Numero 2/2023

 LA PSICOTERAPIA PRODUCE MODIFICAZIONI EPIGENETICHE

Dall' Aplysia agli umani

PSICOTHERAPY PRODUCES EPIGENITCS CHANGES

From Aplysia to humans 

 

Genovino Ferri [*]

 DOI 10.57635/SIAR41

 

Abstract 

        Dopo aver illustrato una breve storia dell'Epigenetica, vengono presi in considerazione i meccanismi epigenetici e la loro rilevanza per la Psicoterapia. I tre Principi Attivi: la Relazione Analitico-Terapeutica, le Attivazioni Corporee e la Psicofarmacologia, vengono valutati nei termini della loro appropriata azione epigenetica, non solo in Psicoterapia, ma anche in Psicofarmacoterapia.

 

Parole chiave 

        Meccanismi epigenetici – appropriatezza - tre principi attivi – Psicoterapia - Psicofarmacoterapia.

 

Abstract 

        After illustrating a brief history of Epigenetics, epigenetic mechanisms and their relevance for Psychotherapy are taken into consideration. The three Active Principles, the Analytical-Therapeutic Relationship, the Body Activations and Psychopharmacology, are evaluated in terms of their appropriate epigenetic action, not only in Psychotherapy, but also in  Psychopharmacotherapy.

 

Keyword 

        Epigenetic mechanisms – appropriateness - three active ingredients Psychotherapy - Psychopharmacotherapy.

 

 

        Lo sviluppo delle conoscenze sulla plasticità cerebrale sta orientando gli studi verso una Psicoterapia sempre di più Neurobiologica, per meglio dire verso una Psicoterapia Corporea.

 

I meccanismi epigenetici

     Epigenetica: è un vocabolo coniato da C. Waddington negli anni '40 del novecento e si riferisce a come l'esposizione a fattori ambientali può modificare l'espressione dei geni, ponendo in essere il fenotipo[1]L’aggiunta di gruppi chimici o piccole proteine in posizioni specifiche, infatti, accende o spegne l’espressione dei geni, pur non modificando la struttura del DNA. L’interesse dell’epigenetica nel mondo della psicologia nasce da studi che hanno dimostrato che i meccanismi epigenetici influenzano i normali pattern del neurosviluppo e delle funzioni cerebrali. Vi sono infatti dati a favore di una implicazione epigenetica nella neurogenesi, nella differenziazione neuronale e nello sviluppo delle reti neuronali.

 

Eric R. Kandel e la Psicoterapia 

     Con una serie di esperimenti sull’Aplysia Californica, un mollusco con un sistema nervoso molto semplice, composto di soli 20.000 grandi neuroni, Eric R. Kandel genetista e premio Nobel per la medicina nel 2000, ha segnato, nell’aprile 1998, l’inizio del rapporto tra neuroscienze e psicoanalisi (Siracusano A., Rubinoo I. A. Psicoterapia e Neuroscienze 2006). Egli ha dimostrato che le memorie possono essere modificate attraverso processi di apprendimento che si traducono nella formazione di nuovi circuiti neuronali.

     La psicoterapia in una visione neurobiologica, e aggiungo corporea, va a determinare cambiamenti di pattern di comportamento tramite un processo di apprendimento in grado di influenzare l’espressione genica e di modificare le connessioni sinaptiche. Con lo sviluppo degli studi di Kandel, di fatto, le parole acquistano la dignità di un fattore terapeutico che opera modificazioni sulla plasticità del sistema nervoso centrale.

 

Epigenetica e Freccia del Tempo 

     Il periodo perinatale si presenta come una finestra temporale critica, durante la quale le esperienze ambientali possono produrre effetti a lungo termine sul sistema nervoso e sul comportamento. In particolare, il processo dell’apprendimento si sposta, sulla freccia del tempo evolutivo, fino alle prime esperienze sensoriali vissute dall’embrione-feto-neonato nella sua Relazione Oggettuale Primaria, ovvero fino alla nostra pre-soggettività intercorporea-intrauterina.

