Numero 2/2023

ANALISI REICHIANA E VEGETOTERAPIA CARATTEROANALITICA dal 1933 al 2022

 

REICHIAN ANALYSIS AND CHARACTER-ANALYTIC VEGETOTHERAPY FROM 1933 TO 2022

DOI 10.57613/SIAR24 

 

Genovino Ferri[*]

 

 

Abstract

     L’autore illustra la narrazione storica dell’indirizzo psicoterapeutico che dall’Analisi del Carattere del 1933 si porta, attraverso quattro generazioni (Reich, Raknes, Navarro, Ferri), fino all’Analisi Reichiana Contemporanea (2022). Sono sottolineati i gradini di sviluppo evolutivo in coerenza epistemologica e vengono  scandite con rigore scientifico le tre tappe evolutive della Vegetoterapia Carattero-Analitica con le attivazioni corporee di stato, di livello corporeo e di fase evolutiva.

Parole chiave

     Analisi Reichiana Contemporanea - Vegetoterapia Carattero-Analitica - Attivazioni Corporee - Mente di Tratto – Neuromediatori.

 

Abstract

     The author illustrates the historical development which has led to today’s Contemporary Reichian Analysis, from the publication of Character Analysis in 1933, passing through 4 generations from Reich, to Raknes, Navarro and Ferri in 2022.The epistemological coherence of the steps taken in its evolutionary development are underlined and the three evolutionary stages of Character-Analytical Vegetotherapy with bodily activations for the state, bodily level and evolutive stage of the individual are scientifically examined.

Key-words

     Contemporary Reichian Analysis - Character-Analytical Vegetotherapy - Bodily Activations - Trait Mind - Neuromediators.

L’Analisi Reichiana Contemporanea

     L’Analisi Reichiana Contemporanea rappresenta un modello di Psicoterapia Analitica, Clinica e Corporea che procede in continuità, sulla freccia del tempo, dal 1933 ad oggi 2022; procede in continuità da Wilhelm Reich a Ola Raknes, a Federico Navarro, fino ad oggi nella S.I.A.R.. Un modello che legge il Corpo in Psicoanalisi e la Psicoanalisi nel Corpo mentre connette ed implementa i dati delle neuroscienze validati dal setaccio del tempo. Un modello che mantiene altresì aperto un dialogo ed un confronto costante con gli altri indirizzi psicoterapeutici. Rappresenterò una grammatica psicoanalitico-corporea, che ha uno sguardo allargato sia alla psicopatologia, letta primariamente bottom up sul tempo evolutivo, sia alla psicoterapia clinica che ne consegue. Forse delineo una nuova posizione, certamente un approfondimento del paradigma reichiano “un mutamento della gestalt visiva, direbbe Kuhn”, un mutamento delle architetture mentali di osservazione emerse da un diverso sentire, mi permetto di aggiungere!

Imm art Ferri     Un paradigma che legge l’inconscio nella sua interezza, perché quest’ultimo è indubbiamente “mirror” dei depositi che ha nel corpo. Mi porterò fino alla Vegetoterapia Carattero-Analitica “in 3D”, in tre dimensioni, spazio-tempo-profondità, che reputo un perfezionamento della metodologia nata nel 1935, rivelatosi di elevata appropriatezza in Psicoterapia. La Vegetoterapia Carattero-Analitica, oggi, è certamente fare  Analisi dei Pattern di Tratto Caratterologici e fare Psicoterapia Corporea Appropriata, attraverso attivazioni specifiche e mirate.

     Le Attivazioni Corporee, denominate anche acting, sono nella maggior parte dei movimenti filo-ontogenetici depositati in tutti noi nello sviluppo delle fasi evolutive; nel setting le attivazioni corporee sono vere e proprie password, che attivano i tempi delle storie relazionali vissute da ogni persona e permettono di entrare nella profondità delle fasi evolutive e dei passaggi tra le fasi, in una parola nei cassetti del tempo.

