Numero 2/2023

CURARE TRA RICERCHE DI SENSO, PRESTAZIONI, ALGORITMI E SENTIRE

TAKE CARE BETWEEN SEARCHES FOR MEANING, PERFORMANCE, ALGORITHMS AND FEELING

 

Antonella Messina[*]

  DOI 10.57635/SIAR46

Abstract

        Ci si interroga sull’impatto psicologico, sulle possibilità e sulle proposte evolutive che il mondo della psicoterapia reichiana può individuare nel mondo della cura. Si riflette sui fattori che potrebbero essere determinanti nell’accentuare gli aspetti entropici e neghentropici del lavoro sanitario per evolvere alcuni aspetti psicorelazionali.

 

Parole chiave

        Sostenibilità – evoluzione – formazione.

 

Abstract

        We question the psychological impact, the possibilities and the evolutionary proposals that the world of Reichian psychotherapy can identify in the world of treatment.We reflect on the factors that could be decisive in accentuating the entropic and negentropic aspects of healthcare work to evolve some psychorelational aspects.

 

Keywords

        Sustainability – evolution – training.

 

     Il presente articolo costituisce la seconda parte di un lavoro (Messina, rivista PsicoterapiaAnaliticoReichiana 2-2022) che ha introdotto le tematiche relative alle possibili ricadute psicologiche e professionali che i mutamenti del mondo della sanità in Italia stanno comportando. Sono state esplorate, nella prima parte, i fenomeni del gran numero di dimissioni, detto great resignation (rivista Sanità 24 del Sole 24 ore)  e del burn out del personale medico. Con la scrittura presente ci si interroga sull’impatto psicologico e sulle possibilità e proposte evolutive che il mondo della psicoterapia reichiana può esplorare in merito. Si terrà come focus dell’articolo, il clima relazionale nel mondo della cura. Si intende riflettere sui fattori che potrebbero essere determinanti nell’accentuare gli aspetti entropici (Ferri, Cimini, rivista PsicoterapiaAnalitica Reichiana 1/12) del lavoro sanitario[1] e sulle possibilità neghentropiche (Sensale, rivista di Psicoterapia Analitica Reichiana, 1/2014) per evolvere alcuni aspetti psicorelazionali in direzione della salute.

     Tra i fattori di contesto attuali che sono stati individuati come segni incisi sull’unità mente corpo e che possono segnare la relazione di cura, segnaliamo:

-il furto del tempo (Ferri, rivista Psicoterapia Analitica Reichiana, 2/2015) interno, ovvero del sentire/pensare anche di medici e pazienti. Ci riferiamo all’accelerazione dell’essere umano contemporaneo cui si aggiungono, nel caso specifico, l’intento performante (Sucato, Messina, 2019) di una diagnosi e la richiesta dei pazienti di essere subito privati del sintomo per tornare il prima possibile alla vita di tutti i giorni, nonché a lavori precari che sempre meno prevedono assistenza in caso di malattia;

-il tipo di strumenti di diagnosi. Disponiamo di utili tecnologie sempre più dettagliate, parcellizzanti, stranianti dell’umano, nella loro oggettività, se non accompagnate dallo sguardo e dagli occhi di del medico; esse portano la valutazione complessa di un medico su un piano numerico e di evidenze, mentre i pazienti  lamentano di non essere guardati negli occhi dai propri medici e mettono in atto atteggiamenti di sfiducia e disconoscimento;

-la necessità di curare e rispondere al sintomo è sempre meno accompagnata dall’ avere cura dell’altro e di sé e della relazione. Tra le cause si rintracciano il numero ingente di pazienti da ascoltare durante il proprio turno;

-la messa in atto di strategie di schermatura e corazzamento rispetto alle emozioni, nel tentativo di resistere alle sollecitazioni portatrici di ansia ed allarme. Nel codice corporeo reichiano questo si traduce sovente in irrigidimento del collo e blocco del respiro; si tratta di posture utili a disconnettere il sentire dal pensare ma possono costituire cause possibili di disagio e sensazioni di straniamento dal proprio agire e dai processi empatici;

-la difficoltà nel conciliare la propria vita privata con il proprio lavoro. Dispositivi ed app di comunicazione sono attivi anche in gruppi tra colleghi e chat con pazienti. Ciò comporta la necessità di rimanere nel ruolo sanitario anche dopo gli orari lavorativi ed una soglia di vigilanza attiva per molte ore al giorno anche fuori dal lavoro. A ciò si aggiunga l’ansia per il fatto che ciò che rimane scritto su una chat può costituire prova di una eventuale errata dichiarazione del sanitario.