     Gli stili di attaccamento insicuro favorirebbero, per esempio, uno squilibrio dell’asse HPA (ipotalamo-ipofisi-surrene) e la formazione di un carico allostatico, ovvero di una condizione di esaurimento delle risorse interne per stress prolungato o per scarsa capacità di adattamento dell’organismo (McEwen 2004). In particolare, il carico da stress agirebbe sia sulla corteccia prefrontale, sia sull’ippocampo e sull’amigdala, strutture del sistema nervoso centrale in costante contatto con gli input esterni. Studi di neuro-imaging funzionale, infatti, hanno dimostrato un aumento di volume di tali strutture nella depressione maggiore e nei disturbi d’ansia.

     Monitorando donne affette da depressione durante il terzo trimestre di gravidanza, i ricercatori (Oberlander et al. 2008) hanno riscontrato, nei loro neonati, alcuni processi epigenetici (un aumentato grado di metilazione del promotore dell’esone 1F per il recettore dei glucocorticoidi: NR3C1). I glucocorticoidi rivestono un ruolo fondamentale nei processi allostatici relativi alla risposta dell’organismo allo stress. I recettori cellulari dei glucocorticoidi (proteine di membrana codificate dal gene NR3C1) sono molto probabilmente espressi tramite l’influenza di processi epigenetici agenti sul gene che li codifica.

     Analoghi risultati sono stati ottenuti da altri ricercatori (McGowan et al. 2009), che hanno studiato l’espressione del gene NR3C1 nei neuroni dell'ippocampo di persone che avevano subìto abusi sessuali nell’infanzia e si erano suicidate.

     Prove sempre più numerose suggeriscono che una psicoterapia efficace è accompagnata da cambiamenti epigenetici: questo renderebbe  la metilazione del DNA un potenziale biomarcatore del successo della terapia.

     Un campionamento della saliva, con intervista e mappa dei siti di metilazione dei recettori NR3C1 a intervalli regolari nel tempo, potrebbe essere una proposta di studio per validare l’efficacia di un indirizzo psicoterapeutico?

 

Epigenetica e PsicoterapiaIMG FERRI

     I processi epigenetici, come si evince da quanto affermato, non avvengono solo durante lo sviluppo della vita embrionale-fetale-neonatale, ma anche durante la vita adulta, pur diminuendo con l’età: un neonato per esempio, ha una metilazione del DNA più alta, un giovane ce l’ha intermedia, un anziano ancora più bassa.

     Allan N. Schore afferma che il cervello sinistro è quello pensante, del raziocinio, è altamente verbale e analitico. Il cervello sinistro non si sviluppa prima del secondo anno di vita e, pertanto, partecipa poco alle relazioni primarie. Il primo periodo critico dello sviluppo del cervello destro ha inizio durante il terzo trimestre di gestazione e prosegue fino al secondo anno di vita. Per la sicurezza emotiva è fondamentale lo sviluppo del cervello destro il quale viene modellato dalle relazioni con l’ambiente durante l’infanzia. In altre parole Schore (1997) localizza nell’emisfero destro il sistema che regola la relazione di attaccamento nella diade primaria e accosta una relazione altamente significativa, quale quella terapeutica, a un’esperienza di simil-attaccamento, che attiva i circuiti cerebrali destri, inducendo una serie di modifiche nella regolazione dell’affettività e dell’espressione emotiva. La relazione analitico-terapeutica, cioè, sarebbe da considerare un fattore in grado di intervenire, attraverso processi epigenetici, nei cambiamenti delle modalità emotive e affettive della persona.

     Stalh (2011) traccia un parallelismo tra la relazione terapeutica e gli psicofarmaci e sostiene che essa andrebbe intesa come probing neurobiologico (agente terapeutico) in grado di indurre cambiamenti epigenetici nei circuiti cerebrali, tanto da meritarsi l’appellativo di “epigenetic drug”.

    Quindi le psicoterapie modificano i circuiti cerebrali, ottenendo effetti terapeutici con il miglioramento dell’efficacia dei processi di informazione a carico di quei circuiti cerebrali malfunzionanti, su cui la terapia farmacologica e la “talking therapy” agiscono.