     La Vegetoterapia Carattero-Analitica in 3D si muove, infatti, sulla freccia del tempo ontogenetico, sulla quale sono i segni incisi (carattere significa segno inciso) dalla vita di una persona, la loro eziologia e la loro sequenza nella narrazione delle fasi. La Vita ha una direzione primariamente bottom up, nella sua circolarità bottom up e top down, e ha un movimento evolutivo neghentropico, a partire dal concepimento e dal tempo intrauterino. La definizione di Neghentropia  è di Erwin Shroedinger, Nobel per la fisica nel 1933, e padre della meccanica quantistica. In “Che cos’è la vita?”(1944) egli così scrive: “trattasi di una variazione negativa di entropia a partire da un valore originario, la nascita di un individuo, l’origine della Vita, l’inizio dell’evoluzione biologica”. Parla di Neghentropia anche Ola Raknes in introduzione all’Orgonomia (1972): “l’energia orgonica è negativamente entropica, la neghentropia è essenziale alla creazione e al mantenimento della Vita”. (pag. 68-69).
 

     CorporalMente è quindi la direzione della Neghentropia! Dal corpo alla mente, infatti è l’evoluzione della freccia del Tempo di una persona. Alla psicoterapia e alla psicopatologia si propone quindi anche una nuova necessità, quella di raggiungere gli aspetti delle relazioni presoggettive, a partire dall’intercorporeità della Relazione Oggettuale Primaria dei primi 500 giorni di Vita.

     Ricordo che l’Intercorporeità, nell’ontogenesi, precede e poi accompagna l’Intersoggettività, essa specchia il passaggio dal Sé Oggetto al Sé Soggetto nella Relazione Oggettuale Primaria (direbbe A. Damasio), dal Concepimento allo Svezzamento, dall'acqua all'aria, dal liquido amniotico al contatto epidermico, dal buio alla luce, dall'utero al seno, dal dentro al fuori, dal cordone ombelicale-placenta alle labbra-capezzolo, dal 6º livello corporeo relazionale (area ombelico-addominale) al 2° livello corporeo relazionale (bocca).

     L’Analisi Reichiana Contemporanea ha una posizione osservativa sistemica e complessa, tridimensionale (3D) e ad alta coerenza, che guarda all’intero tempo della vita di una persona, fin dal Tempo Intrauterino.

     Una posizione osservativa che guarda alle relazioni avute e segnate nel tempo delle fasi, che guarda ai pattern di tratto caratterologico incisi da tali relazioni, che guarda ai corrispettivi livelli corporei dominanti in quella fase, che guarda alle corrispettive aree cerebrali e ai corrispettivi pensieri di tratto di quella fase, tutti messi sulla tracciabilità di un filo rosso che dà senso intelligente alla storia che li connette.

     È proprio questa lettura che rende possibile inserire l’Azione nella Psicoterapia in modo preciso, personalizzato, profondo, strutturale e “non correre il rischio di una psicoterapia liquida o di una psicoterapia corporea liquida”. Se a livello cerebrale le parole modificano le sinapsi (dal greco syn-àptein “con” e “unire”)  ovvero i collegamenti, il come si dicono le parole, la prosodia direbbe Porges, può modificarle anche di più. Aggiungo però che il come appartiene al linguaggio di tutto il corpo e non solo alla prosodia della voce, che accompagna il contenuto verbale quando si parla.

     Il come, a ben sentire, ci racconta il dove corporeo dal quale quella voce e quel contenuto emergono. Il come infatti è espressione della fase, dei pattern di tratto incisi in quella fase e dei livelli corporei relazionali segnati dagli imprinting di quella fase.

     Il come ci racconta proprio la modalità della costruzione del nostro Sé, la stratificazione di un Palazzo dove ogni appartamento del tempo è abitato da una Mente di Tratto con i propri neuromediatori, di cui dirò fra poco.

     Con questa premessa è chiaro che un’attivazione corporea appropriata può muovere molto di più (rispetto alle parole e al come sono dette) le sinapsi e i neuromediatori che abitano la storia di quell'appartamento; può in altre parole riequilibrare quella Mente di Tratto. (Sto definendo un nuovo complesso organizzativo funzionale che connette la fase evolutiva, i pattern di  tratto di quella fase, il livello corporeo relazionale periferico prevalente in quella fase e le aree cerebrali centrali a loro volta prevalenti in quella fase: appunto la Mente di Tratto) la riprenderò fra poco. I più importanti neuromediatori possono essere considerati la NA Noradrenalina, la 5HT Serotonina, la DA Dopamina. (Fig.1).imm art Ferri 1

     Possiamo coniugare i tre neuromediatori con tre parole inizianti con A, ben comprensibili: Allarme = Noradrenalina, Affettività = Serotonina, Azione = Dopamina. I tre neuromediatori sono presenti nella filogenesi fin dai gradini inferiori della scala evolutiva della vita e negli umani raggiungono un’alta specializzazione. La Serotonina (5HT), per esempio, è presente anche nei vegetali (rimasi sbigottito quando la seppi anche nei carciofi), ma negli umani controlla le perdite affettive o le entrate gioiose, in una parola l’umore. 

