata tra società-famiglia-carattere-società.

     Attraverso l’individuazione di tale connessione, Reich arriva a una spiegazione profonda e brillante del fenomeno fascista e dei regimi totalitari in generale, non dimenticando come tale visione si fondi sull’assunto dell’identità funzionale mente-corpo e della natura energetica dei meccanismi psichici.

  1. La contaminazione sociale della psicopatologia individuale sotto forma di un’epidemia (peste emozionale).
  2. La prevenzione sociale delle nevrosi: essa può essere prevenuta soltanto con azioni di vasta scala con bambini, ragazzi, adolescenti e con coloro che li curano e li educano. Questo processo esige politiche adeguate e non può essere compiuto individualmente.
  3. Il concetto di democrazia del lavoro. Uno schema utopico di una certa pratica sociale di democrazia immediata che, come ogni utopia, ci indica la direzione verso un mondo migliore contenendo i germi di un realismo futuro.
  4. Ecologia e ricerche biologiche: il corpo come natura e il corpo della natura. La visione di Reich su questi temi lo mette tra le correnti ecologiste odierne più interessanti dal punto di vista della filosofia politica. Possiamo ritenere che il modo in cui la società vede la natura della specie umana e la natura in generale ha una dimensione profondamente politica.

     Non molto più tardi, nel 1955, Marcuse, nel suo libro Eros e civiltà parlerà della società non repressiva scrivendo che essa «si baserà su un’esperienza dell’Essere fondamentalmente differente, un rapporto tra uomo e natura fondamentalmente differente e rapporti esistenziali fondamentalmente differenti»[2].

  1. L’idea dell’energia biologica e dei fenomeni energetici degli organismi; essa trova corrispondenza in analoghe ricerche contemporanee e trova riscontro in una indiscutibile base scientifica che ha avuto tantissime applicazioni nella medicina non convenzionale e in altri settori.

     Solo indicativamente possiamo qui citare la medicina omeopatica e i lavori di Luc Montagnier (Nobel 2008) a proposito del meccanismo d’azione puramente energetico del farmaco omeopatico; i lavori di Fritz Albert Popp e di Alexander Gurwitsch sui biofotoni, le ricerche dell’istituto HeartMath per il campo energetico del cuore, le diagnosi e le terapie fondate sulla medicina quantistica. L’enfasi sulla continuità energetica tra le forme di vita, ci porta a segnalare una continuità energetica che va dalla cellula fino all’uomo e grazie alla quale l’uomo si riappropria della propria appartenenza alla natura. Tale passaggio concettuale non è possibile sino a quando l’essere umano si reputa altro dalla natura, alienandosi da essa e considerandosi a lei superiore.

  1. Il concetto della relazione sistemica e della connessione tra la vita organica e la vita inorganica. Il pianeta e il Cosmo sono stati descritti da Reich come uno spazio pieno di energia e di vita: idea che si trova negli odierni movimenti ecologisti ma anche nell’astrofisica e nella fisica quantistica, secondo le quali la materia è viva e non si percepisce come semplice oggetto. Il professore di astrofisica all’Università di Atene Manos Danezis è arrivato a sostenere che in realtà viviamo in un oceano di energia il quale viene percepito dai nostri sensi come una serie di oggetti materiali.

     Ci troviamo ottanta anni dopo la messa a punto di queste tesi. In quale modo possiamo valutare e rivalutare il lavoro di Reich oggi, dal punto di vista della sua attualità? Che rilettura possiamo fare di questi concetti nelle società odierne? L’odierno consenso dei cittadini europei verso politiche autoritarie che li impoveriscono, non può essere considerato una psicopatologia sociale? La diffusione e il profilo psicologico dello stato islamico, nelle sue forme radicalizzate e violente,  non possono essere visti come una peste emozionale – usando l’espressione di Reich - frutto di un riflesso simmetrico dell’avidità e delle politiche psicopatiche del mondo civilizzato ? La recente pandemia non ha evidenziato profili irrazionali di gestione e il nostro arrogante rapporto con la natura? Oggi nell’ epoca del bullying nella scuola, quanto è attuale l’ educazione sessuale con bambini e ragazzi e la prevenzione di fenomeni di abusi di vario genere? La medicalizzazione del parto e della salute in generale non sono forse rimasti temi verso cui guardare in un’ottica evolutiva reichiana?

     Abbiamo riportato solo pochi esempi che, a nostro parere, ci raccontano di un pensiero reichiano che va riletto e valutato in rapporto alle tantissime sfide odierne che richiedono un altro tipo di rapporto dell’uomo, prima con se stesso e poi con il mondo che lo circonda.

[*]Marilena Komi, Psicologa-Pedagogista, President of Hellenic Institute of Vegetotherapy & Character Analysis-“Wilhelm Reich” Center of Athens. Psicoterapeuta corporea e di Gestalt, EMDR (terapia del trauma), trainer e supervisore, membro  di  EABP,  HAC e della International Scientific Committee di Psicoterapia Corporea (ISC). Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Indirizzo professionale: 12 Athinas Str., Monastiraki, Athens, 10551, GR.

[1] Vedi Ferri Genovino, TEMPO ZERO 2020: Ιl tempo del limite in https://www.analisi-reichiana.it

[2] H. Marcuse, Eros e civiltà, Einaudi, Torino, 1974, p. 3

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