Numero 2/2023

PEDAGOGIA PSICOLOGIA PSICOTERAPIA

Muoversi nella complessità

PEDAGOGY PSYCHOLOGY PSYCHOTHERAPY

Moving through complexity

 

Marina Pompei[*]

 DOI 10.57635/SIAR45 

Abstract 

     È sempre più necessario riflettere su quanto e come incida sul sistema intrapsichico e sulle dinamiche relazionali quanto proviene dal sistema sociale in cui siamo immersi.

La mole di informazioni che arrivano ad una velocità inimmaginabile solo qualche decennio fa, tutti connessi senza limiti geografici, quali ricadute hanno a livello inconscio? I segni incisi della storia personale, come si connettono a quelli provenienti dal sistema sociale, economico, ambientale, geopolitico?

 

Parole chiave

      Complessità psichica – sistema sociale – economia - ambiente.

 

Abstract

     It is increasingly necessary to reflect on how and to what extent the social system in which we are immersed affects the intrapsychic system and the relational dynamics. The amount of information that arrives at a speed unimaginable only a few decades ago, all connected without geographical limits, what repercussions have unconsciously? The engraved signs of personal history, how do they connect to those coming from the social, economic, environmental, geopolitical system?

 

Keywords

     Psychic complexity - social system - economy – environment.

 

 

     Un gruppo di insegnanti romani del Movimento di Cooperazione Educativa (MCE)[1] in una recente assemblea ha condiviso una serie di riflessioni che non possiamo considerare semplicemente pedagogico-didattiche. Sono molto di più, allargano lo sguardo sulla società: territoriale e mondiale. Sono insegnanti consapevoli di abitare un sistema complesso che cercano i modi di sollecitare nei bambini e nei ragazzi questa consapevolezza.

     Perché parlarne in una rivista di Psicoterapia? Perché si fa sempre più evidente la necessità di riflettere su quanto e come incida sul sistema intrapsichico e sulle dinamiche relazionali quanto proviene dal sistema sociale in cui siamo immersi. Di conseguenza, la necessità di studiare le forme della Psicoterapia più appropriate a tenere in considerazione queste forti interazioni. La peculiarità del setting analitico e psicoterapeutico, così centrato sulla storia dell'individuo e sulle sue relazioni prossime, penso abbia bisogno di affinare più che in passato l'osservazione sul campo sociale più ampio, non solo prossimo, come già facciamo, ma mondiale. Arrivano input da molto lontano e rischiamo di assorbirli senza elaborarli. La vorticosa mole di informazioni che i mezzi di comunicazione ci portano a velocità inimmaginabile solo qualche decennio fa, e ora tutti connessi senza limiti geografici, quali ricadute hanno a livello inconscio? I segni incisi della storia personale, come si connettono a quelli provenienti dal sistema sociale, economico, ambientale, geopolitico che fa parte della nostra vita? Le immagini che vediamo, sempre più violente, l'aria che respiriamo, sempre più malsana, il cibo che mangiamo, sempre più adulterato, come si stratificano nel nostro inconscio? Quali strumenti ci diamo per mantenere la posizione neutrale nel setting, che assicura la libertà del paziente?

       

La complessità a scuola

     Riporto qui le osservazioni degli insegnanti romani MCE.

"- La necessità di esprimere solidarietà alle realtà come Lucha y Siesta[2] e Spintime[3] minacciate recentemente di chiusura, vittime dell’ormai sistematizzato attacco agli spazi sociali della nostra città.

- L’assemblea pubblica che si svolgerà per organizzare la protesta contro l’accorpamento dei plessi scolastici sotto i 900 alunni prevista dalla legge di bilancio.

- La possibilità di far nascere un gemellaggio all’interno del centro di documentazione con una realtà di donne del Rojava[4].

- La preoccupazione verso il tema della dispersione scolastica in entrata. Attualmente molti minori non vengono accolti dalle scuole. Ipotesi di organizzare una tavola rotonda con rappresentanti istituzionali della città e dei municipi.

- Il senso di smarrimento e la difficoltà a gestire nelle nostre classi il parlare di quanto sta accadendo in Palestina. Sentiamo l’esigenza di storicizzare, mettere in prospettiva gli eventi. Per poter svolgere in maniera più consapevole il nostro ruolo di educatrici e educatori abbiamo bisogno di approfondire.