D’altronde anche lo studio di M. Fava (2015) dimostra l’attivazione dei recettori μ da parte di un’appropriata Relazione Analitico-Terapeutica, quasi in identica percentuale a quella dei recettori μ attivati dal citalopram, un antidepressivo serotoninergico, anch’esso capace di promuovere una metilazione del DNA, oltre che di interrompere la ri-captazione della serotonina dallo spazio intersinaptico, facilitandone la trasmissione.

     La relazione nel setting diventa quindi un campo di apprendimento e ri-apprendimento, in cui le nuove tonalità affettive riparano o costruiscono nuovi pattern nel mondo implicito dell’analizzato, ovvero riparano o costruiscono  nuove sinapsi.

     Ma usciamo dalle sole parole e facciamo prendere Corpo e Appropriatezza ai tre princìpi attivi in Psicoterapia: la Relazione, le Attivazioni Corporee e la Psicofarmacoterapia.

 

Epigenetica nei 3 Principi Attivi in Psicoterapia

Quale relazione per un’efficace azione epigenetica?

        

     Ci sono molti margini di ottimizzazione di una relazione nel setting, per cui si impongono un’appropriatezza analitico-terapeutica e una corporeità in 4D[2] per realizzarla. Indico una possibile linea guida.

     La Relazione è un sistema vivente complesso (Ferri, Cimini 1999) che nasce dalla combinazione dei tratti caratteriali dell’analista e dell’analizzato. Essa dialoga con il linguaggio dei tratti (Ferri, 2014), un meta linguaggio su quello verbale e su quello corporeo, includendoli. Il dialogo è espresso dalle domande implicite depositate nei pattern di tratto caratteriali, dalla propria storia. È sul dialogo tra questi inconsci di fasi evolutive che le persone costruiscono le comunicazioni e le relazioni, nelle loro espressività verbali e corporee: simpatie o antipatie, sostenibilità o insostenibilità, alleanze o simmetrie, compatibilità o incompatibilità. Nel setting questo dialogo si traduce in transfert e soprattutto in controtransfert di tratto caratteriale, un altro e nuovo aspetto del grande mondo del controtransfert.

    È bene, quindi, che l’analista-terapeuta sappia dell’appropriata posizione e dell’appropriato come necessari per un controtransfert di tratto e di livello corporeo, in grado di raggiungere, incontrare, contattare l’analizzato e muoverlo verso un’evoluzione sostenibile, segnando così, nella fondamentale ripetitività degli incontri, nuovi possibili epigenetic drug prodotti da un appropriato controtransfert.

    Per il processamento della realtà, infatti, è necessaria una stabilizzazione della memoria emotiva, la quale può avvenire solo attraverso una ripetitività dell’esperienza promotrice della nuova stabilizzazione epigenetica. Dagli studi di Kandel questa sottolineatura della necessità di una ripetitività dell’esperienza affinché avvenga il cambiamento epigenetico è uno degli argomenti più interessanti a sostegno della psicoterapia corporea e ancor di più dell’utilizzo delle Attivazioni Corporee (acting) come nell’Analisi Reichiana Contemporanea: la riproposizione sistematica e appropriata delle attivazioni specifiche sarebbe più efficace in termini epigenetici del singolo insight.

     Per chiarire: quale pattern relazionale mi presenta l’Altro e con quale domanda implicita? Inclusione o esclusione? Accettazione o minacciosità? Sostegno o annientamento? Sicurezza o instabilità? Paragonando la storia della persona e la costruzione dei suoi tratti caratteriali a quella di un palazzo, in cui i vari appartamenti corrispondono alle diverse fasi evolutive, potremmo chiederci da quale appartamento/tratto caratteriale/fase evolutiva l’Altro si sta affacciando nel setting.

