Ansia, angoscia e panico

una psicoterapia tra corpo, neuroscienze e psicopatologia

Genovino Ferri*

L’etimologia della parola diagnosi, che deriva dal greco dià-gnosis, è attraverso il sapere.

Il sapere arriva da sapio-sapore, prima di diventare senno... il sapere cioè emerge dal sentire e non si può sentire senza il corpo.

Ansia e Angoscia nella loro espressività corporea, pur accomunate dalla radice àngere, che vuol dire stringere, soffocare, non sono accostabili.

Premesso che la Paura è il fenomeno che sottende l’Ansia, l’Angoscia e il Panico, voglio segnalare i luoghi del corpo che le esprimono principalmente nelle loro interfacce centrali e periferiche, la loro definizione clinica in psicoterapia corporea ed un progetto appropriato per ciascuna di esse.

I luoghi del corpo

A) L’Interfaccia Centrale

La corteccia prefrontale (PFC), area anteriore del lobo frontale, appartiene al Neopallium, nuovo mantello che avvolge il Sistema Limbico, dopo il mondo dei mammiferi, due milioni di anni fa: nell’uomo diviene il cervello preposto allo spazio-tempo, al prima-al dopo-al dove.

La porzione dorso-laterale (sede della working-memory) è deputata all’organizzazione dei comportamenti complessi, quali l'astrazione e la metacognizione; la porzione mesiale svolge un ruolo nella motivazione cognitivo-emozionale; la porzione orbitale, infine, ha un compito di controllo delle spinte istintuali.

La PFC è la sede dei processi decisionali e dell’etica, svolge un ruolo straordinario quale centro regolatore del movimento volontario, in particolare degli occhi, da sempre specchi dell’anima, anche psicopatologica.

         L’Amigdala, che significa mandorla, gestisce la paura e fa parte del Sistema Limbico (vi fu inclusa da MacLean), essa è posta sopra il tronco encefalico.

E’ un centro d’integrazione e giudica la valenza emotiva dei fatti avvenuti, fornisce la giusta attenzione e ne avvia l’immagazzinamento come ricordo.

L’Amigdala è l’archivio principale della memoria implicita, può reagire prima ancora che la corteccia prefrontale sappia che cosa sta accadendo e può inviare impulsi al Locus Coeruleus.

Pare accertato essere la sede depositaria delle paure di annientamento-castrazione provenienti da pericoli esterni.

Il Giro Anteriore del Cingolo è la zona anteriore del Lobo Limbico, situata al di sopra del corpo calloso. Fa parte del Sistema Limbico ed elabora a livello inconscio i pericoli di un individuo nel normale decorrere della vita, una sorta di allarme silenzioso, evidente quando avvertiamo uno strano non so che di fronte ad un pericolo ancora non rivelatosi alla coscienza dell’IO.

Pare accertato essere la sede depositaria della paura da esclusione-abbandono, dell’angoscia da separazione e delle perdite oggettuali esterne, ma che sono certamente registrati come pericoli interni.

Il locus coeruleus (o punto Blu) è un nucleo situato nel Tronco Encefalico, nel Complesso Rettiliano, cervello pre - mondo dei mammiferi. Il locus coeruleus è all’origine della maggior parte delle azioni della noradrenalina (NA) nel cervello, essendo il sito principale della sua sintesi, è coinvolto nelle risposte di panico. E’ il luogo preposto alle reazioni di paura in situazioni estreme e la sua attivazione può essere sollecitata sia da afferenze esterne al Sé via amigdala, sia da afferenze interne al Sé via Giro anteriore del Cingolo.

B) L’Interfaccia Periferica

I 7 Livelli Corporei In Analisi Reichiana sono i luoghi del corpo che portano i segni incisi (Carattere=Segno inciso) dalle Relazioni Oggettuali di Fase.

Essi sono il Primo Ricevente della Relazione con l’Altro da Sé.

