Numero 2/2022

IO GOMITOLO, TU FILO

di Alberto Pellai

De Agostini Editore, 2021

Recensione a cura di Monica Amelii[*]

 

     Dalla penna di Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva, nasce il libro illustrato “Io Gomitolo, tu Filo”, bellissima storia in rima che racconta in modo semplice e chiaro il profondo legame d’amore che unisce mamma e figlio.

     L’autore ci introduce alla narrazione trasformando in filastrocca il paradigma scientifico di riferimento della teoria dell’attaccamento formulata nella seconda metà del ‘900 dallo psichiatra John Bowlby. Lo psichiatra inglese, infatti, osservò che il piccolo nella sua relazione con la figura materna non ricercasse solo nutrimento ma che il loro legame scaturisse anche dalla ricerca di protezione, di serenità, di calore affettivo e di sensibilità.

     Per Pellai tale paradigma:

ha rivoluzionato il nostro modo di comprendere la genitorialità e i bisogni evolutivi del neonato [….] ha fornito una cornice teorica di importanza fondamentale per comprendere quanto e come le cure che riceviamo da chi ci ama e accudisce sin dal primo giorno della nostra esistenza determinano lo stile, il modo e l’attitudine con cui poi muoviamo nei territori della vita”.

     Secondo tale paradigma, confermato dalle innumerevoli ricerche successive, il legame affettivo che si crea tra madri e figli è essenziale per il successivo sviluppo psicologico, emotivo e sociale dei bambini. Attraverso questo legame d’amore e attaccamento si regola il mondo emozionale dei piccoli, oltre a facilitare il futuro sviluppo delle relazioni con gli altri. Questo legame agisce come un fattore di protezione, a condizione che sia stabilito in modo sano, sicuro e stabile nel tempo perché accompagnata da quella relazione fondamentale che costituisce per il bambino una base sicura a cui attingere e appoggiarsi nei momenti di difficoltà e nei passaggi che segnano il suo percorso di crescita e di sviluppo.immagine libro Pellai Copertine del Libro: "Io gomitolo, tu filo" di A. Pellai

     L’autore ci accompagna in questo tenero e poetico viaggio nella relazione madre – figlio tratteggiando metaforicamente la vita di mamma – Gomitolo da cui nasce bambino – Filo. È una deliziosa narrazione che ripercorre tutte le tappe del percorso di crescita di Filo, da quando è nel grembo materno di Gomitolo fino a quando nasce, cresce, si allunga e comincia ad esplorare il mondo intorno a sé. Esplorazione fatta di incontri, luoghi, desideri, pensieri ed avventure.

     Pellai ci incanta parlandoci in maniera poetica delle prime fasi evolutive e di passaggio. Il tenero viaggio di mamma Gomitolo e di suo figlio Filo si snoda tra dolci rime ed illustrazioni colorate che danno spessore ed intensità a quanto scritto; si tratteggia il sentimento d’amore e di attaccamento che li unisce nel tempo e nei suoi cambiamenti partendo dal primo legame simbiotico di quel piccolo nel grembo materno nella fase intrauterina. Così l’autore descrive il legame affettivo che nasce tra i due: “Io sono mamma Gomitolo e tu sei il mio Filo adorato, eravamo una cosa sola quando ancora tu non eri nato. All’inizio, eri gomitolo con me…anzi, eri proprio dentro di me”.

     Nel suo dolce viaggio, l’autore, continua descrivendo il passaggio alla fase oro – labiale per poi approdare alle fasi evolutive successive, con passaggi di stato sempre più complessi ed evoluti.

“Nasciamo immersi nell’amore di chi ci fa entrare nella vita. Da quell’amore veniamo avvolti e cullati. Nutriti e accuditi. L’amore che ci tiene, mantiene e sostiene quando non siamo ancora in grado di farlo da soli”.

     Mamma Gomitolo ha per Filo un amore totale:

A volte mi avvolgevo accanto a te e non pensavo a nulla, proprio a nulla”.

     Il piccolo Filo, quindi, si allunga leggero tra le pagine, mamma Gomitolo si srotola e lo accompagna nella sua voglia di scoperta continua, dapprima con un po' di timore, via via più consapevole e capace di gestire le sue emozionalità, comprendendo l’importanza delle prime esperienze di scoperta che Filo sta vivendo.

     La scoperta del gattonare, della prima pappa, delle prime parole, il giocare al sicuro tra il divano e la cucina, fino ad arrivare alle prime scoperte del fuori; quel fuori che lo circonda ed inebria, tra i fiori del giardino, tra altri gomitoli e fili che va incontrando al parco giochi, ai nuovi ambienti che va a conoscere, come la scuola.

     Man mano che Filo cresce, il suo movimento diviene più sicuro ed autonomo spingendosi sempre più lontano, aumentando la distanza percorribile da mamma Gomitolo, fino ad arrivare a staccarsi da lei. Ciò pur rimanendo sempre porto sicuro verso cui tornare nel momento del bisogno. Infatti, così scrive Pellai: “il porto verso cui potrà direzionare la sua navigazione quando le onde diventeranno spaventevoli o il mare della vita diventerà tempesta. Questa certezza rappresenta per lui la fonte della sua sicurezza emotiva e gli permetterà di diventare un esploratore del mondo che lo circonda, un appassionato protagonista di relazioni, un soggetto desideroso di andare incontro al nuovo, al bello e all’ignoto che riempie ogni giorno del suo presente e del suo futuro”.

     Ed è proprio in questo continuo volteggiare e spingersi sempre più lontano che un giorno mamma Gomitolo ha sentito uno strappo: in quel momento ha capito che il filo che li univa si è spezzato ed è comparso in cielo un aquilone, bello da ammirare.

     Osservando il suo fluire in cielo mamma Gomitolo si rende conto che Filo è cresciuto, si sta separando da lei ed è capace di proseguire questo viaggio in modo indipendente, pur mantenendo quel filo invisibile sempre presente che li fa stare vicini anche quando non lo sono.

     Pellai con la sua breve opera è capace di farci entrare nella vastità di emozioni e sensazioni che vive mamma Gomitolo con bambino Filo, tracciando metaforicamente quel filo che li lega nei primi passaggi di separazione – approdo, riconoscendo il merito alla mamma di essere capace di accompagnare e assecondare i piccoli passi di crescita del figlio, di lasciargli il giusto spazio nella sua voglia di conoscere, di scoprire ed esplorare, tanto da consentirgli di proseguire il suo viaggio in maniera autonoma, nella costruzione della propria identità.

     Questa lettura è capace di far risuonare le corde del ricordo e delle emozioni in chi lo ha vissuto nel passato, per chi lo sta attraversando nel qui ed ora può essere fonte di riflessione e raggiungimento di consapevolezza maggiore del momento.

     Concludo la mia recensione gratificata da questa esperienza e vi lascio con quanto scrive Pellai al termine della presentazione del libro: “Amare significa imparare a lasciar andare, avendo prima però costruito una stanza nel cuore in cui l’amore di un genitore per il proprio figlio (e viceversa) troverà sempre il proprio luogo elettivo”.

[*] Psicologa, Psicoterapeuta, Docente scuola S.I.A.R., Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Indirizzo professionale: via Giovanni XXIII, 25-Teramo.

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