     Quale risposta controtransferale e da quale appartamento (dell'analista) sarà la più appropriata, in termini di epigenetic drug, giusta distanza o contatto? Inclusione o sostegno? È sufficiente solo una mimica di ascolto attento, con una prosodia intensa e lenta? O è necessario anche inserire attivazioni corporee appropriate per segnare nuovi e sentiti insight, dalla periferia attraverso le vie cortico-spinali? Ipotizzo fortemente che anche le attivazioni corporee, come la terapia psicofarmacologica e la talking therapy, siano probing neurobiologici di nuovi meccanismi neurogenetici e di ristrutturazione della rete sinaptica. È altresì vero che, anche per le attivazioni corporee, la ripetitività sia indispensabile per una nuova stabilizzazione epigenetica, così come per l’appropriatezza sia indispensabile proprio quell’attivazione corporea.

     Mi permetterò, per una migliore comprensibilità, di trattare le Attivazioni Corporee (2° Principio Attivo) successivamente alla Psicofarmacoterapia (3° Principio Attivo), perché descrivere alcuni neuromediatori psicodinamicamente  mi farà accostare i possibili effetti delle attivazioni corporee  a quelli degli psicofarmaci sui neuromediatori e sulle modificazioni epigenetiche.

 

     Quale Psicofarmacoterapia per un’efficace azione epigenetica? 

     Sempre di più nei nostri setting ci troviamo di fronte persone con quadri clinici oltre-soglia, che sono in trattamento con psicofarmaci. È bene sapere quali domande esplicite-implicite vengono chieste agli psicofarmaci, nonché la loro azione epigenetica. Tutto questo per poterli leggere come una preziosa opportunità per fare appropriatezza neghentropica nel setting, utilizzando in sincronia e sintonia tutti e tre i principi attivi. Ad oggi gli psicofarmaci che producono cambiamenti epigenetici sono:

Antidepressivi

imipramina Tofranil (acetilazione degli istoni)

amitriptilina Laroxyl, Adepril (acetilazione degli istoni e metilazione del DNA)

fluoxetina Prozac, Fluoxeren acetilazione e trimetilazione degli istoni)

escitalopram Cipralex, Entact (metilazione del DNA).

Antipsicotici

aloperidolo Serenase, Haldol (acetilazione, fosforilazione e fosfoacetilazione degli istoni e metilazione del DNA)

clozapina Leponex (acetilazione e trimetilazione degli istoni e metilazione del DNA)

sulpiride e amisulpiride Dobren, Sulamid, Deniban (acetilazionee metilazione del DNA)

risperidone Risperdal (fosfoacetilazione degli istoni)

Stabilizzanti

acido valproico Depakin (acetilazione e dimetilazione degli istoni e metilazione del DNA).

       

     A questo punto non posso non sottolineare, fra gli antipsicotici ad azione epigenetica, l’aloperidolo Serenase, Haldol, straordinario psicofarmaco, che agisce a livello centrale sui recettori dopaminergici D2 dei nuclei della base nell’R-Complex e a livello periferico nel 6° livello corporeo relazionale (area ombelico-addominale) (Ferri, 2020), silenziando e interrompendo l’angoscia psicotica di annientamento (Ferri, Cimini, 2020), una condizione che specchia una relazione primaria intrauterina, con segni epigenetici molto disfunzionali e invalidanti per quella persona e non accessibili alla sola psicoterapia intersoggettiva e diadica.

     La sua azione, anche epigenetica, oltre che neuromediatoriale, mi ha permesso di incontrare centinaia di giovani, in quarant’anni vissuti nei servizi psichiatrici per acuti, e poter stabilire con loro una relazione terapeutica intersoggettiva, affettiva e toracica (4° livello corporeo relazionale a livello periferico), purtroppo assente senza l'uso dell'aloperidolo; un’affettività intersoggettiva toracica che segna i circuiti limbici del cervello destro, per dirla con Schore, e li ri-compensa.

   L’aloperidolo ha permesso una relazione terapeutica e, spesso, anche un completamento della psicoterapia tramite un’attivazione corporea: "il punto fisso luminoso per gli occhi in convergenza", un’attivazione corporea che dalla periferia (1° livello occhi in Analisi Reichiana Contemporanea), ripetuta nel tempo, afferisce alla corteccia prefrontale, sede della coscienza dell’Io, facilitando il rientro in soggettività della persona.

