Numero 2/2023
LA TRASFORMAZIONE IN PSICOTERAPIA CORPOREA
THE TRANSFORMATION INTO BODY PSYCHOTHERAPY
Luisa Barbato[*]
DOI 10.57635/SIAR42
Abstract
L’articolo presenta una riflessione sulla trasformazione come obiettivo di superamento delle crisi interiori e meta finale di un processo di psicoterapia. Vengono presentati i concetti chiave di un percorso terapeutico psico-corporeo alla luce dei diversi piani personali: fisico, emotivo, mentale e di consapevolezza profonda, che vengono coinvolti e trasformati. Sono infine spiegati i due temi principali di un moderno percorso psicoterapeutico: l’evoluzione e l’integrazione.
Parole chiave
Psicoterapia corporea – crisi - percorso evolutivo – unitarietà - trasformazione.
Abstract
The article presents a reflection on transformation as the goal of overcoming inner crises and the ultimate goal of a psychotherapy process. The key concepts of a body-psychotherapy therapeutic path are presented in light of the different personal planes: physical, emotional, mental, and spiritual, which are involved and transformed. Finally, the two key themes of a modern psychotherapeutic pathway are explained: evolution and integration.
Keywords
Body psychotherapy – crisis - evolutionary path – unity – transformation.
La parola trasformazione è molto importante in un percorso di evoluzione e crescita personale, talmente importante che risulta difficile non trovarla ripetuta nei manuali di psicologia o di psicosomatica o dei percorsi spirituali. Tutti si aspettano dai loro passaggi interiori una trasformazione positiva e le crisi sarebbero probabilmente meno sopportabili se non ci dessero la speranza di un cambiamento, di un miglioramento dell’equilibrio precedente. Non a caso l’ideogramma cinese per la parola crisi contiene anche il simbolo dell’opportunità, perché ogni crisi costituisce un cambiamento. Le cose potrebbero però anche peggiorare; ad esempio, chi può dire se l’attuale crisi Ucraina che ha portato alla guerra si risolverà in un assetto migliore? Ogni crisi paventa anche la possibilità di una catastrofe, purtroppo.
Ma qui si parlerà non di guerra, ma di evoluzione interiore perché la crescita dell’individuo, da quella fisica a quella psicologica ed emotiva a quella spirituale, presenta dei passaggi in cui viene messo in crisi l’assetto precedente e si passa a una successiva trasformazione. Se non ci fossero le crisi sarebbe molto difficile accedere a un gradino di coscienza superiore e non c’è possibilità di sopravvivenza se non seguiamo il flusso della vita e stazioniamo nella crisi. Così quello che ci si aspetta da un percorso di psicoterapia e di crescita personale è di essere accompagnati a superare le crisi per uscirne trasformati.
Ma vediamo più nel dettaglio come funzionano questi passaggi nei vari livelli del nostro essere. Innanzi tutto il piano fisico. Abbiamo dei gradini di sviluppo fisico: il bambino cresce, evolve, acquisisce sempre più funzioni e tutto l’assetto dei suoi apparati, compreso quello mentale, segue un filo evolutivo segnato da crisi nel passaggio tra una fase e l’altra. Si fatica a separarsi dal seno della madre o ad alzarsi in piedi, poi a diventare autonomi, poi ad affrontare la relazione con l’Altro sociale, poi a prendersi sempre maggiori responsabilità nella vita e così via. Anche l’invecchiamento e relativo decadimento psico-fisico segnano un’evoluzione verso piani meno materiali, più riflessivi per prepararsi al distacco. Se la crisi nel passaggio tra una fase e l’altra non viene superata, si possono avere possibili sintomi fisici che spesso non hanno una spiegazione organica.
Ad esempio, crisi di paura che sembrano delle semi-epilessie, anestesie a scopo difensivo che ricordano le isteriche di Breuer e Freud, o nei bambini fibro-mialgie, oppure si hanno svenimenti, sindromi vaso-vagali, spesso riconducibili alla mancata mentalizzazione dell’ansia da separazione, stati di paralisi. Sono tutti disturbi fisici funzionali, ossia stati di tensione cronica e persistente che potrebbero essere genericamente interpretati come crisi d’ansia, ma in realtà già Reich con la sua Vegeto-Terapia Carattero-Analitica li spiegava con un alterato funzionamento del sistema neuro-vegetativo conseguente ai blocchi emozionali.