     Per spiegare meglio la funzionalità di questi straordinari mattoni molecolari in rapporto all’altezza evolutiva, voglio ricordare anche la prolattina, un neuropeptide, che nel mondo pre-mammifero era, per così dire, di poca importanza, ma, nel salire della colonna neghentropica della vita, nei mammiferi - noi umani siamo mammiferi ottici stereoscopico-tridimensionali-neopalliali - è diventata la specialista della gravidanza e dell’allattamento).

     Per tornare ai tre neuromediatori, in ogni appartamento di fase, in ogni cassetto del tempo, essi sono in un continuo dialogo tra loro, sono cioè interdipendenti: un aumento dell’uno può causare una risposta adattiva degli altri due, per la ricerca di un equilibrio del Sé nella relazione con l’Altro da Sé. Un aumento di Noradrenalina e Dopamina, per esempio, da perdita dell’oggetto affettivo, può essere abbassato da un aumento di Serotonina, che placa la paura scaturita dalla perdita: in termini psicodinamici potremmo dire che l’affettività diminuisce l’allarme da perdita e riduce anche l’eventuale azione dopaminergica, riparativo-rabbiosa, spesso correlata all’allarme.

     Le Attivazioni corporee e il controtransfert di tratto-livello muovono le 3 AAA e ci chiamano all’appropriatezza. Tutto dipende dalla storia specifica di quel tempo di fase che la persona sta riattualizzando oggi, ovvero quale appartamento sta abitando e quali pattern di tratto sta esprimendo. In un’ottica neghentropico-complessa, bottom-up e corporalmente, questo dialogo, lo sottolineo, va letto per ogni appartamento del palazzo che abitiamo e quindi per ogni mente di tratto. Un'attivazione corporea procede, dalle vie afferenti periferiche del corpo, attraverso le vie cortico-spinali, verso le aree centrali e, circolarmente, dalle vie efferenti delle aree centrali verso il corpo, sempre attraverso le vie cortico-spinali. Non si può sapere senza sentire e non si può sentire senza il corpo. Quando l’azione viene eseguita infatti si attivano le vie cortico-spinali, quando l’azione viene immaginata si attiva la rete corticale motoria e l’azione reale non viene prodotta. La storia di ognuno di noi, con le attivazioni corporee appropriate, può essere rivisitata e in parte riscritta con altri segni incisi (carattere vuol dire “segno inciso”) che la ridispiegano, riattivando il tempo e l’elan vital bergsoniano, tanto caro a W. Reich, interrotto nei blocchi corporei.

     Abbiamo contemporaneamente accesso, in questo modo, sia al contenuto analitico, cioè alla storia delle relazioni segnate nei livelli corporei nelle fasi evolutive, sia agli aspetti sintomatologico-clinici della persona e alla loro possibilità di cura. Gli acting consentono di fare insight dalla propria storia direttamente dal corpo, che spesso racconta a noi prima che si realizzi una consapevolezza cognitiva...ascoltiamolo!

     A questo proposito, l’Analisi Reichiana Contemporanea ascolta la Corporeità con tre linguaggi: il linguaggio verbale, il linguaggio corporeo e il linguaggio dei tratti. Sottolineo che oltre l’Analisi dei Pattern di Tratto Caratterologici e la Vegetoterapia Carattero-Analitica in 3D, nel nostro setting analitico reichiano contemporaneo, è di fondamentale importanza l'Analisi del Carattere della Relazione, uno strumento analitico-terapeutico che dialoga proprio con il linguaggio dei tratti dell’analizzato e dell’analista, con le domande implicite in essi depositate.

     Diamo grande rilievo perciò, in Analisi Reichiana Contemporanea, alla consapevolezza dell’analista del  proprio controtransfert di tratto e di livello corporeo, per la costruzione appropriata della relazione nel setting, e ancor di più quando egli propone l'acting all'analizzato.

