Il Funzionalismo Energetico e l’evoluzione del Se’

di Marina Pompei

Nel percorso storico della nostra cultura occidentale i Greci prima e Descartes poi hanno definito il dualismo spirito-materia, mente-corpo. Da questa trappola non siamo più usciti.
Oggi, da un polo scientifico di grande specializzazione quale quello delle scienze fisiche, ci arriva la possibilità di una via di uscita e di un’inversione di rotta: il concetto di energia.
Energia è quella di cui ci parlava W. Reich e che fu definita da Kammerer “un’energia che non è né termica né elettrica, né magnetica né cinetica (come non è oscillatoria né radioattiva) né una combinazione di tutti questi tipi di energia o di qualcuno di essi, ma un’energia che caratterizza specificatamente i processi cui diamo il nome di vita”.

Energia e Campo energetico

A monte c’è l’assunzione del concetto di equivalenza di energia e materia, intese come differenti situazioni dinamiche della stessa energia vitale.
L’elaborazione che noi chiamiamo postreichiana, è andata oltre nello studio delle modalità di funzionamento dell’energia vitale.
La scienza che la indaga è l’Orgonomia. Noi facciamo riferimento all’interpretazione che ne dà Genovino Ferri, psichiatra e analista reichiano e diciamo con lui che l’uomo non è una somma di psiche e soma, ma è un nucleo di energia cosmica focalizzato, molto organizzato e specializzato, immerso in un sistema più vasto di campi energetici in relazione tra loro (il Sé in relazione con l’Altro da Sé).
Quindi energia e campo energetico.
Ferri ha elaborato un Codice Energetico Sistemico che cerca la sintesi e l’equilibrio tra il meccanicismo e lo spiritualismo, tra il simbolico e il corporeo, attraversando le emozioni senza negarle.
Un codice che mette in relazione parametri che provengono da ricerche disciplinari diverse tra loro, ma che non si escludono l’un l’altra.

Il funzionalismo energetico

Il primo riferimento è il funzionalismo reichiano con i concetti di energia, armatura caratteriale e blocchi energetici nella struttura del corpo in cui Reich individuava sette livelli: il livello degli occhi, della bocca, del collo, del torace, del diaframma, dell’addome e del bacino.
L’energia fluisce attraversandoli tutti. Il dolore, la paura, gli ostacoli ne determinano il blocco di uno o più, con la conseguente traduzione in un iper tono oppure un ipo tono che potrà riscontrarsi nel sistema muscolare, nelle emozioni, negli affetti, nel comportamento e nel pensiero. Nella persona sana, invece, l’energia fluisce liberamente attraverso i sette livelli che presenteranno una situazione eu tonica.

L’approccio sistemico

Un grande contributo proviene dalla teoria dei sistemi, che guarda il mondo come interrelazione e interdipendenza di tutte le sue componenti, che sono tra loro in un equilibrio flessibile e aperto al mutamento. Sistemi cioè, che hanno la caratteristica di essere in sé autonomi, ma anche in relazione tra loro e nello stesso tempo in relazione con un sistema più ampio che li contiene tutti.

L’ambito neuropsicofisiologico

Viene infine assunta la teoria dell’evoluzione del cervello
di MacLean con il suo modello dei cervelli stratificati: il rettiliano, il limbico e la neocortex:
1) L’R complex (o complesso rettiliano) è destinato ad immagazzinare e a mettere automaticamente e acriticamente in opera i comportamenti affettivi, emotivi e intellettuali appresi dagli altri due cervelli. Quindi svolgimento di routine, ricerca del già conosciuto, adesione a reazioni di massa in presenza di simboli, bandiere…, adesioni a mode, in termini psicoanalitici coazione a ripetere. Conserva inoltre le arcaiche funzioni di scelta e difesa del territorio, caccia, competizione per il raggiungimento di un rango nel gruppo, accoppiamento, paura del diverso da sé, emozioni totalizzanti.
2) Il sistema limbico, che circonda la struttura del complesso rettiliano, rappresenta il primo concreto passo evolutivo della massa cerebrale che si verifica all’inizio del Cenozoico, con la comparsa dei primi paramammiferi, 70 milioni di anni fa.
Il cervello limbico fornì all’animale una serie di modulazioni omportamentali più ricche ed aggiunse la dimensione affettivo-emotiva. Esso rappresenta il denominatore comune di tutti i mammiferi viventi e presiede alle funzioni della memoria e della cura dei piccoli e della specie. E’ responsabile di ciò che l’individuo “sente o prova”, mentre ciò che “sa e conosce” è funzione della sua neocortex.
3) Alla neocortex sono stati necessari 2 milioni di anni perché si unisse ai primi due. La neocorteccia, per la visione stereoscopica resa possibile dal raggiungimento della stazione eretta, si ispessisce e, come nuovo mantello, avvolge e ingloba le precedenti strutture.
E’ il cervello preposto allo spazio-tempo, al prima-dopo, alla causa-effetto, ai processi del leggere, dello scrivere, della matematica e dell’arte; è la sede della riflessione, dell’astrazione, è il fulcro del conoscere e del sapere, delle capacità critiche e decisionali, della sintesi, della logica, della possibilità di coscienza e di metacomunicazione.