I 7 Livelli Corporei (area ombelico-addominale, bocca, torace, collo, diaframma, bacino, occhi) raccontano la nostra storia incisa e stratificata nel tempo: la stessa storia incisa e stratificata sulle vie dell’interfaccia centrale, tra l’R-Complex ed il Neopallium, ai vari nuclei prima citati, locus coeruleus, amigdala, giro anteriore del cingolo, aree prefrontali…

Sto proponendo un Punto di Svolta che dà Corpo alla Mente: la connessione tra le aree cerebrali dei 3 cervelli, i 7 livelli corporei, le relazioni oggettuali di fase evolutive, i tratti di carattere.

Esso ci permette un progetto tridimensionale psicocorporeo sulla persona e/o su un suo possibile disturbo.

Una definizione clinico-psicocorporea

         Ansia è il femminile di anxius, radice àngere, affannoso ed inquieto, si correla all’emozione di timore o di desiderio.

L’Oggetto è presente ed è posto nel fuori.

In una lettura psicocorporea, in particolare in Analisi Reichiana, l’ansia è un fenomeno per lo più cinetico sulla superficie del Sé-Sistema: definisce un campo agitato sulla sua periferia e questa condizione esprime la rilevanza dell’atteggiamento motorio sul viscerale.

L’ansia si accompagna ad un lieve disordine dell’osservazione del Campo di Coscienza dell’IO, (del 1° livello Occhi, diciamo in Analisi Reichiana), da cui l’emersione dell’allarme con un ripiegamento del 3° livello (collo all’indietro), con un 4° livello (torace) e un 5° livello (diaframma) in affanno.

La scala di gravità dall'ansia fino al terrore, a livello centrale, può raggiungere i nuclei centrali e laterali dell'Amigdala.

         Angoscia è angustia, anch’essa ha la radice àngere, stringere, soffocare, ma trattasi di una sensazione dolorosa di stringimento all’epigastrio, accompagnata da difficoltà di respiro e da una profonda tristezza.

angosciaAngoscia. Dipinto di Flavia Mannucci. 2007L’oggetto è distante nel fuori, ma la sua perdita è posta nel dentro.

L’angoscia è un movimento a direzione centripeta dell’energia del Sé-Sistema, con esito in campo contratto.

L’Angoscia si accompagna ad una pena nel 6° livello (area ombelicale), ad un affanno nel 5° (diaframma) e nel 4° (torace): le fonti somatiche che registrano principalmente le separazioni.

 

 

La scala di gravità dell’angoscia, a livello centrale, può raggiungere il giro anteriore del cingolo del sistema limbico.

         Il Panico, da Pan, divinità terrorizzante, occupa il posto più profondo nella scala di gravità della paura, dopo spavento-orrore-terrore.

È caratterizzato dalla percezione, da parte del Sé, di una grande minaccia vitale di provenienza esterna od interna.

Il Panico è definito da un crollo terrifico dell’energia del Sé Sistema con linee di frattura centro-periferia.

Ad esordio repentino e profondo devasta i livelli superiori (il 1° livello occhi, il 3° livello collo, il 4° livello torace), per un tempo insufficiente alla loro disorganizzazione; c’è una fortissima caduta verso lo zero entropico dell’energia del Sé, con una percezione di morte imminente.

L’eziopatogenesi e la sede del quadro clinico sono rappresentate da un sisma centrale e profondo del 6° livello (area ombelicale).

La sua intensità è tale che l’Amigdala ed il Giro Anteriore del Cingolo rimandano al Locus Coeruleus, situato nel R-Complex sottostante, la gestione dell’emergenza per il pericolo di morte incombente ed imminente.

Un progetto terapeutico psicocorporeo

In Analisi Reichiana impieghiamo 3 strumenti per tale obiettivo:

  1. L’Analisi del Carattere della Persona
    (L’anamnesi dei Segni Incisi)
  2. L’Analisi del Carattere della Relazione
    (Il linguaggio dei tratti caratteriali)
  3. La Vegetoterapia Carattero-Analitica
    (Gli acting appropriati)
  1. L’Analisi del Carattere ci guida con la raccolta dei segni incisi sulla freccia del tempo della persona e ci permette l'individuazione dei tratti caratteriali da cui emergono l’ansia, l’angoscia o il panico (la psicopatologia è sempre un oltre-soglia di tratto).

