PROCESSI DI SOFFERENZA URBANA

Spazio e tempo in un’epoca in corsa

 di L. Sucato e A. Messina -Edizioni Malcor D,  2019

 

Antonella Messina[*]

 

IMG MESSINA OKCopertina del libro "Processi di sofferenza urbana".

     Il libro nasce dalle osservazioni, dalle riflessioni e dagli incontri che le due Autrici, un’assistente sociale specialista ed una psicoterapeuta reichiana, portano avanti dal 2012. “L’incontro con la definizione di Sofferenza Urbana avviene da un confronto informale e dalle narrazioni del vissuto personale e professionale da parte delle autrici. All’epoca i fatti riportati sui giornali e sui media, ponevano interrogativi a cui era difficile dare risposte e che lasciavano il sapore di ciò che era incomprensibile secondo gli schemi che avevamo adottato per professione fino a quel momento”(Sucato, Messina, pag. 17). I capitoli sono organizzati in maniera tale da proporre sin dall’inizio una definizione articolata di Sofferenza Urbana onomi, Borgna, 2011).

     “L’ipotesi della ricerca è che le città contemporanee producono un tipo di disagio che interagisce con i processi di costruzione e mantenimento sintonico della percezione di sé. Tale disagio potrebbe essere veicolato dalla richiesta sociale di un agire centrato sul fare. Il paradosso è che rincorriamo tempi e ritmi provando a fare quante più azioni è possibile, per poi avere la sensazione di non avere compiuto nulla”(Sucato, Messina, pag. 26).

     I capitoli raccontano anche di una società contemporanea all’interno della quale è presente una relazione tra essere umano e tecnologia tutta da indagare.   “Questo libro ruota intorno alla questione dei mutamenti, tecnologici e di costume, che fanno sì che ciò che prima era impossibile o assurdo sia oggi pensabile e condivisibile. La riflessione è centrata sui mutamenti sociali, culturali, neurologici fondati su un’idea di spazio-tempo prima neanche ipotizzabile. Dialogare a distanza inviando messaggi con whatsapp o parlare con persone dall’altra parte del mondo, attraverso skype, sono accadimenti che i nostri bisnonni avrebbero trovato impossibili e che gli uomini dei secoli precedenti avrebbero trovato magici”.

     Le dimensioni dello spazio e del tempo costituiscono anche quando non citati l’ordito del libro . “L’andare di corsa, il non avere tempo, il rincorrere il tempo, sono stati individuati come fattori storico sociali incarnati, messi in atto dalle persone di quest’epoca sia sui rispettivi posti di lavoro sia all’interno delle proprie vite personali. Il non avere tempo si è man mano presentato come una condizione, e spesso un disagio, così tanto diffuso da potere essere inserito in un disturbo sociale, connaturato nell’attuale natura delle cose, presente in modo trasversale all’interno di età, fasce sociali e generi. L’ipotesi è che la percezione quotidiana di non avere tempo riguardi tutti gli individui e scaturisca dalla necessità di stare al passo con lo sviluppo ipertrofico, battente e performativo della società contemporanea” (Ibidem, pag.22).

     La ricerca affronta negli ultimi due capitoli il tema del tempo interno dell’individuo, quello in cui è possibile contattare la connessione del sentire/pensare e il tema del tempo performante disincarnato.

     “La questione del tempo è divenuta una riflessione legata alla dis-incarnazione di un’unità corpo-mente che rincorre tempo senza avere tempo, che rinnega lo spazio del tempo presente per stare nella progettazione di un futuro, e che si ritrova al contempo a comunicare con una moltitudine di persone e a permanere nel silenzio delle relazioni. La chiamiamo dis-incarnazione perché ciò che diviene invisibile, o meglio invisibile perché non visto, e solo per questo illusoriamente immortale, è il corpo; un corpo che dimentica la propria carnalità, andando oltre la stanchezza, oltre il possibile, oltre lo spazio che occupa, oltre la relazione con cui interagisce” (Ibidem, pagg.22-23).

     Rimane possibile a conclusione del libro, un’alleanza dell’essere umano con il tempo, una ricerca aperta delle intelligenze relazionali ed evolutive che l’accelerazione della contemporaneità potrebbe comportare: ”Sebbene le ricerche fin qui condotte sulla Sofferenza Urbana, sembrano porre l’accento sulle difficoltà di questi tempi, siamo fortemente orientate ad ipotizzare che se nell’uomo esiste un’intelligenza incarnata, essa concorre alla risoluzione delle problematiche e dei bisogni espressi dalle persone” (Ibidem, pag. 25).

 

Bibliografia

Sucato, L., Messina, A. (2019), Processi di sofferenza urbana. Catania: Malcord  D ed.

Bonomi, A., Borgna E. (2011), Elogio della depressione. Torino: Einaudi. Una definizione è presenta anche in www.souqonline.it;

[*] Psicologa, Psicoterapeuta, Analista S.I.A.R.

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