- La preoccupazione verso quel fenomeno che vede le scuole cedere sempre più il ruolo di presidio culturale all’interno della città, alimentato dalla solitudine e dalla paura delle persone che le abitano, siano essi insegnanti o genitori".

img pompei 2Genova 2023 Restiamo umani     Una visione così complessa mette in relazione l'apprendimento con l'evoluzione della persona e la possibilità evolutiva di una società. La modalità di condivisione di queste riflessioni è quella che loro chiamano “Quoi de neuf” (cosa c'è di nuovo): giro di parola a tematica libera che nasce con Freinet e successivamente, per altre vie viene introdotto nelle scuole soprattutto primarie e dell'infanzia come “circle time” (tempo del cerchio): una metodologia ideata da Abraham Maslow e Carl Rogers negli anni settanta del novecento, che ha come principale riferimento teorico la psicologia umanistica[5] ed è utilizzata soprattutto nell’ambito della psicologia di comunità .

     Modalità che, come nel caso di questa assemblea MCE, viene praticata anche in ambienti adulti che danno priorità all'ascolto inclusivo dei membri del gruppo. Lo sottolineo perché in un mondo come il nostro, sempre più individualista e competitivo, sono queste pratiche che possono a poco a poco trasformare gli stili di convivenza.

 

La complessità in psicoterapia

     In quest'ottica, l'eredità che ci viene dallo sguardo sul sociale di Reich è preziosa. In Psicologia di massa del Fascismo (1933) aveva descritto come il nazismo manipolasse sistematicamente l'inconscio delle masse, come i bisogni repressi degli individui, soprattutto la repressione della libertà sessuale, fornissero il terreno per l'innesto di comportamenti autodistruttivi.

     A distanza di più di un secolo, con una libertà sessuale senza confini, il tema resta invariato: non si tratta più di combattere la repressione della libertà sessuale, ma la repressione della possibilità di respirare, compromessa da ritmi di vita accelerati, da pseudo bisogni indotti, da mancanza di solidarietà. Repressione anche della libertà di respirare aria pulita, sempre più imprigionati nello smog cittadino e nell'aumento di CO2 nell'atmosfera.

     Reich sapeva bene che per modificare qualcosa bisognava intervenire precocemente, e dedicò allora grandi energie agli incontri con le madri, con i genitori, per evitare la deformazione del sano percorso dei loro piccoli. In Bambini del futuro (1953) c'è tutta la sua passione e la speranza per un futuro migliore.

     Quanto ci hanno insegnato anche altri! Cito solo (scegliendo arbitrariamente, per affinità elettiva) Michel Foucault con il suo Sorvegliare e punire (1975) che, come lui scrive, “deve servire da sfondo storico a diversi studi sul potere di normalizzazione e sulla formazione del sapere nella società moderna” e Ivan Illic col suo Descolarizzare la società (1971) che critica la scuola che non produce né sviluppo sociale né vera alfabetizzazione: dall'istituto scolastico tradizionale bisogna passare ad una educazione basata su reti informali. Solo così sarà possibile creare un nuovo circuito formativo libero, che renda possibile la conoscenza solo dopo aver fatto esperienza.

     A noi, oggi, spetta il compito di trovare le vie attuali, che rispondano alla situazione di questa nostra società non più corazzata come quella industriale, ma post industriale, liquida, che non trova riferimenti condivisi e rischia di andare verso l'autodistruzione ambientale e sociale.

    Per condividere le riflessioni rimando in bibliografia agli articoli degli ultimi quattro anni presenti in questa Rivista che evidenziano l'ottica reichiana contemporanea che guarda la complessità del sociale.

 

 

[1] Il Movimento di Cooperazione Educativa (MCE) è un movimento nato nel 1951 a Fano, costituito da insegnanti, pedagogisti, operatori della formazione che si ispirano e condividono la metodologia della Pedagogia Popolare di Freinet, insegnante francese, introdotta nella metà del XX secolo. L'ispirazione a Freinet, alle sue idee sulla cooperazione e sull'uso della stampa tipografica, era sottolineata anche dal nome assunto in origine del movimento: Cooperativa della tipografia a scuola. Oggi opera per la costruzione di una scuola sempre più pubblica, laica, democratica; aderisce alla FIMEM: federazione impegnata nella difesa dei diritti dell'infanzia e nell'educazione alla pace.

[2] La Casa delle Donne Lucha y Siesta è un polo culturale e un centro antiviolenza molto conosciuto a Roma, ma la Regione vuole chiuderlo per ristrutturare l'immobile che lo ospita e riassegnarne la gestione.