Attualmente questo principio è stato ripreso dalla teoria polivagale di Porges che spiega l’evoluzione del sistema nervoso nei mammiferi come base dell’attaccamento e diversificato tramite la neurocezione. Questa base neuroscientifica costituisce a un secolo di distanza la prova scientifica degli studi che Reich fece sul sistema nervoso autonomo, ma la sua Vegeto-Terapia, cui molte pratiche psico-corporee attuali si ispirano, integra la base del sistema nervoso con la teoria e la pratica psico-clinica.
Ogni fase di sviluppo fisico è accompagnata da sensazioni e emozioni, e anche le emozioni hanno un processo evolutivo. Le emozioni del bambino sono impetuose e grossolane, ma man mano che si cresce si impara a non essere prede inconsapevoli delle nostre emozioni. Se ci si incaglia in una serie di emozioni disfunzionali al momento vissuto, quali paura, rabbia o tristezza, il rischio è di fermare la propria evoluzione e far emergere un disturbo psichico. Ad esempio, è funzionale reagire a un lutto o una importante separazione con un calo di energia e conseguente affondo nella tristezza, se però questo calo, che esprime la crisi del sistema, non evolve verso un nuovo equilibrio e si staziona nella tristezza, si sviluppa una depressione nella quale ci si può incagliare tutta la vita. È il vecchio concetto delle fissazioni ad alcuni stadi evolutivi di cui già ci parlava Freud.
Infine il percorso di evoluzione interiore che non è solo psichico, ma anche di consapevolezza profonda, il percorso della coscienza. Tutte le antiche tradizioni filosofiche e spirituali dell’umanità ci dicono che anche il percorso spirituale, ossia di conoscenza dei piani più sottili e di coscienza sia interiore sia collettivo, è evolutivo, ossia procede per gradini segnati da crisi che vengono superate con l’approdo al livello di consapevolezza superiore. Si pensi ai vari Jinana della tradizione buddista secondo i quali anche i piani di coscienza hanno un sistema evolutivo, non c’è immutabilità nemmeno nei piani immateriali.
Pensare al processo di crescita personale in chiave evolutiva costituisce il grande passaggio concettuale della psicologia umanistica, della psicoterapia corporea, transpersonale e della psicosomatica olistica. E, a pensarci bene, questo concetto restituisce speranza, indica una strada. Come ci si sentirebbe se, dopo aver parlato a uno psicoterapeuta del proprio disagio, ci si sentisse rispondere che il disagio si potrà attenuare fino forse a scomparire e così si potrà tornare ai problemi di vita di prima, quelli che avevano portato alla crisi e alla sofferenza. In fin dei conti Freud pensava che guarire dalla nevrosi ci restituiva all’infelicità della vita ordinaria.
Noi invece oggi sappiamo che è possibile realizzare un’evoluzione verso equilibri di vita mai sperimentati prima. Per arrivare a questo occorre tuttavia introdurre un secondo concetto, oltre a quello evolutivo, che è quello dell’unitarietà del nostro essere che funziona in maniera sistemica, ossia come una grande rete che connette tutti i subsistemi di cui siamo formati. Così se facciamo un percorso di crescita personale attraverso l’analisi reichiana e la Vegeto-Terapia, attiviamo un processo che tocca tutti i nostri piani, il fisico si trasforma, l’equilibrio dei neurotrasmettitori si trasforma, le emozioni si trasformano, la nostra consapevolezza si trasforma e infine il piano di coscienza su cui siamo posizionati evolve. Siamo un’unità sistemica imprescindibile, in continuo movimento.
E questa unità gravita intorno a un centro che ha coscienza di sé e costituisce il “core”, il nucleo centrale, energetico, sistemico, quello che Reich chiamava nucleo o core, le tradizioni spirituali centro animico o psichico, dal greco psiche, ossia anima. E così ci si raccorda al concetto del Sé che, in chiave moderna, si può rappresentare come una coscienza unitaria di sé in rapporto a tutti i piani dell’esistenza. Il Sé da una parte governa l’espressione delle differenti funzioni fisiologiche e neuropsichiche istintive, emozionali e mentali, il proprio microcosmo, e dall’altra è in relazione con i piani universali e spirituali, con il senso della nostra esistenza.