 

Quali Attivazioni Corporee per un’efficace azione epigenetica?

     Se Stalh ci parla di "relazione come epigenetic drug" e Fava accosta relazione, psicofarmaci e neuromediatori, non posso che proporvi anche le attivazioni corporee come probing neurobiologico in grado di indurre cambiamenti epigenetici e neuromediatoriali nei circuiti cerebrali. Prendo l’esempio dell’escitalopram, che promuove la metilazione del DNA, facilita la trasmissione serotoninergica, modifica i recettori μ, come la relazione nel setting e indico una possibile linea guida.

     Didatticamente, in una lettura psicodinamica, possiamo coniugare i tre neuromediatori con tre parole inizianti con A, ben comprensibili:

Allarme = Noradrenalina, Affettività = Serotonina, Azione = Dopamina.

     I neuromediatori, in ognuno di noi, sono in un continuo dialogo tra loro, sono cioè interdipendenti: un aumento dell’uno può causare una risposta adattiva degli altri due, per la ricerca di un maggior equilibrio del Sé. Un aumento di noradrenalina e dopamina, per esempio, da perdita dell’oggetto affettivo, può essere abbassato da un’aumentata serotonina che placa la paura e il dolore da perdita: in termini psicodinamici si potrebbe dire che l’affettività potrebbe diminuire sia la paura che il dolore da perdita, oltre che contenere l’eventuale azione dopaminergica riparativo-rabbiosa, spesso correlata.

     Il dialogo-interdipendenza tra neuromediatori va letto per ogni appartamento del Palazzo. Un’attenta anamnesi dei segni incisi concorrerà ad un progetto di alta appropriatezza, con attivazioni psicocorporee sull’appartamento disfunzionale, per il riequilibrio delle tre A. Sto affermando che ci sono margini di ottimizzazione anche per le attivazioni corporee nel setting: anche per esse si impone un filo rosso intelligente che connetta tridimensionalità corporea ad ordine stratificato, psicoanalisi e neuroscienze, perché sottolineo che i segni epigenetici sono stratificati bottom up e corporalmente sulla freccia del tempo delle fasi evolutive.

    Propongo una traccia per scendere nelle profondità del Tempo Analitico, riemergere in superficie e non smarrirsi nel percorso analitico-terapeutico. Propongo la Vegetoterapia di fase e neuromediatoriale. Le attivazioni corporee, in Analisi Reichiana Contemporanea, sono movimenti filo-ontogenetici, neuroscientificamente stratificati nelle fasi evolutive, comuni a tutti gli individui, agiti sui livelli corporei relazionali della fase riattualizzata e sui pattern di tratto imprintati dalle vere relazioni avute nella propria storia (Ferri, 2020). Le attivazioni corporee sono vere e proprie password per i cassetti del tempo [3] per poter prescrivere con appropriatezza chirurgica nuovi epigenetic drug. Un’attivazione corporea appropriata, sentita e ripetuta nel tempo, può addizionare-modificare, in sintonia alle parole e al come, altre sinaptogenesi nella storia di quell'appartamentoPer chiarire, come esempio ricordo il movimento di suzione: un’attivazione corporea individuata e proposta per la prima volta da Wilhelm Reich, che ha attraversato novanta anni e quattro generazioni dal 1935, anno dell’ingresso nel setting della grammatica della Vegetoterapia (Ferri, 2020), oggi evoluta in Vegetoterapia di Fase e Neuromediatoriale.

Che fase evolutiva rappresenta e quale relazione oggettuale?

Qual è stato il pattern di tratto espresso fenotipicamente dalla persona durante l’allattamento nella sua storia?

È normosoglia orale, è da troppo latte orale da eccesso  o è da poco latte orale da difetto?