[3] Spintime si trova in un grande edificio, sede una volta della direzione generale dell’INPDAP, Vuoto dal 2010, nel 2012 è stato occupato da Action ed è divenuto una realtà abitativa per senza casa di ogni etnia. Ogni decisione viene presa in assemblea; c’è la ripartizione dei turni per effettuare le pulizie; il servizio di guardia all’ingresso è rigorosissimo e ciò permette agli abitanti di vivere la loro vita con tranquillità. Nei piani bassi sta nascendo un nuovo spazio sociale (Spin Time Labs) che vuole aggregare e costruire risposte pratiche intorno ai temi dell’innovazione, del lavoro, della sostenibilità e della produzione. Si parla di lavoro senza sfruttamento, di socialità orizzontale e meticcia, di cultura partecipata e non mercificata.

[4] Dal 2015, in un angolo di terra schiacciato tra Iraq e Turchia, ha preso vita l’Amministrazione Autonoma del Nord e dell’Est della Siria (AANES). Siamo quindi in Siria e più precisamente in Rojava, territorio autogovernato e de facto indipendente, nel quale a partire dalle rivolte contro il regime di Assad nel 2011, è nato un progetto di democrazia confederalista, da molti definita la prima rivoluzione del nuovo secolo. Sono stati i Curdi siriani ad animare questo processo, condividendo con tutte le altre etnie che abitano il territorio la necessità di autodeterminarsi e di unirsi in risposta all’oppressione prima, e all’abbandono dopo, del regime di Assad. Si tratta di un processo di attivazione democratica dal basso dove il potere politico, economico e giudiziario sono decentralizzati, dove ogni carica istituzionale, dal livello locale a quello provinciale, è presieduta sia da un uomo che da una donna.

[5] In quest’ambito la psicologia di comunità ha sviluppato una serie di strategie d’intervento nella scuola. Tra queste tecniche un posto particolare hanno avuto le metodologie per l’educazione socio-affettiva che presuppongono che nella scuola siano predisposte attività volte non solo all’educazione della sfera cognitiva della personalità, ma anche a quella sociale ed affettiva.

 

 

 

Bibliografia

Foucault, M. (2014) Sorvegliare e punire. Milano: Einaudi.

Illich, I. (1972) Descolarizzare la società. Milano: Mondadori.

Mannella, M. (2014) Wilhelm Reich, Il dramma e il genio. Roma: Alpes.

Messina, A. (2021) Nulla da temere, tutto da desiderare. Acireale: Lekton.

Reich, W. (1971) Psicologia di massa del Fascismo. Milano: Sugarco.

Reich, W. (1994) Bambini del futuro. Milano: Sugarco.

Rogers, C. (1980) Libertà nell'apprendimento. Firenze: Giunti Barbera.

 

Alcuni articoli con uno sguardo sulla complessità del sociale pubblicati negli ultimi quattro anni nella Rivista “Psicoterapia Analitica Reichiana”:

Bertuccioli, M., Messina, A. Depressione e infiammazione tra corpo e ambiente, nel n.1/2023, DOI 10.57613/SIAR 34.

Bragante, S., Valleri, C. Incontrarsi al bar fuoriluogo, nel n.1/2022, DOI: 10.57613/SIAR21.

Celiani, B. Messina A. “The social dilemma”, nel n.1/2021, DOI: 10.57613/SIAR05.

Ferri, G. Il setting online e la psicoterapia corporea, nel n.1/2021, DOI: 10.57613/SIAR02.

Ferri, G. (intervista di Basili R.) Riabitare la terra e il corpo, nel n.1/2020.

Mannella, M. Corpo e identità sessuale, nel n.1/2021, DOI: 10.57613/SIAR04.

Mannella, M. Fenomenologia della vita sessuale. Rivoluzione o conservazione? nel n.2/2022 DOI 10.57613/SIAR25.

Messina. A. Parlare di donne e di uomini è più importante che contare i morti, n.2/2020.

Messina. A. Altre culture, altri tempi, nel n.2/2021, DOI:10.57613/SIAR14.

Pompei, M. Sindemia Covid, nel n.1/2021, DOI: 10.57613/SIAR03.

Pompei, M. Chat Gpt e sviluppo psicologico, nel n.1/2023, DOI 10.57613/SIAR 39.

Sucato, L. Messina, A, Quale spazio, quale tempo?  nel n.1/2020.

 

 

[*] Psicologa psicoterapeuta, analista e didatta supervisore S.I.A.R. Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Studio professionale: Via Valadier, 44-00193 Roma

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