     L’ipotesi sulla quale si intende riflettere riguarda la possibilità di ridurre i processi entropici di burn out, sviluppando connessioni tra il sentire-pensare, tra la mente ed il corpo, al fine di restituire alle relazioni di cura la possibilità di essere relazioni neghetropiche attivanti. Data l’esistenza di fattori anche oggettivi che mettono il personale sanitario in condizioni di non potere svolgere serenamente a pieno il mandato umano e professionale, bisogna interrogarsi sul come e proponendo cosa, il mondo della psicoterapia corporea possa interagire con tali disagi e con i sensi di rabbia, impotenza e rivendicazione, spesso connessi. Vengono riportate di seguito delle scene provenienti dai vissuti di pazienti e medici per meglio illustrare la rilevanza del fenomeno nel quotidiano.

     Scene possibili dal mondo della cura:

-Un paziente si presenta in ambulatorio con una diagnosi elaborata da lui stesso, tramite la lettura di pagine internet e indica al medico gli esami da prescrivere ed i relativi farmaci, disconoscendo il parere del medico.

-Un medico di famiglia viene raggiunto da messaggi dei pazienti anche dopo gli orari di ambulatorio. Questi richiedono informazioni e rassicurazioni o prescrizioni di farmaci per nulla urgenti e arrivano a qualunque ora.

-Un medico ha dovuto sostituire in pronto soccorso notturno un collega ma a causa della mancanza di personale deve comunque effettuare numerose visite il giorno dopo in ambulatorio.

-Un medico di famiglia ha la percezione di essere assalito dai pazienti che lo chiamano a qualunque ora, attribuisce a ciò i disturbi del sonno, l’ansia e le difficoltà nella vita intima familiare[2].

-Un giovane medico in servizio da qualche anno sente deluso il mandato etico per cui ha scelto questa professione. Dichiara di sentirsi come una macchina che eroga medicinali e prescrizioni. Inizia a sentire una invalidante demotivazione e senso di inutilità[3].

IMG MESSINA DIDASCALIA scultura di Max Le Verrierscultura di Max Le Verrier     Cosa ha da dire la psicoterapia corporea su questi accadimenti dove le relazioni sono accompagnate da vissuti di invasione, disconoscimento, svalutazione, standardizzazione dei processi di cura? In che modo tali fatti possono risuonare sul medico persona facendolo confrontare con i propri vissuti di impotenza, rabbia, narcisismo, slatentizzando eventuali vissuti ansiosi incisi sulla storia del proprio corpo?

       Alcune ipotesi di pensiero e di azione:

-restituire a medici e pazienti la consapevolezza dei limiti vincolanti dati dalle scelte economico-politiche attuali. Essi inficiano il lavoro sanitario nella sua parte relazionale spingendo professionisti e pazienti oltre la soglia di sostenibilità. Abbiamo riscontrato che riposizionando il cursore delle responsabilità che separa le responsabilità socio-politiche da quelle personali e riducendo gli indotti deliri di onnipotenza del medico-eroe, è possibile ridurre la sensazione di fallimento, impotenza e disconoscimeno. Sia il medico che il paziente possono consapevolmente fare relazione condividendo la consapevolezza di agire dentro restrizioni e i disagi non dipendenti da loro. Per il medico può significare non percepirsi come un eroe fallito e per il paziente riscoprire l’umano limite del medico;

-favorire riflessioni in medico e paziente sull’unità  mente-corpo affinché il medico possa respirare ed essere presente a se stesso accompagnando all’idea di prestazione sanitaria affrettata e senza respiro una relazione di ascolto autentica, da cui scaturisce una diagnosi/cura appropriata, pregnante di relazione;

-proporre corsi di formazione o gruppi psicologici tematici dentro le aziende  sanitarie, proponendo acting e movimenti corporei di respirazione per accompagnare la persona-medico nel tentativo di mantenere l’unità mente- corpo, nonché la propria capacità di aver cura;

-restituire la possibilità e la sostenibilità di elaborare un no caldo, accogliente e strutturante rispetto a enti e pazienti che richiedono interventi lavorativi in chat e comportano straniamenti dal proprio sé, fatiche oltre soglia di sostenibilità.