    L’Analisi del Carattere appartiene al Paradigma della Complessità ed esprime schemi organizzativi di alta evoluzione: una metacognizione prefrontale e visivo-oculare di 1° livello Occhi.

    È circondare l’oggetto, perimetrare il territorio, dare un senso intelligente alla psicopatologia.

  2. L’Analisi del Carattere della Relazione nasce da un terzo linguaggio, oltre il linguaggio verbale e corporeo, il Linguaggio dei Tratti, un linguaggio meta tra i Sé, che si esprime ancor prima che l’Io sappia.

    I tratti dialogano profondamente tra di loro con le domande implicite in essi depositate dalla storia delle loro relazioni oggettuali nelle diverse fasi evolutive.

    È sul dialogo tra questi inconsci, presenti anche nell’espressività verbale e corporea, che le persone costruiscono le possibili relazioni.

    La conoscenza di questo terzo linguaggio nel setting permette allo psicoterapeuta corporeo una cornice intersoggettiva appropriata, un controtransfert di tratto e di livello corporeo appropriato per quell’ansia, quell’angoscia, quel panico.

  3. La Vegetoterapia e gli acting appropriati.

    I pericoli che mettono a repentaglio la sopravvivenza e quelli che compromettono i rapporti affettivi rappresentano due minacce ben distinte in termini di stress adattivi.

    La paura dell’annientamento-castrazione e la paura dell’esclusione-separazione hanno appropriatezze psicoterapeutico-corporee ben diverse.

    Se entrambe sono accomunate dal progetto di una posizione di attacco-coraggio, i percorsi per la realizzazione nei due casi sono differenti.
  1. Nell’Ansia da pericolo esterno utilizziamo per esempio l’acting di Vegetoterapia del mostrare i denti, in combinazione con la rotazione degli occhi.
    Il mostrare i denti (livello 2 = bocca), libera la risposta di attacco, a partenza dal nucleo mediale dell’amigdala e veicola rabbia/furore; si presenta sotto forma di smorfia facciale, accompagnata dall’emissione di un verso che convoglia l’aggressività.
    La rotazione degli occhi (1° livello) realizza un movimento circolare sulla periferia del campo visivo oculare, una chiara rappresentazione periferica del campo di coscienza dell’IO della persona.
    È un movimento che attiva la corteccia prefrontale con un come che appartiene a schemi di sintesi d’alta evoluzione organizzativa, che facilitano la metacognizione e la consapevolezza progettuale.
    Questi acting riducono l’allarme–paura esterni, aumentano il campo di energia, utilizzano l’energia compressa e bloccata dall’ansia, la organizzano intelligentemente per il Sé e per la relazione con l'Altro da sé allarmante.
    La combinazione dei due acting permette una connessione e un dialogo tra l’amigdala e la prefrontalità.
  2. Nell’Angoscia, la posizione d’attacco deve tener conto dei depositi di segni incisi abbandonici nel giro anteriore del cingolo, principalmente ai livelli corporei 6°, 5°, 4°, (area Ombelicale, diaframma, torace).
    Propongo allora, per esempio, una combinazione ritmica di acting, tra un “Io“ detto a buon tono di voce e braccia che battono a mani piatte sul lettino. Una combinazione di acting molto assertiva sul 4° livello (torace) e sul 3° livello (collo), che facilita l'affermazione di Sé, permette il coraggio, non propone una separazione insostenibile al 6° livello (area ombelicale) ed al 5° (diaframma), riduce l’allarme–paura interni.
    È una combinazione di acting che ben collega e fa dialogare il giro anteriore del cingolo e la corteccia prefrontale.
    (Tutti gli acting vanno ripetuti nel setting per periodi da 3 a 6 mesi, perché tale è il tempo di fissazione di nuovi stili di relazione oggettuali).
  3. Nel Panico c’è l’attivazione del locus coeruleus, da minacciosità esterne-castranti o interne-abbandoniche.
    Siamo nel Complesso Rettiliano, nella profondità del 6° livello (area ombelico-addominale), prossimi allo zero entropico.
    Siamo in zone in cui non abbiamo la possibilità di raggiungere l’Altro in memoria implicita, per cui non c’è la reazione d’attacco amigdaloidea, né la relazione di contatto duale limbico-cingolato anteriore (entrambe inibite dalla gravità e dalla profondità della paura).
    Siamo nel dopo di una tempesta noradrenergica (NA) che ha lasciato segni incisi.
    La linea guida della posizione d’attacco–coraggio, per essere attuata nel panico da ansia o nel panico da angoscia, potrebbe essere temporaneamente integrata con una psicofarmacoterapia mirata, capace di silenziare quel rumore del locus coeruleus disturbante il dispiegarsi dei progetti terapeutici psicocorporei.
Conclusioni