     “La relazione è un sistema vivente complesso” (Annals of the New York Academy of Sciences, 879, 1999) e come tale ha la sua propria storia e una sua propria evoluzione. Saremo sempre in tre nel setting: l’analizzato, l’analista e la relazione che nascerà dai pattern di tratto dell’analizzato con i pattern di tratto dell’analista.

     In questa lettura complessa, infine, il setting stesso è da leggere come una piccola biosfera, che costituisce il campo di energie dove le attivazioni corporee della Vegetoterapia sbocciano, svelando e segnando nuovi vissuti neghentropici, a diversi gradini di profondità nella storia della persona.

  

La Vegetoterapia in Analisi Reichiana Contemporanea

Le tre tappe evolutive dal 1935 al 2022

     La 3ª rivoluzione, quella dell'Inconscio, dopo le due precedenti, la copernicana e la darwiniana, ebbe inizio nel 1895, con gli studi sull'isteria di S. Freud e J. Breuer; il periodo psicoanalitico di W. Reich, brillante allievo di S. Freud, ebbe inizio nel 1919. Già nel 1922 W. Reich condusse i seminari di tecnica psicoanalitica e nel 1933 diede un decisivo contributo alla psicoanalisi con la pubblicazione dell’Analisi del Carattere.imm art Ferri 2

     È il primo importantissimo punto di biforcazione neghentropico dalla psicoanalisi classica: si introduce di fatto un pensiero sistemico e complesso, capace di guardare una serie di pattern connessi fra loro, che definiscono un sistema funzionalmente maggiore, comprensivo di fatto già della corporeità, perché carattere significa letteralmente segno inciso e chiediamoci: da chi e dove? Dalle relazioni in un dove periferico (i livelli corporei)  e in un dove centrale (le aree cerebrali)!

     Il dibattito scientifico che permeava la società in quell'epoca era imperniato su evoluzionismo e determinismo, su chi avesse ragione tra Darwin e Carnot. La seconda legge della termodinamica, dell’entropia, di Carnot infatti era in apparente contrasto con quanto veniva affermato da Darwin sull'evoluzione emergente della Vita.

     A ben vedere questo contrasto di posizioni osservative era rintracciabile anche nelle due direzioni opposte sulla freccia del tempo del mondo psicoanalitico: l’una, top down, che condusse Freud al concetto di regressione; l'altra, bottom up, che portò Reich a proporre il concetto di riattualizzazione.

     Sarà Prigogine, negli anni '60 del novecento, a dimostrare che la legge dell’entropia, la II legge della termodinamica, non è violata, perché calcolando in addizione neghentropia-entropia di un sistema vivente complesso e aperto, si vedrà che la neghentropia è a spese dell’ordine esterno e che, sommando appunto ordine e disordine, in media il disordine aumenta. Entrambe le posizioni osservative, di Carnot e Darwin, di Freud e Reich, sono vere e integrabili alla luce della teoria della complessità.

     Il Progetto, che prevede la contemporaneità e l’interdipendenza di neghentropia-entropia su questo nostro Pianeta Vivente e Intelligente, è semplicemente geniale.

 

Focus sulle tre tappe della Vegetoterapia

La 1ªtappa

     La Vegetoterapia Carattero-Analitica fece il suo ingresso nell'orizzonte psicoterapeutico nel 1935.

“Reich notò che, quando la corazza si scioglieva, un'onda di movimenti spontanei ed involontari si manifestava nel corpo, dalla gola verso il basso. Se il paziente giace supino con le ginocchia sollevate a 45° (la posizione sul lettino nel setting analitico reichiano contemporaneo), respirando profondamente, la sua testa si inclina lievemente all'indietro, le sue spalle si abbassano un po', così il torace e l'addome, e la zona pelvica si solleva lievemente... si realizzavano movimenti molto simili ad un riflesso che Reich definì dell'orgasmo” (Raknes, W. Reich e l’Orgonomia, pag. 60).

     Quando nel 1935 fu scoperto il riflesso orgastico, l'accento del trattamento fu spostato dal Carattere al corpo. Il termine di Vegetoterapia aveva lo scopo di tener conto di questo spostamento. Noi parliamo di una Vegetoterapia Analitico-Caratteriale per comprendere il lavoro analitico sull'apparato psichico e fisico come una cosa unica.

“La nevrosi non è soltanto l'espressione di un disturbo dell'equilibrio psichico, ma è anche l'espressione di un disturbo cronico dell'equilibrio vegetativo.” (Reich, La Funzione dell’Orgasmo, pag. 308).