     Come terapeuti reichiani possiamo, nella formazione o nella psicoterapia,  restituire la ricerca e la possibilità di una unione mente-corpo anche all’interno di lavori alienanti, reimpostando i limiti tra il fare del proprio meglio ed il fare l’impossibile lasciandosi adescare dalle adulazioni narcisistiche dell’essere eroi. Si tratta di proporre azioni di cura fondate sull’aver cura, di divergere dalla razionalizzazione della corporeità che propone il corpo come uno strumento da sfruttare ed assoggettare a range, indici di performance e terapie calate dall’omologazione di protocolli di procedura.

                           

Bibliografia


Bocci, M. (2023) Cinquemila addii, la grande fuga dei medici dagli ospedali In Repubblica PP16-17  del 22 Ottobre 2023

Coin, F. (2023) Le grandi dimissioni. Il nuovo rifiuto del lavoro ed il tempo di riprenderci la vita. Torino: Einaudi.

Ferri, G., Cimini G., Il codice neghnetropico sistemico nella storia in PsicoterapiaAnaliticaReichiana n1/12 https://www.analisi-reichiana.it/psicoterapiaanaliticareichiana/index.php/numero-1-34027/11-rivista/numero-1-2012/18-il-codice-neghentropico.

Ferri, G., Il momento presente e la nostra storia di vita, in PsicoterapiaAnaliticaReichiana n.2 del 2015

Maio G., (2023), Medicina e valori umani. Fondamento per un’etica medica, Torino: Minerva Medica.

Messina, A., Lavorare alla cura. Ricerche di senso tra prestazioni, algoritmi e sentire in PsicoterapiaAnaliticaReichiana, n.1/23 https://www.analisi-reichiana.it/psicoterapiaanaliticareichiana/index.php/home-page/39-rivista/numero-2-2022/401-lavorare-alla-cura-ricerche-di-senso-tra-prestazioni-algoritmi-e-sentire

In Sanità24 del sole24 ore del 10 Novembre 2022 https://www.sanita24.ilsole24ore.com/art/aziende-e-regioni/2022-11-10/fiaso-grandi-dimissioni-sanita-2021-via-servizio-sanitario-nazionale-3mila-medici-155536.php?uuid=AESsHuFC

Sucato L., Messina A., (2019) Intelligenze evolutive e processi di sofferenza urbana. Catania: Malcord.

Negrisolo, A., Santinello, M., (2009) Quando ogni passione è spenta. La sindrome del burnout nelle professioni sanitarie.  New York: McGraw-Hill Education.

Sandrin, L., (2004) Aiutare senza bruciarsi. Milano: Edizioni Paoline.

N.Sensale intervista a G. Ferri, in PsicoterapiaAnaliticaReichiana 1/2014 https://www.analisi-reichiana.it/psicoterapiaanaliticareichiana/index.php/numero-1-2014/9-rivista/numero-1-2014/124-intervista-a-genovino-ferri

Sucato, A Messina Intelligenze evolutive e processi di sofferenza urbana, Malcord Catania 2019.

[1] Per approfondmenti e statistiche Sanità informazione del 25 Settembre 2023 https://www.sanitainformazione.it/lavoro/medici-di-famiglia-sullorlo-di-una-crisi-di-nervi-stressati-9-su-10-pesano-covid-burocrazia-e-whastapp-attendere/?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=nl26092023&utm_content=csa

[2] Per maggiori informazioni sul fenomeno diffuso si consulti anche https://www.sanitainformazione.it/lavoro/medici-di-famiglia-sullorlo-di-una-crisi-di-nervi-stressati-9-su-10-pesano-covid-burocrazia-e-whastapp-attendere/?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=nl26092023&utm_content=csa

[3] Su questa tematica il sindacato dei medici Federazione Cimo-Fesmed ha creato il 15 Febbraio 2023 una rubrica dal titolo La fuga di Ippocrate, è riportata su FB un’intervista di un medico che racconta i motivi delle proprie dimissioni dal SSN. Di seguito il link:

 

 

[*] Psicologa, Psicoterapeuta, Analista S.I.A.R. Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Studio professionale: Via Cuturi, 8. Catania.

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