Quindi la realizzazione della salute in senso globale richiede un approccio psico-corporeo capace di integrare e curare:
- Il Sé corporeo e la dimensione fisica
- Il Sé emotivo e la dimensione affettiva
- Il Sé cognitivo e la dimensione psicologica
- Il Core o senso di identità globale
- La dimensione in noi transpersonale
Tuttavia, se non si vuole entrare in un generico olismo di tipo new-age, che sarebbe grossolano e per questo molto indifferenziato, occorre studiare le leggi, i passaggi che governano il nostro sistema unitario. Nella pratica questo vuol dire che occorre raccordare il più possibile le conoscenze della psicologia evolutiva con i bisogni e la crescita del piano fisico, con l’equilibrio del sistema nervoso e relativi neuro-trasmettitori, con i passaggi di consapevolezza insegnati dalle pratiche meditative. È un compito arduo, ciascuno infatti studia solo il proprio campo, così rimaniamo ogni volta sorpresi quando la ricerca fa un passaggio e connette piani diversi, costruisce dei ponti. Si rimane dunque sorpresi quando Damasio scopre che il Sé primario del bambino è innanzi tutto corporeo o quando Panksepp scopre che il senso della sopravvivenza è legato ad alcune emozioni base, o quando Candice Pert dimostra che le emozioni non sono solo psichiche, ma hanno una base materiale, o quando la meditazione buddista ci ancora al corpo.
Tutte le ricerche delle neuroscienze degli ultimi decenni sono andate in questa direzione così come le indagini della medicina sulla PNEI e sul funzionamento del cervello e alcune scoperte della meccanica quantistica che apre dei varchi per spiegare scientificamente quello che fino ad ora abbiamo saputo solo come frutto dell’esperienza o dell’intuizione. Del resto alcuni grandi del secolo scorso avevano già gettato questi ponti, come Reich o Jung. Quest’ultimo nel 1931 affermava che “la nevrosi è semplicemente il corpo che assume il comando, indipendentemente da quello che vuole la coscienza” (Jung, 1931).
Si può allora dire che la coscienza è l’intelligenza del sistema e il lavoro fondamentale è quello di scioglimento delle emozioni che sono corpo, quindi scioglimento del corpo-emozioni. E come ci si lavora? Si possono definire 4 passaggi:
- la prima fase è sentire le emozioni, anche se appare naturale, diventarne pienamente consapevoli;
- la seconda fase è esprimere le emozioni, perché se esse non sono liberate, rimangono imprigionate nella nostra memoria corporea. Per questi due primi passaggi l’analisi reichiana impiega una serie di “attivazioni corporee” altamente e profondamente strutturate.
Queste due prime fasi non sono tuttavia sufficienti perché l’espressione delle emozioni può diventare cristallizzazione, allora
- la terza fase è gestire le emozioni, ossia essere in grado di stare con le emozioni, di respiraci dentro senza cacciarle via.
Infine, l’ultima fase è la trasformazione delle le emozioni e qui arriva l’importanza della meditazione. Si tratta di sperimentare una condizione di presenza inclusiva, lo sguardo che osserva i propri stati mentali e emozionali senza esserne controllati. Così si arriva al Testimone, allo sguardo silenzioso in cui finalmente esistiamo davvero.
Il lavoro di un analista reichiano, che è integrato e sistemico, apre allora le maglie della nostra personalità e ci fa entrare nell’esperienza di esserci, ossia sentire finalmente il contatto con il Sé profondo. La trasformazione vera e propria avviene allora nel silenzio del nostro cuore. Questa è la psicologia appropriata del futuro, non ci focalizziamo su un solo aspetto, ma abbiamo un modello globale che rende possibile una trasformazione dello stato di coscienza con una vera trasformazione delle crisi. La crescita personale diviene allora un dovere etico per ogni individuo, si tratta di procedere verso l’unità dell’Essere che diviene anche unità della coscienza della terra.
Bibliografia
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[*] Psicoterapeuta, analista S.I.A.R., vice Presidente SIPAP. Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Indirizzo professionale: via Valadier, 44. 00193 Roma.