“Allentando gli atteggiamenti caratteriali cronici riusciamo ad ottenere reazioni del Sistema Nervoso Vegetativo, a liberare anche gli atteggiamenti muscolari corrispondenti.” (Reich, La Funzione dell’Orgasmo, pag. 307).

“È sorprendente vedere come lo scioglimento di un irrigidimento muscolare riproduce anche quella situazione nella memoria in cui la repressione della pulsione si era verificata! (Reich, La Funzione dell’Orgasmo, pag. 308).

“Gli atteggiamenti muscolari danno la possibilità di evitare la complicata deviazione attraverso le strutture psichiche.” (Reich, La Funzione dell’Orgasmo, pag.309).

     La Vegetoterapia dal 1939 rimase intatta e indiscussa per quattro decenni. Fino al 1974 rimase cioè asistematica solo di stato, un’esperienza seppur significativa ma sullo sfondo, quasi propedeutica ad  una terapia orgonica intoccabile, avvolta da un immaginario reverenziale, non ancora sottoposta al setaccio del tempo e della scienza della complessità. Terapia orgonica psichiatrica definita “una mobilizzazione dell’energia vitale nell’organismo con liberazione degli affetti biofisici dall’armatura muscolare e caratteriale”. (Reich, La Funzione dell’Orgasmo pag. 392).

     Wilhelm Reich aveva individuato i 7 livelli corporei e ne aveva fatto una mappa: aveva scoperto che era presente una corporeità che sottendeva le psicodinamiche caratterologiche e che poteva essere trattata con attivazioni corporee.

  1. Reich aveva definito il livello corporeo “come l’insieme di quegli organi e gruppi di muscoli che sono in contatto funzionale tra loro… capaci di indurre un movimento espressivo emozionale” (Analisi del Carattere, pag. 453) e li identificò dal 1° al 7° in una disposizione top-down, dall’alto verso il basso.

 

La 2ª tappa

     A ben riflettere, la Corporeità è implicita nell’Analisi del Carattere, perché Analisi del Carattere è leggere il segno inciso dalle Relazioni in un dove periferico (livelli corporei relazionali) e in un dove centrale (aree cerebrali).

     Con questa premessa introduco l’implicito sviluppo sulla freccia evolutiva del tempo anche per la Vegetoterapia Carattero-Analitica: una freccia che attraversa ed infila quattro generazioni di analisti-terapeuti.

     In questa prospettiva assume straordinaria importanza, per il nostro indirizzo, la figura di Federico Navarro che, con Ola Raknes, va in continuità verso una nuova direzione della Vegetoterapia Carattero-Analitica.

     Essa infatti evolve dallo stallo quarantennale grazie al lavoro di sistematizzazione clinica di Federico Navarro (approvato da O. Raknes), che struttura ed organizza questo prezioso principio attivo di W. Reich: alla  Vegetoterapia asistematica e di stato egli addiziona la Vegetoterapia di livello corporeo, con acting appropriati per ognuno dei 7 livelli corporei, seppur sempre in una visione lineare e top down.

“È durante le vacanze all’isola di Stromboli, nel 1965, che F. Navarro scopre W. Reich. Egli aveva portato con sé un'antologia di testi di Reich, presentata da Luigi De Marchi con il titolo Teoria dell'orgasmo ed altri scritti. Al rientro a Napoli constata che il suo entusiasmo è condiviso da un certo numero di colleghi ed amici. Viene lanciata l'idea di seguire una formazione di Vegetoterapia Carattero-Analitica reichiana, ma i mezzi per realizzarla sembrano pressappoco inesistenti. Unica soluzione sarebbe quella di rivolgersi al norvegese O. Raknes, fedele discepolo di Reich e da lui stesso formato. Una volta contattato, O. Raknes (già psicoanalista, formatosi con K. Horney e già vegetoterapeuta, formatosi in tre anni di training con W. Reich) accetta di trascorrere per qualche anno le sue vacanze in Italia. Durante tre anni consecutivi Navarro ed i suoi colleghi riceveranno così da Ola Raknes un insegnamento pratico, che sarà la base della loro attività terapeutica” . (Dadoun: Prefazione a Somatopsicodinamica di F. Navarro pag. 10).

