QUALE CORPOREITA' IN PSICOTERAPIA?

(verso una maggiore appropriatezza)

Genovino Ferri[*]

 

 

     Una lettura complessa dei sistemi viventi, che include la direzione bottom up e l'emergere corporalmente della soggettività, porta con sé alcune precisazioni prospettiche.

     La prima che prendo in considerazione è la verticalità della storia relazionale della persona, quella vera, dal big-bang del concepimento al qui ed ora, la storia vissuta e segnata anche nella corporeità. La seconda è che il tempo di osservazione, per leggere i segni incisi (carattere significa etimologicamente segno inciso) lasciati dalla storia vera delle relazioni, si spalma su tutta la freccia del tempo dell'esistenza, dall'intrauterino alla maturità, anche sui livelli corporei relazionali. Per cogliere il senso intelligente della narrazione psicocorporea di una persona, infatti, è bene risalire anamnesticamente finanche al progetto implicito di scena con il quale è arrivata al mondo. La terza precisazione è che sulla freccia del tempo sono ben da individuare sia le stazioni del tempo, ovvero i piani del palazzo della nostra personalità, anche quelli disarmonici, sia il come li abbiamo abitati. Per chiarire prendo in esempio proprio la stazione del tempo della mielinizzazione del Circuito Ventro Vagale di Porges e della contemporanea relazione con la madre.

     Siamo alla fine della relazione intrauterina, nel tempo del parto e della successiva fase oro-labiale: "liquidi intrauterini, placenta e funicolo ombelicale nel dentro... seno, labbra, latte, occhi e aria nel fuori"! (Ferri, Cimini, 2018, pag. 550).Sono questi luoghi corporei relazionali periferici che portano i segni incisi dai pattern della relazione intercorporea-Intersoggettiva, del Circuito Ventro Vagale (VV) di quel tempo e sono proprio loro nel nostro caso, i possibili portali per l'ingresso dei due principi attivi della psicoterapia per questo tempo ontogenetico, e la possibilità di arrivo fin nelle aree centrali.

Quindi:

-come abbiamo attraversato quella stazione del tempo del Circuito VV?

-quali dialoghi analogici sono stati da noi registrati?

-con quali domande implicite siamo usciti da quel tempo e come esse si sono embricate alle successive delle altre stazioni? Quanto la precedente relazione intercorporea demielinizzata, ha concorso a realizzare quella del Circuito VV mielinizzata?

     In fase embrionale infatti, i componenti di parecchi nervi craniali, gli efferenti viscerali speciali, si sviluppano insieme a formare il substrato neurale del Circuito VV! È su tali punti di precisazione, è evidente, che il corpo e le neuroscienze fanno ingresso nei setting, delineando il grande tema dell'ontogenesi in psicoterapia, offrendo altresì una possibile maggiore appropriatezza in psicoterapia. Quale Corporeità quindi in Psicoterapia?

     Prima di qualsiasi indirizzo di scuola, ritengo che ci siano due principi Attivi in Psicoterapia. Ricordo un bell'articolo di un po' di anni fa di Biondi sulla Relazione quale principio attivo della psicoterapia, ne feci tesoro, approvandolo sentitamente. Oggi ne ho addizionato un altro e quindi ne ho due, ben saldi, di riferimento: ve li propongo. Considero sempre la Relazione il primo principio attivo in psicoterapia, ma con margini di appropriatezza da apportare, molto importanti. Ad essa ho aggiunto il Secondo Principio Attivo: l'Attivazione Corporea Terapeutica, con margini di appropriatezza da apportare, anche qui, molto importanti. Tipizzando ancora meglio la domanda precedente: Quale corporeità quindi nei due Principi Attivi?

 

La Corporeità nella Relazione Analitco-Terapeutica

    Le domande implicite, depositate nelle stazioni del tempo delle persone, dialogano tra loro profondamente con un terzo linguaggio: il linguaggio dei tratti del carattere. È sul dialogo fra questi inconsci, che le persone costruiscono le comunicazioni e le relazioni, le sostenibilità, le alleanze, le simpatie, le piacevolezze o, al contrario, le antipatie, le insostenibilità, le simmetrie psicodinamiche. Il linguaggio dei tratti e fra i tratti di carattere è un linguaggio meta rispetto al linguaggio verbale e al linguaggio corporeo: esso ci permette di conoscere i pensieri di tratto, il livello corporeo relazionale di tratto, l'intelligenza di tratto, l'architettura della mente di tratto. Propongo quindi anche il linguaggio dei tratti, tra le password, per entrare nel setting psicoterapeutico e leggere la relazione analitico-terapeutica, ricavandone ulteriori linee guida per una maggiore appropriatezza.