Il Sé e le fasi evolutive

Le fondamenta dell’intero Codice Energetico Sistemico sono nell’unità psicobiologica dell’individuo, il Sé. Il Sé‚ è un sistema costituito dalla relazione funzionale di diversi subsistemi continuamente interagenti tra loro.
La sua esistenza è scandita da eventi che ne segnano l’evoluzione e ne guidano il movimento, dalla fecondazione dell’ovulo da parte dello spermatozoo alla massima espansione della persona adulta con tutte le relazioni vissute con l’Altro da Sé.
Questo processo avviene attraverso sei fondamentali fasi evolutive: due intrauterine e quattro extrauterine. Ciascuna di queste fasi è caratterizzata da fenomeni specifici che possono essere vissuti in modo funzionale oppure traumatico. La loro forza e il loro significato positivo o negativo lascerà un segno nel carattere dell’individuo. Il carattere della persona, il suo modo di funzionare nelle situazioni di vita in cui verrà a trovarsi, saranno “colorate” dalle caratteristiche di quella fase evolutiva che ha avuto maggiore significato nella sua storia. Chiamiamo questo processo: “fissazione in una fase”. Al di là di questo schema, la realtà delle storie individuali è data da infinite sfumature e combinazioni di tutte le possibili fissazioni prevalenti e non prevalenti.
La sclerotizzazione in una sola fissazione sarà segno di patologia, la possibilità e la capacità di muoversi, in momenti diversi della vita, lungo tutto l’arco di possibilità di fasi sarà segno di benessere.

Descriviamo brevemente le sei fasi evolutive di cui stiamo parlando.
– La I° è la fase dell’energia autogena: ha inizio con la fecondazione e termina con l’annidamento dell’embrione nella parete uterina. Il quantum energetico dipende dall’energia dell’ovulo e dello spermatozoo, e sarà tanto più potente quanto più sarà stato vitale il loro incontro e quindi la relazione di coppia da cui provengono. Il nuovo piccolo nucleo energetico naviga per sette giorni all’interno del primo nucleo funzionale Sé – Altro da Sé; il suo campo energetico incontra cioè, il campo energetico dei liquidi dell’utero materno; incontra il campo – madre, quello che chiamiamo il primo campo.
– La II° fase intrauterina è quella trofo-ombelicale; i confini di inizio e termine sono l’annidamento dell’embrione nella parete uterina sette giorni dopo la fecondazione, e il parto.
Questa è forse la fase decisiva nella vita di un essere. A poco a poco si forma il funicolo ombelicale che diviene l’asse portante, il fiume dell’energia materno – fetale.
Così fino al parto, che è un nuovo punto di passaggio funzionale ad un altro stato di energia.
– Il parto è punto di separazione dalla fase trofo-ombelicale e approdo in quella orolabiale, che è quindi la III° fase.
Questa arriva fino alla comparsa dei primi denti, che sono la manifestazione di un’aumentata energia e di aumentate esigenze. In questa fase il piccolo inizia ad incontrare il secondo campo: il padre, la famiglia, mentre modifica la sua relazione con il campo madre, che non è più utero, ma seno. C’è l’esperienza di essere ancora uniti, ma di riconoscersi anche separati: Sé – Altro da Sé.
I tratti caretteroligici intrauterino e orale derivano da fissazioni prevalenti in queste prime tre fasi.
– Lo svezzamento ci introduce nella IV° fase, la fase muscolare, con il passaggio dalla suzione alla masticazione, la conquista della posizione eretta e della deambulazione, il controllo sfinterico e la progressiva elaborazione del pensiero e del linguaggio. Si consolida la relazione con il secondo campo.
Una fissazione prevalente in questa fase darà un tratto caratterologico coatto
– Dalla erotizzazione genitale alla pubertà si sviluppa la V° fase, che chiamiamo I°fase genito-oculare. La quantità e la qualità energetica della persona sono progressivamente cresciute e giungono ora a potenziare il bacino, aumenta l’eccitazione dei genitali ed è privilegiato il rapporto con il genitore dell’altro sesso: le cosiddette dinamiche edipiche. La fissazione in questa fase determinerà i tratti caratterologici isterico e fallico di I° e di II° tipo proprio in relazione alle variabili del vissuto edipico.
Si ha in questa fase una prevalenza della neocortex che sposta questa enorme quantità di energia verso l’alto, verso gli occhi, cioè verso la coscienza del Sé, che è il completamento dell’Io.
L’individuo entra in una relazione significativa con il terzo campo, il sociale.
– La VI° e ultima fase evolutiva va dalla pubertà alla maturità: è la II° fase genito-oculare. Ha caratteristiche simili a quelle della fase precedente, ma con un quantum energetico ancora più grande ed una maggiore prevalenza della relazione con il terzo campo.
L’evoluzione sana e funzionale di una persona attraverso le sei fasi darà il carattere genitale e permetterà di mettere in relazione la grande energia del bacino che si esprime nella sessualità con la grande energia del campo visivo, del campo di coscienza.
Il fluire dell’energia dal bacino agli occhi e dagli occhi al bacino, darà il benessere della persona: il suo campo energetico potrà quindi incontrare altri campi energetici avendone consapevolezza e sentendo il piacere o il dolore che ne derivano.

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