“Al termine della formazione in Vegetoterapia, del training che ho avuto con l'allievo, amico e collaboratore di Reich, Ola Raknes, quest'ultimo mi domandò se avessi qualche osservazione da fare. Segnato com'ero dalla mia formazione tradizionale di neuropsichiatra, gli risposi che la metodologia clinica non era messa a punto e che si sentiva il bisogno di una sistematica coerente...Reich non aveva elaborato infatti un vero e proprio metodo. Raknes mi guardò con un che di sornione nello sguardo, mi diede ragione e aggiunse dopo un silenzio questa affermazione: Reich non l'ha fatto perché ad un certo punto si è impegnato interamente nelle ricerche orgoniche fisiche, ma tu, se vuoi, lo puoi fare. Lavorai molto sulla metodologia e prima che Raknes morisse gliela sottoposi. Così è nata l'attuale Vegetoterapia: un lavoro progressivo metodologico sui sette livelli, partendo dagli occhi, per spostare l'energia, metterla in condizioni di circolare dall'alto verso il basso, per esprimersi poi con la potenza orgastica”. (Navarro, intervista su Synthesis, pagg. 18-19).

 

La 3ª tappa

     Ritengo che una Psicoterapia non sia completa, nella sua interezza, se non si attraversano le vie cortico-spinali, ovvero se non si attraversa il sentire e l'agire che insieme fanno consapevolezza... e ripeto… non si può sentire e agire senza il corpo!

     Anche l’etimologia della parola sapere ci indica il percorso che va dal sentire-sapore della bocca al sentire-odore del naso, per poi affidare al cervello il sentire avere senno. Aleggia il sentire nel percorso del sentire-gnosis, con le indispensabili impressioni-espressioni corporee. Il mio training personale di Vegetoterapia con F. Navarro ha costituito l'indispensabile piattaforma di quello che considero, in continuità, lo sviluppo implicito successivo: la Vegetoterapia di fase, derivante da una lettura bottom up e complessa dell'ontogenesi e delle sue fasi, che include e completa la lettura top down precedente.

     Guardando retrospettivamente, faccio risalire al 1983 l'inizio di questo ulteriore passaggio, che si porta fino alla Mente di Tratto e all'Analisi Reichiana Contemporanea. È nel 1983 infatti che assistiamo al primum movens, generato, ad onor del vero, da me inaspettatamente.

     Fu all’interno di un acceso dibattito a Valencia in Spagna, in un Convegno S.E.OR. (l'allora Scuola Europea di Orgonoterapia) su quali fossero i livelli corporei implicati nella psicosi, che Navarro finì per convenire (in grande onestà intellettuale, tipica del suo stile) con una tesi diversa dalla sua: che il luogo periferico più interessato nella psicosi era il 6° livello corporeo relazionale (ombelico-addominale) e che il 1º (Occhi-Orecchie-Naso), pur certamente interessato, era secondariamente tale, proprio in seguito ad un sisma nel 6°.

imm art Ferri 3
     La sintomatologia oltre-soglia clinica del campo di coscienza dell'Io rappresentava, cioè, solo l'epifania più facilmente visibile all'osservatore nell'esame obiettivo di un paziente in un quadro di scompenso psicotico. Fu una rivoluzione inconsapevole e si aprirono sviluppi inimmaginabili fino a quel momento. Quella definizione condivisa sulla psicosi si svelava nel tempo un grimaldello straordinario, chiariva di fatto l'entrata dei livelli corporei in una sequenza bottom up, fin dall'inizio della vita. I nuclei della base del sistema nervoso centrale, infatti, rappresentano il luogo del sisma centrale della psicosi, specchiato a livello periferico nell’area ombelico-addominale (6° livello corporeo relazionale). È lampante quindi, in una lettura “emergente” della mente, l’implicazione della vita intrauterina nel determinismo di una psicosi. Vennero introdotte due novità resettanti:

-l’entrata dei livelli corporei in sequenza di “funzionamento relazionale evolutivo “6°-2°-4°-3°-5°-7°-1°” 

-la freccia del tempo neghentropica.

     Furono ridefinite le fasi evolutive in 3D (tridimensionalmente),  mentre i livelli corporei si collegarono alle relazioni con gli oggetti di fase, relazioni che lasciavano segni incisi, che poi si sarebbero espressi in pattern di Tratto di Carattere depositati in quella fase: la storia vera, e non i fantasmi, delle persone entrava nel setting e si portava dalle afferenze periferiche al sistema nervoso centrale.