   

hierarchyGerarchia delle risposte del sistema nervoso     La Relazione tra analista e analizzato ha nell'accoppiamento strutturale tra i loro rispettivi tratti di carattere un altro fondamento straordinario: esso richiama nella disposizione la doppia elica di un DNA. La relazione infatti costituisce un nuovo e terzo sistema vivente complesso oltre i due, che avrà una propria autoorganizzazione, una propria autopoiesi, un proprio sviluppo e dei propri stadi. Una terza presenza che espande il dialogo in un trialogo, utilissimo per lo psicoterapeuta! In questa proposizione è evidente che ai già conosciuti transfert e controtransfert, sto accostando altri parti strutturali della relazione: il transfert ed il controtransfert di tratto. E qui un link è indispensabile per chiarire questo che sto affermando.

     Nella teoria della mente la Simulazione definisce "il comprendere gli altri mettendosi nei loro panni"; Gallese ed Ammanniti invece propongono, ampliandola in una lettura bottom up, la Simulazione Incarnata: “prima e alla base della lettura della mente dell’altro vi è l’intercorporeità come principale fonte di conoscenza, una forma diretta di comprensione degli altri dal di dentro (…) un livello intermedio fra il sistema dei neuroni a specchio e la risonanza empatica". (Gallese, 2007, pp.659-669). Nel setting ritengo che essa si possa trasformare in Simulazione Incarnata Terapeutica, proprio con il controtransfert di tratto, ovvero la collocazione sul tratto della propria personalità e sul corrispondente livello corporeo relazionale, appropriati per raggiungere e contattare il piano abitato dalla mente di tratto dell'altro. La Simulazione Incarnata Terapeutica è fondamentale in psicoterapia per poter avvicinare e modificare alcuni pattern specifici e disarmonici di relazioni interpersonali nella storia della persona. Per dirlo in riferimento alla Teoria Polivagale e con l'esempio del Circuito VV-ROP, quale pattern relazionale è stato imprintato nella ROP? Inclusione-esclusione? Accettazione-minacciosità? Sostegno-annientamento? Sicurezza-instabilità? E quale risposta implicita relazionale è la più appropriata e funzionale per l'Altro? Giusta distanza? Contatto? Approvazione? Presenza?

     Un primo esempio. Posso rispondere ad una necessità di giusta distanza dell'Altro con una mimica oculare includente ed una prosodia (tono, ritmo, accento) suadente e sorridente? O forse sarebbe più appropriato relazionarsi con un contatto occhio-occhio convergente e attento, in cui l'Altro si sente visto e letto, con una prosodia intensa e lenta, nel rispetto della sua giusta necessità di spatium? Un altro esempio, a più alta stazione evolutiva. Posso rispondere ad una necessità dell'Altro di andare nel mondo con un collo rigido e relativa prosodia superegoica e distante, certamente lontana dalla domanda di alleanza affettivo-toracica dell'Altro. O sarebbe più appropriato relazionarsi con un collo tonico e relativa prosodia umile e grintosa, in alleanza affettivo-toracica, perché l'Altro possa agire la sua possibilità di adgredior e andare verso il mondo?

 

La Corporeità nell'Attivazione Incarnata Terapeutica

     Alla simulazione incarnata terapeutica e al controtransfert di tratto appropriato, per modificare pattern relazionali disarmonici, si può addizionare l'Attivazione Incarnata Terapeutica, il secondo principio attivo. Se il primo principio attiva la persona dall'esterno, il secondo principio muove la persona dall'interno con azioni concrete corporeo-psicodinamiche, appropriate alle domande terapeutiche, esplicite ed implicite, emerse nel setting. “Quando l’azione viene eseguita o imitata si attivano le vie cortico-spinali…quando l’azione viene immaginata si attiva la rete corticale motoria…l’azione non viene prodotta” (Gallese, 2014). In generale tutta la Psicoterapia Corporea può essere considerata Attivazione Incarnata Terapeutica, ma certamente deve rispondere a grammatiche con requisiti di coerenza, il secondo principio attivo infatti innalza il livello di Complessità di una Psicoterapia. Quali margini allora per una sua maggiore appropriatezza?