In altre parole: l'esperienza dell'allattamento ha provocato un difetto o un eccesso di serotonina, con un eccesso o un difetto reattivo di noradrenalina o dopamina che oggi si esprimono sul 2° livello corporeo relazionale (la bocca)?

Quali segni epigenetici possiamo inserire, con la password del movimento di suzione, per riequilibrare i meccanismi epigenetici e i neuromediatori di quell’appartamento di fase oro-labiale, oltre che i pattern psicodinamici di tratto?

     Gli acting elaborati da W. Reich, da O. Raknes, da F. Navarro e da G. Ferri (S.I.A.R.) si inseriscono in una continuità che copre quasi tutte le finestre delle fasi evolutive, così da rendere più preciso l'inserimento delle password per entrare nei cassetti del tempo del Palazzo della Personalità, ovvero nei livelli corporei periferici relazionali, così da procurare modificazioni epigenetiche e neuromediatoriali, oltre che analitico-caratterologiche.

 

Conclusione

     La freccia del tempo evolutivo, in direzione corporal-mente, introduce il dove, il come, il quando, ovvero la localizzazione nell’ordine stratificato corporeo di una disfunzionalità e con essa l’appropriatezza psico-chirurgica stratificata tridimensionale di un intervento psicoterapeutico nei suoi aspetti relazionali e di attivazioni corporee, nonché psicofarmacologici.

     La Psicoterapia e la  Psicofarmacoterapia, lette cioè sulla freccia del tempo, bottom up in 4D, prendano Corpo, perché possa essere raggiunta un’appropriatezza epigenetica e neuromediatoriale ad personam.

 

 

 

 

Bibliografia

 

Fava, M. (2015)  Implications of a Biosignature Study of the Placebo Response in Major Depressive Disorder, JAMA Psychiatry.

Ferri, G., (2014) Una persona una Storia, tre linguaggi, in C.Young Ed. The Body in Relationship. Uk, Body Psychotherapy Publication .

Ferri, G. (2020) Il Tempo nel Corpo. Roma: Alpes.

Ferri, G., Cimini G. (1999) Analytical setting Time, Relational and complexity. Annals of the

New York Academy of Sciences, 879.

Ferri G., Cimini, G. (2020) Character and Psychopathology, (e-book, AmazonKindle). Alpes.

Siracusano, A., Rubino, (2006) I. A. Psicoterapia e Neuroscienze. Roma: Il Pensiero Scientifico Editore.

McEwen, BS., (2004) Protection and damage from acute and chronic stress: allostasis and allostatic overload and relevance to the pathophysiology of psychiatric disorders, Ann NYAS  1032: 1-7.

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Schore A. (1997) Early organization of the nonlinear right brain and development of a predisposition to psychiatric disorders. Dev Psychopathol; 9: 595-631.

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Waddington C. (1940) Organiser and genes Cambridge: University Press.

[1] I principali meccanismi epigenetici che regolano l’espressione genica nel Sistema Nervoso sono: le modificazioni post-traduzionali degli istoni e la metilazione del DNA. A questi va aggiunto l’RNA non codificante, in grado di silenziare l’espressione genica e il rimodellamento cromatinico (A.I.R.C. Fondazione Italiana della Ricerca sul Cancro).

[2] Tre coordinate ottiche: Larghezza Lunghezza Altezza e una coordinata dei sistemi viventi complessi: il Tempo, introducono il 4D ovvero la profondità stratificata.

[3]I livelli corporei relazionali periferici, dominanti nella fase evolutiva, che hanno il deposito degli imprinting ricevuti dalle relazioni con l’Altro da Sé di quella fase.

[*] Psichiatra, Psicoterapeuta, Analista didatta S.I.A.R., Presidente S.I.A.R. e Direttore della Scuola Italiana di Analisi Reichiana, Direttore del board scientifico della collana CorporalMente dell’Editrice Alpes, Membro dell’Accademia delle Scienze di New York, Membro del Comitato Scientifico Internazionale di psicoterapia Corporea. Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. indirizzo professionale: Via Nazionale, 400, 64026 Roseto degli Abruzzi (TE).

 

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