     Il Tempo Intrauterino irrompeva tumultuosamente nella formazione del Carattere, modificando la nosografia della Psicopatologia, rivoluzionandola e ancorandola alla storia vera e alla corporeità, rendendola meno aliena, più umana, comprensibile tridimensionalmente. La psicopatologia era più contattabile terapeuticamente nel setting con i tre principi attivi appropriati: la Relazione Analitico-Terapeutica, le Attivazioni Corporee di fase della Vegetoterapia e la Psicofarmacoterapia Carattero-Analitica.

     Questa forte attenzione alle Relazioni per i livelli corporei fece sì che si aggiungesse nel setting, nel 1992, l’Analisi del Carattere della Relazione tra analista e analizzato, che mise in rilievo un altro tipo di controtransfert, quello di tratto-livello corporeo.

     L'Analisi del Carattere, frattale identitario del nostro indirizzo, era salito su un ordine di grandezza maggiore, sulla Relazione analitico-terapeutica, che fu declinata come un sistema vivente complesso.  

     Un terzo sistema vivente complesso nel setting, oltre l’Analista e l’Analizzato, che ha un suo carattere, una sua storia, un suo linguaggio: in un articolo pubblicato nel 1999, sull'annale n. 879 dell'Accademia delle Scienze di New York, sottolineai che proprio un nuovo linguaggio inconscio si era svelato nel setting: il linguaggio delle relazioni, che fa dialogare i tratti dell’analista e dell’analizzato; per essere più esatto, fa dialogare le domande implicite presenti nei loro tratti con la possibilità che possa nascere e svilupparsi una nuova relazione.

 

Conclusioni                                            

     Nel 2016  venne intuito e letto un nuovo complesso organizzativo funzionale tra la fase evolutiva, i pattern di  tratto, il livello corporeo relazionale e le aree cerebrali prevalenti in quella fase: la Mente di Tratto, in continuità con la Mente Incarnata di G. Bateson e la Mente Enattiva di F. Varela. La freccia del Tempo portò alla sua emersione. La Mente di Tratto ci permette di non schiacciare il tempo ontogenetico, di leggere la progressiva entrata bottom up dei livelli corporei relazionali in rapporto alle fasi e di progettare, su precisioni tridimensionali, ogni nostro intervento terapeutico negli appartamenti del Palazzo della nostra Personalità.

     Oggi, 2022, la Vegetoterapia Carattero-Analitica di fase nel setting è diventata geometrica, psicochirurgica, con attivazioni corporee appropriate, che sono password efficaci per entrare nel Tempo del Corpo, negli appartamenti disfunzionali del Palazzo dell'analizzato.

     Oggi, 2022, si può diminuire il tempo di una psicoterapia, individuando più appropriatamente la domanda implicita ed esplicita, e si può nel contempo aumentare la profondità dell’intervento nel setting, entrando nell’appartamento giusto con le attivazioni corporee filo-ontogenetiche mirate.

     Il modello analitico reichiano, nelle quattro generazioni di analisti, ha perfezionato le sue linee guida per una sempre maggiore appropriatezza in psicoterapia, psicopatologia e psicofarmacoterapia, con  alta coerenza epistemologica e scientifica, che lo rendono al passo dei tempi e spesso anche in anticipo su di essi.

     Gli acting elaborati da W. Reich, da O. Raknes, da F. Navarro e da G. Ferri (S.I.A.R.) si infilano in una continuità che copre quasi tutte le finestre delle fasi, così da rendere più preciso l'inserimento delle attivazioni corporee vegetoterapeutiche, nel loro entrare nei piani del Tempo Evolutivo, abitati dalle nostre Menti di Tratto e riequilibrarle.

 

 

Bibliografia

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Shroedinger, E. (1944), What is Life? Cambridge, UK,Cambridge University Press.

[*] Psichiatra, Psicoterapeuta, Analista didatta S.I.A.R., Presidente S.I.A.R. e Direttore della Scuola Italiana di Analisi Reichiana, Direttore del board scientifico della collana CorporalMente dell’Editrice Alpes, Membro dell’Accademia delle Scienze di New York, Membro del Comitato Scientifico Internazionale di psicoterapia Corporea. Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. indirizzo professionale: Via Nazionale, 400, 64026 Roseto degli Abruzzi (TE).

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