     Per la mia esperienza i margini di una maggiore appropriatezza li ho trovati nelle attivazioni incarnate terapeutiche realizzate con gli acting di Vegetoterapia: terapia del SNV o SNA! Questo nome nasce nel 1935 ad Oslo, coniato da Wilhelm Reich per indicare la sua terapia delle nevrosi altrimenti dette distonie neurovegetative. Oggi, nell'evoluzione della metodologia, gli acting rappresentano specifici movimenti ontogenetici, necessari per esplorare la storia dei pattern relazionali stratificati nelle stazioni del Tempo e nei livelli corporei relazionali. Nei setting psicoterapeutici, in sintonia appropriata con la simulazione incarnata terapeutica, essi fanno emergere fondamentali insight energetici-emozionali-psicodinamici, proponendo alla persona la possibilità di un nuovo pattern relazionale. Sono i livelli corporei relazionali che costituiscono i portali per l'attivazione incarnata terapeutica, l'afferenza periferica da cui accedere per raggiungere le aree centrali e armonizzare le domande implicite depositate in quella stazione del tempo e in quella mente di tratto. Riprendendo l'esempio del Circuito VV nella relazione oggettuale primaria con la necessità della giusta distanza. Al controtransfert di tratto appropriato prima delineato addiziono per esempio (se nella storia della persona ci fosse un pattern di madre troppo richiedente che non concede svezzamento-individuazione). un acting in cui l'Altro, dagli occhi dell'analista-terapeuta, approvanti e sempre presenti, ritorna con i suoi occhi sulla propria piramide nasale, per ri-prendersi o forse individuare lo spazio della sua soggettività. Un acting di 15', ripetuto per un numero di sedute psicoterapeutiche funzionale all'embodiment del nuovo pattern, così da segnarlo dalla periferia sulle vie centrali orbito- frontale/corteccia prefrontale! Continuo poi con l'altro esempio, di più alta stazione evolutiva: perché l'Altro possa andare nel mondo. In sintonia con la Simulazione Incarnata Terapeutica e il controtransfert di tratto appropriato prima delineato, addiziono un'attivazione incarnata terapeutica e un acting per l'Altro che, disteso sul lettino con braccia tese e mani piatte che battono ritmicamente sul lettino, con la propria voce, poggiata sulla fine dell'inspirazione nasale respiratoria, afferma un IO tonico e sincronico al colpo delle mani sul lettino; sempre per 15', per più incontri, fino all'avvenuto embodiment! Gli acting raccordano il lì ed allora con il qui ed ora, il profondo con la superficie, l’inconscio con il conscio, la memoria implicita con la memoria esplicita, l'intercorporeità con l'intersoggettività, il disembodiment con l'embodiment! Essi creano nuovi canali sensoriali, formano nuove mappe cerebrali, attivano, con il controtransfert di tratto appropriato, nuovi possibili recettori mu, quelli del piacere. Gli acting ontogenetici specifici per ogni stazione del tempo, stratificati per ogni livello corporeo relazionale, sono gli ascensori frattalici per abitare le stazioni del tempo interno, essi permettono anche le riparazioni, con nuovi possibili pattern psicoterapeutici incisi e una maggiore possibile appropriatezza clinico-analitica in psicoterapia!

 

Conclusioni

     Questi due principi attivi nel loro dialogo verso l'appropriatezza:

-quanti pattern affettivi serotoninergici di tratto resettano?

-quante paure noradrenergiche placano?

-quante azioni dopaminergiche liberano?

-quanti nuovi stili relazionali supportano?

-quante ruminazioni psicodinamiche sciolgono?

-quante distonie neurovegetative risolvono?

-quanti posti sicuri (per dirla con Porges) realizzano?

    E tutto su ben precise stazioni del tempo a partire dal livello corporeo relazionale appropriato!

 

Bibliografia

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[*] Psichiatra, Analista S.I.A.R., Direttore della Scuola Italiana di Analisi Reichiana, Membro dell’Accademia delle Scienze di New York, Membro del Comitato Scientifico Internazionale di Psicoterapia corporea.

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