  Proponiamo un dialogo tra:

il sentire ed il pensare,

i livelli corporei ed i luoghi dell'encefalo corrispondenti;

l'inconscio depositato nella corporeità e la meta cognizione;

la psicoterapia, il corpo, le neuroscienze e la psicopatologia.

La Vegetoterapia, con i suoi acting di fase evolutiva e di livello corporeo, concorre in Analisi Reichiana a realizzare un nuovo stile di relazione oggettuale.

Gli acting formano, informano e riformano la mente del Sé e della relazione nel setting.

Sono movimenti appropriati sui livelli corporei, in maggior parte filo-ontogenetici, che liberano il tempo interno sequestrato nei blocchi corporei.

Gli acting creano nuovi canali sensoriali, formano nuove mappe cerebrali, determinano una maggiore intelligenza della mente.

Bibliografia
  • American Psychiatric Association (2014). DSM 5°. Milano: Raffaello Cortina.
  • Ammanniti, M., Gallese V. (2014), La nascita dell'intersoggettività. Lo sviluppo del Sé fra psicodinamica e neurobiologia. Milano: Raffaello Cortina.
  • Capra, F. (1997), La rete della vita. Milano: Rizzoli.
  • Damasio, A. (2012), Il Sé viene alla mente. Milano: Adelphi.
  • Ferri, G. (2012), "Anxiety and Panic in Reichian Analysis" in International Body Psychotherapy Journal, 11(1).
  • Ferri, G. (2014), Una Persona, una Storia, tre Linguaggi. The Body in Relationship. Self-Other-Society.Body Psicotherapy Publications. Edited by Courtenay Young.
  • Ferri, G., & Cimini G. (1999), "Analytical setting: Time, relation, and complexity" in Annals of the New York Academy of Sciences, Vol. 879.
  • Ferri, G., & Cimini, G. (2012), Psicopatologia e Carattere. L'Analisi Reichiana. La psicoanalisi nel corpo ed il corpo in psicoanalisi. Roma: Alpes.
  • Gallese, V. (2006), Intentional attunement: A neurophysiological perspective on social cognition and its disruption in autism. Brain Research, 1079, pp. 15-24.
  • Ledoux J. (2014), Il cervello emotivo. Milano: Baldini e Castoldi.
  • MacLean, P. D. (1990), The triune brain in evolution. NY: Springer.
  • Panksepp L., Biven L. (2014), Archeologia della mente. Milano: R.Cortina.
  • Prigogine I. (1997), La fine delle certezze. Torino: Bollati-Boringhieri.
  • Prigogine I., & Stengers I. (1981), La nuova alleanza. Torino: Einaudi.
  • Reich W. (1933), Character Analysis. Milan: SugarCo, 1973.
  • Reich W. (1942), The function of the orgasm. Milan: SugarCo, 1975 (New edition, Esedra s.r.l. April 1994, Tascabili SugarCo).
  • Schrödinger, E. (1944), What is Life? Cambridge, UK: Cambridge University Press.
  • Semi A.A. (1990), Trattato di psicoanalisi. Milano: R.Cortina.
  • Tiezzi E. (1996), Fermare il tempo. Milano: R.Cortina.
* Psichiatra, Analista S.I.A.R., Direttore della Scuola Italiana di Analisi Reichiana, Membro dell’Accademia delle Scienze di New York, Membro del Comitato Scientifico Internazionale di Psicoterapia corporea.
 
Share