Numero 2/2018

L’ULTIMA SEDUTA

Giorgio Nigosanti[*]

 

     Nella notte di sabato 1 settembre 2018 Giovanna Reggio d'Aci ha lasciato la vita che ci è dato conoscere. È stata analista reichiana, socia fondatrice della Società Italiana di Analisi Reichiana, e del Servizio Consulenza Giovani Wilhelm Reich, anima della nostra Scuola di specializzazione per psicoterapeuti. Una grande donna che ha operato con sapienza e con cuore fino al compimento dei suoi 90 anni.

     Sono le 6.20 del mattino. È il 3 settembre ed è già giorno. Mi sono alzato così presto perché devo prendere il treno per Roma. Questa sarà l’ultima seduta con Giovanna, la mia analista. Non rammento bene quando c’è stata la penultima, forse 25 anni fa e non me la ricordo più. Provenivo dall’analisi con Gino Ferri. Ho in mente invece molto bene il mio primo incontro con Giovanna, e, non andò proprio benissimo (naturalmente per mie problematiche e proiezioni). Tra l’altro con lei facevo il controllo; con questo brutto termine in quei tempi si intendeva l’analisi integrativa.sole che sorge dal mare 1

    Nella S.I.A.R. ci sono tanti analisti che conosco da anni, ma Giovanna, per me, era diversa, era la mia analista. Un terapeuta non è un professionista a cui un paziente paga la parcella, così come può avvenire per un qualsiasi altro specialista clinico; un analista è colui che ti ri-genera, ti fa uscire dall’oscura fumosità, ridandoti la capacità di ri-vedere i colori della vita. Questa ri-nascita lega indissolubilmente le due persone. Le unisce attraverso una sorta di legame empatico; quando si incontrano si riconoscono; nel reciproco sorriso c’è tutta una storia di vita. Per questo oggi ho preso il treno che mi porterà dal mare Adriatico al Tirreno. Nel primo tratto percorre la linea adriatica. Il sole è sorto. Lo guardo e mi dico che è di buon auspicio. I suoi raggi si riflettono luminosi sul mare. Immagino, e sono fiducioso, che Giovanna ora appartenga a questa luminosità! È come se da lassù mi sorridesse mentre io mi sto recando all’ultimo incontro con lei. Scendo dal treno, la metropolitana, stessa stazione di arrivo, Lepanto. Però anni fa giravo a destra, via Oslavia, oggi svolto a sinistra. La mia seduta avveniva dalle 12,00 alle 13,30. Prima di salire, mi fermavo sempre ad una pasticceria davanti alla sua casa. Facevano un particolare tipo di brioche salata, buonissima. Non sono più ritornato lì. Oggi l’incontro si è spostato alle 16, nella chiesa di S. Chiara.

     Alla S.I.A.R. incontro gli altri miei antichi compagni di viaggio nella nostra metodologia: l’Analisi Reichiana. Giovanna apparteneva alla storia del movimento reichiano e ne è stata una protagonista in prima fila. Ora siamo, dobbiamo essere noi a riceverne il testimone. In questa seduta la situazione sarà diversa, così come il setting. Non più uno studio ovattato (tra l’altro la sua stanza è sempre stata un po’ scarna) non più un incontro a due, io e lei, non più io sul lettino e lei seduta. Il tempo, la fine del tempo ha modificato le cose. Le pareti della chiesa sono asciutte come il suo studio, ma presentano una bellissima rievocazione dell’ultima cena. Tanta gente. All’arrivo, vedo che, per una pendenza, hanno lasciato il feretro di Giovanna leggermente a testa in giù; sorrido, lei ora appartiene ad un mondo in cui i termini “in giù, in sù” sono privi di senso. Giovanna è distesa lì dentro, nel corpo, ma spero e voglio credere fluttuante e completamente libera nello spazio.

     È normale andare agli antichi ricordi, la pienezza di un cammino. Spesso, quando mi recavo per la seduta, mi imbattevo in un piccolo mercatino; diverse volte mi sono fermato per acquistare fiori da portarle. E quanti temi affrontati, quante decisioni maturate, che mi hanno fatto essere ora quello che sono. Nell’ultimo incontro, un mese fa, mi ha detto “ poi il tuo matrimonio è andato bene, ricordo ancora quando mi hai raccontato il vostro incontro”.

     L’ho salutata a luglio, mi sono recato da lei; sempre presente, partecipe della realtà delle cose. Mi ha chiesto naturalmente della mia vita, dei miei figli …alla fine mi ha domandato qualcosa sul buddismo. Mi è sembrato un tentativo, curiosità o bisogno di informarsi e sapere più cose sulla linea che è Oltre. In effetti mi aveva accennato anche dell’incontro avuto con un sacerdote. Ma sorridendo mi aveva detto “io gli facevo delle domande e lui rispondeva con la dottrina “, troppo poco per una persona come Giovanna. Un analista cerca di aiutare le persone a vivere meglio la propria vita, ma si ferma davanti al Poi. Di fronte ai confini della stessa vita.

     La seduta sta per finire, sono le 17. Ci sono due interventi toccanti dei figli, poi …, non esco io, come ero solito nel passato, ma lei. Ho modo di toccare il suo feretro in un ultimo tentativo di contatto. Io prima del confine umano, lei al di là.

     Ciao Giovanna, ora sai cosa c’è dopo la linea dell’Oltre, fai buon viaggio.

[*] Psicologo, Psicoterapeuta, Analista S.I.A.R.

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